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Apollo del Belvedere

"Apollo, una statua dell'antica Roma conservata sino ai nostri giorni, non può essere contemplata senza che sorga meraviglia [Verwunderung] sull'abilità dell'artista. La loro poesia, la loro eloquenza ecc. raggiunse la più alta perfezione."; AA XXIV 401: "Tutto ciò che favorisce lo slancio dell'immaginazione è bello. Hogarth, ad esempio, ha notato che Apollo a Roma suscita ammirazione perché i suoi arti inferiori sono di dimensione notevole e in tal modo l'artista ha osato oltrepassare felicemente la natura"; Lezioni di antropologia (semestre invernale 1772/73), AA XXV 271: "Per quanto concerne l'ideale estetico, esso è in parte chimerico, in parte reale e consiste nel disprezzo del valore delle cose come esse sono realmente e nella stima del valore delle cose come potrebbero essere in base ad un'idea posta nell'intelletto. A noi non piace tutto nella natura, ma pensiamo sempre che se fosse diversamente da come è e come lo potremmo pensare noi, sarebbe meglio. […] Poniamo la più grande bellezza del corpo umano, in base ad un'idea che si trova in noi nel mezzo fra l'esser magri e l'esser grassi. [..]Gli antichi hanno potuto osservare questa proporzione nella statua di Bacco, di Apollo che al giorno d'oggi nessun pittore né artista è più in grado di imitare. Un vero conoscitore di cavalli ha in sé un'idea di un cavallo perfettamente bello, sebbene esso non possa essere trovato in nessun luogo ed egli non sia in grado di disegnarlo su carta, anche se fosse in grado di dipingere. Questo ideale gli serve per dare un giudizio sui cavalli. Ogni uomo di genio ha un tale ideale"; Lezioni di antropologia (semestre invernale 1781/82), AA XXV 1002: "Si ritiene l'Apollo del Vaticano la figura più bella e tuttavia le sue gambe sono pen più lunghe rispetto alla proporzione dell'uomo. Proprio questa sproporzione, però, lo rende quindi superiore a tal punto che sembra proprio per questo essere una divinità che rivela la capacità inventiva dei Greci, che conoscevano la proporzione esatta ma la superarono" (I. Kant, Lezioni di logica, AA XXIV 331)

© Immanuel Kant in Italia 1997-2004
Università degli Studi di Milano
Dipartimento di Filosofia