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La recinzione e le strutture idrauliche al margine della terramara S. Rosa (Poviglio, Italia settentrionale) (comunicazione)

Mauro Cremaschi
1), Chiara Pizzi1),
1) Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze della Terra “A. Desio”, via Mangiagalli 34, 20133 Milano
mauro.cremaschi@unimi.it


La terramara di Santa Rosa di Poviglio è oggetto di scavo estensivo a partire dal 1984 da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, il CNR-IDPA di Milano, il comune di Poviglio e Coopsette.
Le campagne di scavo degli ultimi dieci anni si sono concentrate al margine meridionale nel Villaggio Grande ponendovi in luce una situazione di rilevante complessità relativa sia all’impianto delle strutture che alla loro evoluzione nell’arco della vita del Villaggio. All’esterno della recinzione, costituita in una prima fase da una palizzata lignea di cui rimangono le impronte dei pali, e soltanto tardivamente da un terrapieno, vi è un ampio fossato, nel quale converge almeno uno dei due canali venuto in luce al suo esterno. Numerosi e profondi pozzi per acqua vengono dapprima aperti lungo la recinzione, al ciglio del villaggio e provvedono ad alimentare il fossato stesso. Successivamente altri pozzi, assai più profondi dei precedenti, vengono scavati all’interno del fossato e attestano una costante preoccupazione per l’approvvigionamento idrico a fronte di un sensibile depauperamento delle falde acquifere alla fine della vita del villaggio.
Lo studio stratigrafico di queste strutture, sostenuto dall’analisi micromorfologica, integrato con l’analisi tipologica dei materiali contenuti al loro interno e da una serie di datazioni radiocarboniche ha permesso di studiarne i differenti momenti di uso, riutilizzo e successiva defunzionalizzazione, che avvengono in un arco cronologico compreso fra il tardo Bronzo Medio (BM3) ed il Bronzo recente avanzato (BR2).