L’arrivo sul mercato della plastica vegetale è probabilmente più vicina, grazie agli studi condotti per dieci anni dai chimici dell’Università del Wisconsin di Madison. Ne dà notizia Science riportando in un lavoro scientifico e in un articolo che riassume le caratteristiche di un prodotto che nasce dalle pannocchie di mais e in generale dalle fonti di fruttosio.

Oggi la sostanza più utilizzata per bottiglie e imballaggi è il PET (polietilene tereftalato), ricavato dalla lavorazione di oli minerali. Si tratta di una sostanza con un’elevata impronta ambientale e secondo alcune stime la produzione mondiale è associata all’emissione di 100 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, per non parlare dello smaltimento e dei problemi associati.

Per questo motivo da molti anni si cercano alternative, e una delle più promettenti è una plastica chiamata PEF, o polietilene furandicarbossilato,  sintetizzata a partire da un elemento base chiamato FDCA o acido furandicarbossilico, sintetizzato da fonti rinnovabili, a costi elevati.

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