N. 04 – gennaio 2022 La tecnologia nelle aziende da latte italiane

La diffusione della tecnologia nelle aziende non è così omogenea (ISTAT, 2021) ed è ancora un aspetto da indagare: quali sono gli ambiti gestionali che, secondo gli allevatori, più necessitano di un supporto tecnologico? Quali sono i limiti e i vantaggi di un investimento nella tecnologia?

Nei primi mesi del 2021 è stato diffuso tra gli allevatori italiani di bovine da latte un questionario riguardante la presenza e l’uso delle tecnologie per il monitoraggio degli animali e per la gestione aziendale. Nell’indagine sono state considerate 52 aziende, principalmente lombarde.

Le aziende più rappresentate, per quanto riguarda il sistema di mungitura, sono quelle in possesso di sala di mungitura convenzionale (73%), seguite dalle aziende con robot (19%). Più della metà dei rispondenti ha un’età compresa tra i 40 e i 60 anni, il 35% è più giovane, solo il 13% ha più di 60 anni. Dall’indagine è emerso che l’età del conduttore aziendale, il livello produttivo e la presenza di robot sono gli aspetti che più influenzano la diffusione dei sensori in azienda.

Indagando sulla diffusione delle tecnologie, è emerso che gli strumenti più adottati sono gli attivometri, utilizzati per il rilevamento dei calori, e gli strumenti per monitorare la produzione di latte, questi ultimi presenti nelle aziende da più tempo rispetto alle altre tipologie di sensori. I sensori per monitorare il colore del latte e per rilevare zoppie sembrano essere, invece, i meno conosciuti dagli allevatori; più conosciuti ma in assoluto meno diffusi nelle aziende sono i sensoriin grado di rilevare alcune biomolecole nel latte, come il progesterone o il beta-idrossibutirrato.

Sempre fertilità e produzione sono gli ambiti gestionali più citati quando si parla di investimenti futuri, rivelando un interesse tuttora acceso per questi sensori e l’esistenza di aziende che ancora non adottano sistemi di questo tipo. Gli strumenti per la gestione della fertilità sono ritenuti, inoltre, i più utili dagli allevatori.

Dalle risposte ottenute, è stato possibile individuare i punti critici legati all’adozione di tecnologia: al primo posto troviamo il costo; seguono il tempo per l’osservazione dei dati, le difficoltà nell’interpretazione dei dati, la mancanza di assistenza e l’affidabilità. Tra le principali ragioni di investimento, invece, troviamo il miglioramento nella gestione della fertilità e nella gestione del lavoro e il miglioramento del benessere e della salute degli animali.

Nel prossimo numero, osserveremo in che modo il costante monitoraggio della produzione di latte con il supporto della tecnologia possa ottimizzare l’efficienza ambientale delle aziende da latte.

Iniziativa realizzata nell’ambito del progetto CLEVERMILK, cofinanziato dall’operazione 1.2.01 “Progetti dimostrativi e azioni di informazione” del Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Lombardia.
Responsabile del progetto è Università degli Studi di Milano