Francesca Dell'Acqua

La Musica nel X Congresso Mondiale di Sanscrito
Corrispondenza da Bangalore


La musica nel X Congresso Mondiale

di Sanscrito

 3-9 gennaio 1997

 


Corrispondenza da Bangalore


Bangalore, la "città giardino" dell'India. Stato del Karnataka, terra natale di due eroi puranici, Parasirama e Hanuman. Duemila anni di sviluppo e crescita nel linguaggio, letteratura, arte e cultura.

Dal 3 al 9 Gennaio 1997, il Taralabalu Kendra, un centro creato nel 1983 da Sri Taralabu Jagadguru Dr Shivamurthy Shivacharya Maha Swamiji (un dotto che ha sviluppato un software sulla grammatica di Panini - Asttadhyay) per favorire l'interazione tra studi antichi e tecnologie moderne, ha ospitato il X Congresso Mondiale di Sanscrito.

Nel Marzo 1972, con la costituzione della Associazione Internazionale per gli Studi Sanscriti (IASS), si prese la decisione di tenere ad intervalli regolari dei forum internazionali per favorire il formarsi di relazioni e legami tra studiosi uniti dall'interesse comune per il Sanscrito.

Millecinquecento studiosi da tutto il mondo sono intervenuti per il Giubileo d'argento della IASS.

Il Prof. Ram Karan Sharma, presidente della IASS, all'apertura del Congresso ha citato William Jones che nel 1786 cosi' si rivolgeva alla Royal Asiatic Society:

"The Sanskrit language, whatever be its antiquity, is of wonderful structure; more perfect than the Greek, more copious than the Latin; and more exquisetely refined than either, yet bearing to both of them a stronger affinity, both in the roots of verbs and the form of grammar, than could possibly have been produced by accident ...".

Le sezioni erano così articolate: Agama e Tantra - Arte, Architettura e Archeologia - Studi Buddhisti - Letteratura Sanscrita Classica - Dharma Shastra e Artha Shastra - Epiche e Purana - Studi Hindu - Studi Giana - Manoscritti e Risorse Storiche - Letteratura Sanscrita Moderna - Musica e Arti -Filosofia (A) - Filosofia (B) - Poetiche ed Estetiche - Sanscrito e Linguaggi Regionali - Letteratura Scientifica in sanscrito - Letteratura Medica in Sanscrito- Sanscrito ed Ambiente- Sanscrito e Computer - Veda e Vedanga - Vyakarana e Linguistica (A e B). Nel corso del congresso si è manifestato in ogni sede un autentico entusiasmo a favore dell'uso del computer per l'organizzazione dei manoscritti e di Internet "per rendere accessibile i segreti dei Veda" - come è stato detto da più parti.

In Giappone è stata completata la versione elettronica del Mahabharata e del Ramayana, i due grandi poemi epici dell'India, in modo da renderla accessibile via Internet.

Tra le risoluzioni notevoli del Congresso va rammentata la raccomandazione e lo stimolo all'insegnamento obbligatorio della lingua sanscrita nelle scuole indiane. L'Indira Ghandhi National Centre for the Arts, a New Delhi coordinerà i lavori per l'organizzazione dei manoscritti sparsi nei colleges e nelle università indiane.

L'anno 2000 è stato dichiarato anno internazionale per gli studi del sanscrito e il Congresso verrà tenuto in Italia, a Torino.

  • Il sanscrito e la musica

La lingua sanscrita ha influenzato in diversi modi il linguaggio musicale dell'India. La lingua degli dei (devanagari) ha dato vita all'intero Universo: Brahman ha manifestato se stesso sotto la forma dell'OM e attraverso diversi stadi di condensazione si è creato il mondo fenomenico. I veggenti (rishi) dei Veda "were the pioneer phoneticians to make a scientific analysis of the sound patterns and expound the basic formulae as shiksa (phonetics), the foremost among the sadangas of the Vedas" (P.K. Gayathry, Bangalore). - Una delle caratteristiche più tipiche del sanscrito è il fenomeno del sandhi, "congiunzione, composizione", nel quale vocali e consonanti incontrandosi subiscono, per ricerca d'eufonia, modificazioni soggette a regole rigorose, molto di più di quanto non accada in altre lingue europee. Lettere che vengono sostituite e cambiamenti di vocale creano un senso di continuità e di fluidità espressiva.

Lo stesso processo è visibile nella musica vocale classica dove "innumerable small structures coalesce to give an impression of sound within the structure of phrases or musical sentences". (Intervento di Solveig McIntosh, Varanasi, "Some Thoughts between Sanskrit and the possible future of Indian Classical Music").

Il legame intimo tra lingua e musica è confermato dall' etimologia della parola svara che puo' significare sia tono che sillaba. La combinazione di note può prendere la forma di prefissi e suffissi ai toni pricipali; questa idea è simile al concetto di upasarga nella lingua sanscrita. L'uso di un prefisso ad una radice verbale o ad una parola può modificare il significato, dare una particolare enfasi, ma può anche non creare alcuna differenza rilevante. Più di un prefisso può essere messo di fronte ad una radice, cosicché vi sono numerosissime combinazioni possibili. Ogni prefisso aggiunto è considerato come portatore di modificazione ulteriore alla radice e al suo significato. Si possono trovare qui varie analogie in ambito musicale.

Un altro modo in cui il sanscrito influenza la musica è attraverso l'uso di consonanti aspirate e non, kh paragonata a k, dh a d; questo modo di differenziare suoni simili è un'altra caratteristica della lingua sanscrita. La nasalità e il ruolo delle chiusure nasali è un altro effetto caratteristico della pratica vocale. "An anusvara results in the lengthening of the previous voweland a slight hiatus in the stream of sound. A comparative example from another culture would be the characteristic "sob" effect used by some Italian singers. One famous Italian singer when asked why this device was used, replied simply: "That makes many things easier"(McIntosh).

Lo studio del suono nell'India antica era questione di grande importanza. Shabda, dalla radice sabd- , creare suono, significa suono in generale includendo quello della voce umana nella forma della parola, discorso e linguaggio. Quattro livelli di suono e ascolto sono riconosciuti nella letteratura Vedica e Puranica; Para, Pashyanti, Madhyama e Vaikhari. Al livello manifesto il suono veniva descritto nel contesto della fonetica articolatoria ed era soggetto a minuziose osservazioni e attenzioni. I primi canti attestano la relazione tra la teoria fonetica e l'idea di musica in evoluzione. Sembra che la musica vocale si sia evoluta dalla combinazione di canto e linguaggio. "The Sihsa of Narada, for example, trough the application of 5 specific shruti (not to be confused with the 22 shruti system) seems to represent a process of evolution whereby particular syllables or scale degrees were to be brightened, dulled or altered in dynamic level for the sake of emphasis, de-emphasis or to adjust the melody line in some way". (McIntosh) In questo modo è emerso un sistema musicale con particolare enfasi sulla microstruttura della melodia e della ornamentazione.

  • La composizione

Ma come comporre oggi in sanscrito? V. Subramanian (Ottawa) nel suo intervento, "Composing Classical Music in Sanskrit - Problems and Facilities", ha raccontato la sua personale esperienza. La composizione dei canti come entità separate con struttura ritmica chiara, non è ben sviluppata nel Natya Shastra di Bharata. La composizione musicale è discussa come prosodia in termini di metri sloka; contenuto e struttura sono messi insieme senza distinzioni. Solo alcuni secoli più tardi, nel tempo in cui i linguaggi regionali divennero il veicolo reale della musica, venne operata la distinzione tra canti con struttura ritmica propria e prosodia sloka. Questi linguaggi (specialmente Tamil, Telugu e Kannada nel sud) svilupparono uno stile colloquiale per esprimere emozioni e devozione mentre gli strotra sanscriti erano ancora dominati da una serie di nomi nel caso accusativo con un singolo verbo "Io prego" e "Io chiedo". L'unica eccezione fu il Gitagovinda di Jayadeva con la sua struttura drammatica, ma la sua influenza sulla composizione musicale fu limitata. Così quando nel secolo XIX Muthuswamy Dikshitar scelse il sanscrito per la composizione musicale classica dovette inventare metri, prendendo le distanze dalla struttura sloka, al fine di ottenere composizioni musicali efficaci.

  • Approcci matematici

P. K. Srimani dell'Università di Bangalore ha presentato una relazione intitolata "A mathematical Approch to Pattern Recognition in Karnatak Music". La musica classica carnatica si presta ad un approccio matematico che rivela questioni interessanti: 1) le doppiette e triplette di svara in qualsiasi melakarta raga presenta una struttura peculiarmente non lineare se osservata attraverso la Graph-theory. Questa struttura è totalmente diversa dalla rappresentazione lineare che può essere osservata in un piano a due dimensioni. 2) Le scale di diversi tipi di raga, quando vengono viste graficamente, suggeriscono che è possibile darne una rappresentazione nei termini della serie di Fourier e viceversa. 3) L'analisi di speciali krti, yati ed altri tipi di forme rivela che essi seguono schemi geometrici particolari aprendo nuove possibilità di ricerca.

  • L'importanza del rapporto tra l'elemento letterario e quello musicale

Altri interventi hanno confermato la visione della musica come sangita: insieme di gitam (musica vocale), vadyam (musica strumentale) e nrttam (danza).

Nel corso del congresso si è data ampia notizia su ricerche in atto sull'antica musica strumentale, sul dramma sanscrito, sulla danza, sulla rappresentazione iconografica dei raga, sul rapporto tra letteratura e musica. E' interessante segnalare, in particolare l'intervento di Emmie Te Nijenhuis (Utrecht), "Literary Principles in Music and Musical Principles in Literature: the Technique of Composing (prabhanda) according to Indian Musicology" nel quale si spiega come i criteri della musicologia in sanscrito possano essere usati per identificare sia testi letterari sia composizioni musicali. Nella Sangita Shastra, il capitolo sulla composizione (prabandha) è focal;izzato sulla musica vocale (geya). Se in un primo momento ci si può aspettare un manuale contenente solo regole di composizione, in realtà ci si rende conto nella sua lettura che viene implicata una presentazione completa di forme musicali antiche e contemporanee al trattato stesso. Le parti principali della composizione musicale detta dhatu, e le sue suddivisioni (khanda) scorrono parallelamente alle linee (carana) e alle parole (pada) di un poema. Così posssiamo trovare elementi letterari, come parole e sillabe, trattati come effetti sonori e elementi strutturali (anga) che sottolineano le frasi musicali (dhatu). Tra i numerosi tipi di canto descritti nel capitolo sulla composizione possiamo riconoscere generi letterari che in questo contesto vengono definiti come composizioni musicali. Le definizioni ci dicono in quale ordine le frasi musicali dovrebbero essere cantate e quali elementi nella costruzione della frase - parole, sillabe, o metro musicale (tala) - dovrebbero essere usati. Spesso le definizioni si riferiscono a caratteristici metri poetici. Qualche volta possono dare informazioni riguardante il contenuto verbale del raga.

Non sono state trascurate nemmeno le tradizioni cresciuta accanto alla cultura sanscrita, come è accaduto nell'intervento di Un tentativo di parlare della cultura e della musica "altra" è stato fatto da M. G. Hedge, Baliga (Kumta, India) intitolato "Towards an alternative Aesthetics: A Study of the Prahasana". che si caratterizza anche come un tentativo di parlare della cultura e della musica "altra". I prahasana infatti costituiscono una tradizione alternativa alla tradizione bramanica di corte, elitaria, esoterica e hanno al loro centro la tradizione popolare emarginata, non sanscrita, non-ariana. "It is not surprising that this sub-genre has been ignored and neglected by the classsical theoreticians. Traditionally, it has been viewed as existing in symbiosis with "richer" or "higher" forms of drama and has been characterized by negatives . Abhinavagupta, for example, mantains that only women, children and stupid persons are entertained by the prahasana".

Nel complesso il Congresso ha mostrato, anche per l'aspetto musicale, quanto grande e ricca di interesse sia l'attività di ricerca che può essere svolta nell'ambito dei rapporti tra il sanscrito e la musica.

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