Questa ricerca è dedicata agli eterogenei contesti di reimpiego delle scritture. Fra il medioevo e l’età moderna diversi testi su papiro, pergamena e carta furono oggetto di scarti, trasformazioni e reimpieghi in diverse tipologie di oggetti: abiti (indumenti per bambini, gonne, mantelli, sottovesti, corpetti, accessori e borse, gioielli e corone) imballaggi per cibo e monete, strumenti musicali (viole, organi, tamburi e campane), scarpe, rilegature di libri, ornamenti liturgici (coppe, piviali, orphreys, mitrie), paralumi, o come sostituti dei vetri delle finestre e così via.
Queste scelte, lungi dall’essere una condanna definitiva alla distruzione e all’oblio di diversi manoscritti, hanno invece spesso portato alla rivalutazione del loro supporto fisico e permesso infine la conservazione dei testi scritti su di essi. Supporti di scrittura che ora, grazie a studi interdisciplinari – soprattutto legati alla Paleografia, alla Codicologia, alla Diplomatica e alla Storia dell’Arte – possono essere riportati alla luce.