DISPENSA TESI MAGISTRALI E PROVA FINALE

INFORMAZIONI  PRATICHE

 

FORMATTAZIONE E CARATTERI

 

LUNGHEZZA

Secondo le norme della facoltà, la prova finale avrà un’estensione compresa tra 30 e 50 pagine. La tesi di circa 250. Dal computo sono escluse le eventuali appendici documentarie, interviste, illustrazioni, eccetera.

 

PARAGRAFI

La prova finale può essere eventualmente suddivisa in una serie di paragrafi, con un titoletto ciascuno scritto con il carattere maiuscolo/minuscolo (alto/basso) in grassetto.

Esempio: Paolo Grassi o il sale della cultura

 

Il capoverso

Per capoverso si intende un rientro grafico di un certo numero di battute. Tale rientro può essere stabilito di norma di cinque battute. Se si usa il tasto tabulatore del computer, il rientro è automaticamente prestabilito. Usare il rientro in modo appropriato, non a caso, andando a capo solo quando serve a staccare dal discorso che precede.

 

LUNGHEZZA DEI PERIODI e punteggiatura

Non fare periodi di una pagina intera. Una media di 4/5 periodi per ogni pagina è buona. Poi dipende da scelte personali. Bisogna, tuttavia, evitare di scrivere pagine senza mai andare a capo. Cercare di non fare mai periodi troppo lunghi né troppo brevi.

 

USO DELLE PARENTESI

In una citazione si usa […] quando si omette qualcosa (una parola, una frase) o quando una citazione piuttosto lunga principia con la lettera minuscola perché se ne omette la prima parte. I tre puntini vanno sempre fra parentesi quadre (cercarle nella tastiera e non sostituirle con le tonde).

Esempio 1:

Peculiare è il modo in cui Kleist tende a cancellare “[…] i confini tra tragedia e commedia nelle sue opere più mature”.

Esempio 2:

Pur ammettendo che […] il testo fu di frequente rimaneggiato.

 

PUNTEGGIATURA

Non mettere mai la virgola prima della parentesi tonda o quadra.

I trattini – – hanno lo stesso scopo della parentesi, ma sono stilisticamente più belli. Vanno usati in coppia e va lasciato uno spazio prima e dopo il trattino. I trattini non devono essere preceduti o seguiti da segni di punteggiatura.

 

Usare le virgole in modo appropriato. Nelle enumerazioni, dopo un richiamo, prima di un pronome relativo, per introdurre una subordinata, per staccare due frasi tra loro, etc. etc. Se si hanno dubbi, consultare una grammatica.

 

I puntini di sospensione, se si usano, sono sempre e solo tre …

 

MAIUSCOLO

Non usare mai il tutto maiuscolo, usarlo solo se compare nella citazione originale dell’autore. Prestare sempre attenzione all’uso del maiuscolo/minuscolo: con i nomi e i titoli delle opere:

Gianfranco de Bosio non è Gianfranco De Bosio

Il barbiere di Siviglia è differente da Il Barbiere di Siviglia.

Il Conte di Carmagnola da Il conte di Carmagnola.

 

Uso del corsivo

Il corsivo non si usa a caso. Si usa:

·         quando dobbiamo introdurre nel discorso parole in lingua straniera (anche in latino), tranne nel caso in cui siano citazioni di brani molto lunghi (oltre le tre/quattro righe).

Esempio:

Nel prologo emerge un aspetto peculiare della Weltanschauung di Goethe.

 

·         per indicare i titoli dei testi (ma anche dei singoli capitoli o delle singole voci di un’opera complessiva)

 

Esempio:  Nel suo volume Il teatro di Alberto Nota, Albarosa Camaldo analizza…

 

·         per indicare i titoli di tutte le opere teatrali e opere in generale.

 

Nel comporre La battaglia di Legnano, Verdi non può non considerare…

 

Uso delle virgolette

“ ” si usano per le citazioni brevi e per i titoli di riviste e quotidiani

Esempio 1:

Come ricorda Benedetto Marcello, i “protettori del teatro andranno incontro alle virtuose ”.

Esempio 2:

“La Perseveranza”;  “Sipario”

« » si usano più raramente e soltanto quando all’interno di un  testo citato vi sia un’altra citazione.

Esempio:

Secondo Camus “l’arte è anch’essa  quel movimento che a un tempo esalta e nega «Nessun artista tollera il reale», dice Nietzsche”.

‘ ’ si usano per sottolineare la valenza  particolare che si vuole attribuire a una parola. Pertanto, non si deve in nessun caso utilizzare il corsivo o il sottolineato per mettere in evidenza un termine.

Esempio:

In generale, una costante si può cogliere nell’ ‘uso’ dell’arte nel corso dei secoli.

Ci sono, infine, le uncinate semplici ‹ › che si usano quando dobbiamo completare una citazione introducendo qualche cosa di nostro.

Esempio:

Ed ecco tra noi riaprirsi i passaggi pubblici e riaprirsi i teatri. Dopo l’I. R. teatro alla Scala, ieri sera si riaperse il R. teatro della Canobbiana e il Carcano. Entrambi erano affollati ‹di ufficiali austriaci› malgrado il cattivo tempo.

 

NUMERI

Citare gli anni sempre per esteso:

scrivere 1993-1994, non ’93-’94.

Citare i secoli per esteso:

scrivere l’Ottocento (con la maiuscola), non l’800.

Citare le pagine per esteso:

pp. 310-311 e non pp. 310-11.

Citare le date per esteso:

scrivere 2 dicembre 1996, non 2.12.1996.

I nomi dei mesi vanno scritti con la lettera minuscola.

 

ACCENTI

Attenzione ai due tipi di accento, grave in particolare per le  è = verbo essere. acuto = per parole come affinché, poiché, benché, né.

Se si hanno dubbi e incertezze, controllare sempre sul dizionario o usare il correttore automatico previsto nella maggior parte dei sistemi di WORD.

E’ voce del verbo essere maiuscolo si scrive È .

 

Ricordarsi che alcune voci verbali hanno l’accento (dà terza pers. singolare verbo dare) altre no (fa terza persona singolare verbo fare).

 

Indicazione di atto e scena

La cifra romana indica la suddivisione più grande: l’atto; la cifra in numero arabo indica la scena. Per indicare un verso (solo quando è necessario) si usa ancora la cifra araba. Ogni numero va separato da una virgola.

Esempio:

Vittorio Alfieri, Bruto secondo, II, 1, 11 sta a indicare atto II, scena 1, verso 11

 

La citazione

Prima regola: le citazioni devono essere sempre di prima mano. Mi spiego: occorre citare un documento, un articolo, un testo, dal luogo dove è conservato (se inedito) o pubblicato, e non indirettamente, per esempio da un saggio critico che lo cita a sua volta.

Se  la citazione non supera le due/tre righe si può inserire nel corpo del testo, mettendola fra virgolette.

Esempio:

La Canobbiana necessita e ottiene numerose riparazioni, di cui è difficile precisare l’entità, in quanto, genericamente definite, in un documento datato luglio  1852, “[…] opere di riparazione e miglioramento proposte nell’I. R. Teatro alla Canobbiana”, e per le quali sono stanziate £ 373,30.

Quando la citazione è più lunga allora va rientrata rispetto al testo a destra e a sinistra e scritta con interlinea e carattere minore.

Esempio:

 

Noi, dunque, giovani studenti eravamo assai male collocati così: fra  un teatro, che non ci toccava di entrarci se non cinque o sei sere in tutto il carnovale; fra paggi, che atteso il servizio di corte, le cacce, le cavalcate, ci pareano godere di una vita tanto più libera e divagata della nostra.

 

Il testo può essere scritto con carattere 14 e interlinea 1½ , la citazione è rientrata e scritta con carattere 10 e interlinea singola.

 

Per citazioni molto ampie (tre o quattro pagine)  – per esempio il contratto di ingaggio di un attore, un capitolato d’appalto, etc., etc. – è consigliabile riportare in appendice tutto il testo e citarne nella prova finale solo alcuni brani.

 

Nelle citazioni non si va mai a capo.

 

Per citare un testo teatrale: scrivere il nome del personaggio che pronuncia la battuta in tutto maiuscolo, la didascalia va scritta in corsivo fra parentesi tonde (le parentesi non vanno scritte in corsivo), poi scrivere la citazione.

Esempio:

NORA (senza lasciarsi interrompere): Voglio dire che dalle mani di  mio padre, sono passata nelle tue. Tu hai sistemato tutto secondo i tuoi gusti, e io li condividevo, o almeno facevo finta di accettarli. Non lo so. Forse un po’ una cosa, e un po’ l’altra.

 

Per citare i versi: i versi vanno staccati con / senza andare a capo alla fine del verso.

 

Esempio:

MEFISTOFELE / Passato! Che parola sciocca! Perché ‹‹passato››? / Passato e puro nulla: identità completa. / Questo perpetuo creare, allora, perché? / Per travolgere nel nulla quel che è stato creato? / ‹‹È passato!›› Come dobbiamo intenderla / questa parola? È come non fosse mai stato / eppure s’agita in cerchio, come esistesse. / Preferirei, fossi io, il vuoto eterno.

 

Come già detto, le citazioni devono essere sempre di prima mano e devo essere tratte da edizioni importanti, filologicamente valide. Non da edizioni economiche, spesso altrettanto valide ma meno attendibili. È chiaro che pochi eletti posseggono tali edizioni. Bisognerà quindi recarsi in Biblioteca., visto che è obbligatorio aggiungere sempre anche la pagina dove è collocato il passo citato.

 

NOTE

Ogni citazione, ogni riferimento hanno bisogno di una convalida in nota.

Ci sono vari tipi di note

note esplicative: che servono a chiarire qualcosa del testo;

Esempio:

Savinio ricorda di avere conosciuto “uno degli ultimi esemplari del dotto di stampo antico” il suo professore di latino1.

 

1 Savinio si riferisce a Domenico Fava, di cui è allievo nel 1909.

 

note bibliografiche: che indicano la fonte da dove è stata tratta la citazione;

Esempio:

Nonostante secondo Ricordi non sia “il caso ancora di pensare a portare questa roba sul teatro”1, Savino afferma: “Il Ricordi mi ha promesso di far di tutto per darla alle scene”2.

1 Sandro Franchi Una conversazione con Tito Ricordi, in “Corriere della Sera”, 17 ottobre 1907.

2 Sandro Franchi Il compositore quindicenne, in “Corriere della Sera”, 19 ottobre 1907.

 

Note biografiche: sono da compilare per tutte (o quasi) le persone che si citano nella prova finale, e devono contenere dati biografici o, nel caso di personaggi di grande notorietà, rimandi bibliografici del personaggio in questione. Indicare tutte le notizie che trovate sulla persona citata nel testo.

Esempio 1:

Ella stessa ammette di essere cresciuta molto in seguito all’incontro con Lea Padovani1.

 

1 Lea Padovani (Montaldo di Castro 1920 – Roma 1991), attrice, esordisce nel 1946, etc.    etc.

 

Esempio 2:

Pirandello scopre le grandi capacità di Marta Abba1 nel 1924.

 

1Sulla figura artistica di Marta Abba si veda e qui indicare alcuni rimandi bibliografici. È inutile raccontare tutta la vita di Marta Abba, in quanto si presume che gli studiosi di teatro la conoscano. È utile indicare anno nascita e morte e gli studi più recenti a lei dedicati.

 

Se su alcuni personaggi citati non si trova niente, è bene dire comunque che nonostante le ricerche non si è trovato nulla.

Le note si scrivono sempre a piè di pagina con il numero di richiamo al testo. Nelle note e nelle citazioni non si va mai a capo.

 

COME SI INDICA IN NOTA UN VOLUME CITATO NEL TESTO:

 

Per indicare un volume da cui abbiamo tratto una citazione o al quale abbiamo fatto riferimento dobbiamo scrivere:

nome e cognome dell’autore,

titolo completo in corsivo mantenendo la stessa punteggiatura. Indi, di seguito la città di pubblicazione, la casa editrice, l’anno di pubblicazione, infine il numero di pagina o pagine a cui si fa preciso riferimento, il tutto separato dalla virgola.

Esempio:

Paolo Bosisio, La parola e la scena. Studi sul teatro italiano tra Settecento e Novecento, Roma, Bulzoni, 1987, p. 35.

p. 35 per indicare una pagina singola

pp. 36-38 se si tratta di più pagine a cui si fa riferimento.

Se gli autori sono due o tre, vanno citati tutti.

Se gli autori sono numerosi (come nel caso degli atti di un convegno) si usa AA.VV. = Autori vari

Esempio:

AA.VV., Massimo Castri e il suo teatro, a cura di Isabella Innamorati, Roma, Bulzoni, 1993, p. 76.

 

COME SI INDICA IN NOTA UN SAGGIO, UN ARTICOLO O UNA RECENSIONE

Per citare un saggio, un articolo o un capitolo all’interno di un libro si deve procedere così:

Mariagabriella Cambiaghi, Le serve di Castri o dell’immaginario femminile, in AA.VV., Massimo Castri e il suo teatro, a cura di Isabella Innamorati, Roma, Bulzoni, 1993, pp. 73-81.

Il curatore va sempre indicato. Il traduttore lo si può indicare se è importante in modo particolare.

Per indicare un’opera in più volumi: dopo l’anno si indica: vol. IV, p. 55, se si tratta di più volumi si scriverà: voll.  IV-VII

 

Cfr. significa “confronta, si veda al proposito” e va posto davanti all’indicazione bibliografica per indicare: sull’argomento si veda anche…

 

Quando abbiamo a che fare con opere monumentali in cui è previsto un ordine alfabetico, come enciclopedie o dizionari biografici, è sufficiente indicare il compilatore della voce:

Esempio:

Si veda la voce curata da Silvio d’Amico per l’Enciclopedia dello spettacolo, Roma, Le maschere, 1961, s.v. (s.v. significa  sub vocem e va in corsivo perché parola straniera – è latino -).

Se un testo è citato più volte si può scriverlo come segue:

Paolo Bosisio, La parola e la scena. Studi sul teatro italiano tra Settecento e Novecento, cit., p. 286.

Mariagabriella Cambiaghi, Le serve di Castri o dell’immaginario femminile, cit., p. 77.

Il cit. sostituisce città, casa editrice, anno nel primo caso, anche titolo e curatore della collana nel secondo.

 

Per citare un saggio che compare in una rivista:

autore, titolo, in “Annali di storia del teatro”, IV, pp. 430-432.

 

A volte fra il numero della rivista – indicato in cifra romana o araba – e il numero delle pagine si può inserire l’anno. Per le riviste non si indica editore e luogo di edizione

 

I titoli delle riviste e dei quotidiani vanno sempre scritti fra virgolette non in corsivo.

 

Ibidem: va scritto in corsivo, significa nello stesso luogo e si usa quando la nota viene dalla stessa fonte della nota immediatamente precedente.

Ibidem., p. 240.

Quando un’opera o un fondo archivistico è citato più volte nella prova finale, allora si può predisporre un elenco di abbreviazioni che si porrà all’inizio del lavoro.

Esempio:

Maschere nude  sarà indicato MS.

 

Se si cita da fogli manoscritti, questi fogli si chiamano carte che possono essere numerati e scritti davanti e dietro (recto, verso). Sarà indicato così: 

C. 3 v.  =  Carta 3 verso

 

Se si cita un articolo di quotidiano:

Tommaso Chiaretti, L’unico sano è il matto, cioè l’attore, in “La Repubblica”, 27 ottobre 1984.

Per i quotidiani, non si indica il numero della pagina ma la data di pubblicazione.

 

All’interno di una nota non si va mai a capo.

 

L’esponente di nota va messo sempre prima del segno di punteggiatura (punto, virgola) e dopo le virgolette e parentesi.

Esempio:

L’esasperazione lo porta a esclamare: “non ce la faccio più, lascio!”1.

 

INDICAZIONE E CITAZIONE DA SITI WEB

 

Nel testo il sito web è da indicare utilizzando il semplice indirizzo,

es.: www.piccoloteatro.org

In nota e in bibliografia il sito va indicato con la url per esteso,

es.: http://www.piccoloteatro.org

 

TEMPI VERBALI

Uso del tempo verbale: usare sempre il presente storico anche nelle note.

Usare la prima persona: la mia analisi (e non il nostro lavoro, la nostra ricerca et similia).

 

Anche nelle note biografiche usare sempre il presente storico.

Esempio:

Cesare Dondini nasce a Torino l’11 dicembre 1861. A sette anni esordisce nella Capanna del re galantuomo.

 

 

Per la varietà di stile non esitare a utilizzare un buon dizionario dei sinonimi e dei contrari.

 

I personaggi che via via compaiono nelle pagine della prova finale, vanno sempre tutti indicati con il nome e il cognome almeno la prima volta che ricorrono.

 

VARIA

Non usare la preposizione articolata col. È sempre meglio usare con il.

Esempio:

Non: Esce di scena col mantello adagiato sulla spalla.

Ma:  Esce di scena con il mantello adagiato sulla spalla.

 

Non usare  il verbo venire come ausiliare, ma usare essere.

Esempio:

Non: I testi che vengono presi in esame. Ma: I testi che sono presi in esame.

 

Quando è possibile, non separare il soggetto dal verbo:

Esempio 1:

Bentoglio, purtroppo, non completa l’informazione.

meglio: Purtroppo, Bentoglio non completa l’informazione.

 

Esempio 2:

Alonge, nel pubblicare le due lettere citate, le accompagna da una nota

meglio: Nel pubblicare le due lettere citate, Alonge le accompagna da una nota

 

Tra si utilizza tra due oggetti o persone

Esempio:

Stringe la sella tra le gambe.

L’attore fuma tenendo la sigaretta tra pollice e indice.

 

Fra si utilizza fra più oggetti o persone

Esempio:

Si passa una mano fra  i capelli.

Fra gli allievi si fa notare per la sua eleganza.

 

Meglio sempre le forme intere alle forme tronche.

 

Esempio:

meglio essere di esser

avere di aver etc.etc.

 

Meglio a piuttosto che  ad, e di ed.

 

È sempre preferibile non usare di, dei/degli e delle con valore partitivo, ma sostituirli con fra i e fra le

Ognuno di noi meglio: ognuno fra noi.

La più capace delle attrici della Compagnia meglio La più capace fra le attrici della Compagnia

 

Il meno interessante dei testi presi in esame da D’Annunzio

meglio Il meno interessante fra i testi presi in esame da D’Annunzio

 

COME FARE LA BIBLIOGRAFIA (indicazioni generali)

 

Alla fine della prova finale è sempre prevista una bibliografia.

Essa può essere divisa in sezioni, riguardanti le diverse parti del lavoro (testo, autore, contesto, fortuna scenica).

In ogni caso all’interno di ciascuna sezione le opere andranno indicate in ordine cronologico di pubblicazione dalle più antiche alle più recenti. Vale a dire che un testo edito nel 1974 andrà citato prima di un testo del 2001. Non  seguire l’ordine alfabetico per autore.

 

Nel caso in cui la tesi o l’elaborato faccia riferimento a materiali inediti o manoscritti, conservati in archivio, va prevista una sezione a parte che si intitolerà Fonti archivistiche e manoscritte, sempre indicate in ordine cronologico, con la collocazione precisa e l’ente (biblioteca, archivio, museo in cui sono conservate).

 

 Anche per i Periodici è prevista una sezione a parte. L’elenco è sempre in ordine cronologico, ma si citano  solo le annate effettivamente consultate.

Per esempio in una la tesi o l’elaborato sugli anni 1970-1975 è assurdo citare “Corriere della Sera “, 1876- 1975, ma si scriverà “Corriere della Sera”, 1970-1975 (se si sono considerati tutti gli anni o meno).

 

Visita sempre

INDICE SBN  http://opac.sbn.it/cgi-bin/IccuForm.pl?form=WebFrame

 

APPENDICI

Per arricchire il vostro lavoro è possibile corredarlo da una o più appendici (purché davvero utili e interessanti; in caso contrario è meglio evitare).

Nelle appendici vengono trascritti documenti inediti o molto rari, vengono riportate vostre interviste inedite a personaggi nominati nella la tesi o l’elaborato, raccolte rassegne stampa particolarmente significative, o illustrazioni riguardanti gli spettacoli o i testi studiati.

Ricordarsi che le appendici non  devono essere calcolate nel conteggio delle pagine di testo richieste dalla facoltà. Naturalmente, tuttavia, è possibile continuare la numerazione progressiva nella stesura finale della la tesi o l’elaborato.

 

E INFINE ma non ultimo

 

La la tesi o l’elaborato va consegnata al vostro tutor in forma completa e definitiva: evitare parti abbozzate, provvisorie o peggio incomplete. Preoccuparsi di terminare tutte le note.

 

Prima di consegnare la tesi o l’elaborato, rileggerla con attenzione, parola per parola.

 

Numerare sempre le pagine e ricordarsi di apporre il proprio nome, cognome e recapito telefonico sulla prima pagina.

 

Tra la consegna della tesi o l’elaborato e la riconsegna della stessa corretta trascorrono sempre due o tre settimane (venti giorni circa). È, quindi, consigliabile prevedere tale lasso di tempo destinato alla correzione nell’economia generale del lavoro. È inoltre preferibile che i tempi di consegna siano piuttosto ampi rispetto alla data di consegna alla segreteria: è possibile, infatti, che la tesi o l’elaborato necessiti di correzioni o integrazioni che il tutor può aver bisogno di rivedere: riservarsi quindi il tempo necessario.

Consegnare la tesi o l’elaborato piena di errori di battitura (o peggio di ortografia) è segno di mancanza di rispetto verso chi deve leggere e correggere il lavoro. È inoltre una inutile perdita di tempo per tutti. Se si hanno problemi nella battitura, come spesso accade, prima di consegnare la relazione finale, imparare a usare il computer o farsi aiutare da qualche collega/amico.

Se si usano tastiere straniere fare molta attenzione agli accenti (gravi e acuti) che sono differenti.

 

Qui di seguito ecco un MODELLO di  scrittura per elaborato e tesi di laurea magistrale con le indicazioni di margini e rientri:


Parte I

 

La stabilità

Il settore della stabilità comprende: i teatri stabili ad iniziativa pubblica, costituiti dalle Regioni e dagli enti locali, i quali svolgono un ruolo fondamentale nella valorizzazione e diffusione del teatro nazionale d’arte e di tradizione; i teatri stabili ad iniziativa privata, cioè enti o associazioni ad iniziativa privata o mista pubblica-privata che svolgono attività di interesse pubblico volto soprattutto a sostenere il repertorio italiano contemporaneo; i teatri stabili di innovazione che hanno come precisa finalità il rinnovamento del linguaggio teatrale, attraverso la ricerca e la sperimentazione di nuove forme espressive[1].

Il primo stabile italiano nasce a Milano nel 1947 dall’iniziativa di Giorgio Strehler e Paolo Grassi e grazie anche alla collaborazione dell’allora sindaco Antonio Greppi; si tratta di una vera ‘rivoluzionÈ, in quanto la nascita del Piccolo Teatro di Milano si inserisce in un contesto di assoluta arretratezza del teatro italiano e della sua organizzazione nel dopoguerra. Dice Lamberto Trezzini: “[…] l’Ottocento nel teatro italiano arrivò si può dire sino al 1945 […]”[2], volendo intendere appunto il perdurare di un sistema all’estero superato ormai da decenni dall’avvento della regia,  ancora basato sul modello della compagnia privata di giro costituita attorno alla figura del capocomico che si occupa degli aspetti artistici come di quelli organizzativi e legali, caratterizzata dal nomadismo e con un repertorio basato ancora sul sistema dei ruoli e necessariamente condizionato dal mercato.

Questo è quanto si proponevano i fondatori dello stabile milanese, riassunto nel celebre slogan ‘un teatro d’arte per tutti’:

Recluteremo i nostri spettatori, per quanto più è possibile, tra i lavoratori e tra i giovani, nelle officine, negli uffici, nelle scuole, offrendo semplici e convenienti forme di abbonamento per meglio saldare i rapporti tra teatro e spettatori. Non dunque teatro sperimentale e nemmeno teatro di eccezione, chiuso in una cerchia di iniziati, ma invece un teatro d’arte, per tutti. Noi non crediamo che il teatro sia un’abitudine mondana o un astratto omaggio alla cultura, nemmeno pensiamo al teatro come ad un’antologia di opere memorabili del passato e di novità curiose del presente, se non c’è in esse un interesse vivo e sincero che ci tocchi. Il teatro resta luogo dove una comunità ascolta una parola da accettare o respingere, perchè, anche quando gli spettatori non se avvedono, questa parola li abituerà a decidere della loro vita individuale e della loro responsabilità sociale[3].

 

Accanto a queste proteste si leva quella degli attori che si inscrive nei movimenti di contestazione del Sessantotto, e consiste nell’insofferenza verso un teatro di regia che nega all’attore qualsiasi tipo di partecipazione alle scelte, “Lo scontro è forte. Al Piccolo le assemblee sono permanenti e le richieste precise: partecipazione alle scelte, controllare il bilancio, decentrare l’attività”[4]; queste crisi portano alla formazione di cooperative e di compagnie autogestite di attori e tecnici, un modello organizzativo che comincia ad affermarsi e diffondersi e sarà caratteristico degli anni Settanta.


[1] Cfr. Alberto Bentoglio, L’attività teatrale e musicale in Italia, Roma, Carocci, 2007, pp. 192-193.

[2] Lamberto Trezzini, Geografia del teatro n. 3, Bologna, Patron, 1990, p. 29.

[3] AA.VV.,  Lettera programmatica per il Piccolo Teatro di Milano, in “Il Politecnico”, gennaio-marzo 1947.

[4] Mimma Gallina, Organizzare teatro, Milano, Franco Angeli, 2003, p. 65.

Informazioni su Alberto Bentoglio

Alberto Bentoglio Direttore del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi in Milano. CURRICULUM VITAE ET STUDIORUM ATTIVITÀ DI RICERCA Titoli accademici Dottore di Ricerca in Teoria e storia della rappresentazione drammatica (V ciclo) presso Università Cattolica del Sacro Cuore (1993). Laurea in Lettere, Università degli Studi in Milano (1989). Carriera universitaria Dal 2018 Componente nella Commissione per l'attribuzione dell'Abilitazione Scientifica Nazionale alle funzioni di professore di prima e di seconda fascia nel settore concorsuale 10/C1 - TEATRO, MUSICA, CINEMA, TELEVISIONE E MEDIA AUDIOVISIVI. Dal 2017 Direttore del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi in Milano. Dal 2015 Professore Ordinario in Discipline dello spettacolo (ssd L-ART/05 - settore concorsuale 10/C1 - TEATRO, MUSICA, CINEMA, TELEVISIONE E MEDIA AUDIOVISIVI) presso l’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Beni culturali e ambientali, titolare della cattedra di Storia del teatro e dello spettacolo. Nel gennaio 2014 consegue all’unanimità l’Abilitazione Scientifica Nazionale alle funzioni di Professore di prima fascia per il settore concorsuale 10/C1 - TEATRO, MUSICA, CINEMA, TELEVISIONE E MEDIA AUDIOVISIVI. Dal 1 ottobre 2006 al 2015 è stato Professore Associato confermato. Dal 1 luglio 1998 al 2006 è stato Ricercatore di Discipline dello spettacolo (L-ART/05) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Nell’anno accademico 1997-1998 è stato affidatario per la Cattedra di Storia del teatro e dello spettacolo, di un corso di sostegno della didattica per gli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Dal 1994 al 1996 è stato borsista di studio post-dottorato presso l'Istituto di Discipline musicologiche e dello spettacolo dell’Università degli Studi di Milano. Aree di ricerca La principale area di ricerca indagata da Bentoglio ricostruisce criticamente la vicenda storica del teatro nel secolo XIX. Prendendo le mosse dagli ultimi decenni del Settecento, Bentoglio ha approfondito lo studio del panorama teatrale drammatico italiano dal 1800 all’Unità d’Italia. Il lavoro di ricerca sull’attività dei singoli attori e capocomici ha condotto, fra l’altro, alla prima edizione critica di due dizionari di attori, redatti da Antonio Colomberti alla fine del secolo XIX, confluiti in due volumi dal titolo, Dizionario biografico degli attori italiani. Una seconda area di ricerca studia lo sviluppo dell’organizzazione teatrale e musicale in Italia dal Cinquecento ad oggi. In tale direzione, Bentoglio ha dedicato la sua attenzione alle normative in materia di spettacolo dal vivo nel corso dei secoli, con riferimento particolare al magistero artistico di Paolo Grassi e Giorgio Strehler e, recentemente, alla città di Milano e alle sue istituzioni più importanti (Teatro alla Scala e Piccolo Teatro). Particolare attenzione è stata riservata ai teatri stabili pubblici e privati e alle nuove forme di finanziamento (impresa sociale Elfo Puccini, 2017, seconda edizione). Una terza area di ricerca è, infine, dedicata ai rapporti tra scrittura drammaturgica (in lingua e dialetto) e realizzazione scenica. I risultati di tale indagine sono confluiti in volumi, edizioni critiche di testi inediti e in molti contributi pubblicati in riviste e volumi dedicati a Carlo Gozzi, Vincenzo Monti, all’attore-autore Giuseppe Moncalvo, a Gustavo Modena e, nel secolo XIX, a Marta Abba, Renato Simoni, Samuel Beckett, Tennessee Williams. Un’attenzione particolare è stata rivolta allo studio dell’affermazione della regia critica sulle scene italiane nel teatro d’opera. Responsabile di progetto e partecipazione e/o coordinamento a gruppi di ricerca Bentoglio è stato responsabile scientifico dell’Unità locale di Ricerca del progetto PRIN 2008 (cofinanziato) “Archivio multimediale degli attori in Lombardia tra il 1800 e il 1950”. Ha, inoltre, partecipato a gruppi di ricerca che hanno avuto come oggetto alcune fra le attività di ricerca sopra indicate: PUR (ex FIRST) finanziati dall’Ateneo, PRIN (2000 e 2004) entrambi finanziati, Fondazione Cariplo (2012) e SIR (Sostegno Istituzionale alla Ricerca – 2014). Nei bienni 2006-2007 e 2008-2009 è stato responsabile scientifico di un assegno per la collaborazione all’attività di ricerca, Area 12 Scienze dell’antichità, Filologiche-Letterarie e storico artistiche. Direzione o partecipazione a comitati editoriali di riviste scientifiche, collane editoriali, enciclopedie e trattati di riconosciuto prestigio Direttore della collana “Teatro, drammaturgia e spettacolo” (Edizioni Unicopli). Membro del Comitato direttivo della rivista “Drammaturgia”, Firenze University Press Membro del Comitato direttivo della rivista “Commedia dell’Arte-Annuario Internazionale”. Membro del Comitato Scientifico editoriale della collana “Filosofie del teatro”, Mimesis. Membro del Comitato Scientifico editoriale della collana “Le fonti dello spettacolo teatrale”, Bulzoni editore. Appartenenza ad accademie scientifiche di riconosciuto prestigio Vice Presidente della Consulta Universitaria del Teatro (CUT), associazione nazionale dei docenti universitari di discipline dello spettacolo dove dal maggio 2012 al maggio 2016, è stato membro del Consiglio direttivo. Vice Presidente del Comitato Scientifico dell'Associazione Culturale Biblioteca Famiglia Meneghina - Società del Giardino. Membro del Comitato Scientifico di AMAtI (Archivio Multimediale degli Attori Italiani) Università degli Studi di Firenze. Membro del Consiglio Scientifico del Centro interdipartimentale di ricerca “Centro Studi Pergolesi”, Università degli Studi di Milano. Socio Onorario della Associazione “Amici di Milano Musica”. Partecipazione in qualità di relatore a convegni congressi di interesse internazionale Ha partecipato in qualità di relatore a numerosi congressi, convegni e giornate di studio di interesse nazionale (presso le principali Università e istituzioni teatrali e musicali italiane - Teatro alla Scala, Piccolo Teatro, Teatro Elfo Puccini) e internazionale (University of London, University of Strathclyde in Glasgow, Princeton University, Università di Innsbruck). Ha tenuto un ciclo di lezioni presso la Princeton University (New Jersey USA) Department of French & Italian, nel novembre 2007. Fra le molte iniziative, nel gennaio 2008, Bentoglio è stato relatore alla giornata di studi organizzata dal Senato della Repubblica, dedicata a Giorgio Strehler. Bentoglio è stato curatore scientifico di mostre iconografico-documentarie. In particolare, nel dicembre 2014, ha curato la mostra Giorgio Strehler: un uomo per Milano, un teatro per l’Europa, promossa dalla Fondazione Bracco in collaborazione con il Piccolo Teatro e l’Accademia Teatro alla Scala e, nel novembre 2016, è stato coordinatore scientifico della giornata di studi internazionale ''Un bel dì vedremo'': il Giappone ai tempi di Madama Butterfly (Teatro alla Scala). Attività di valutazione nell’ambito di procedure di selezione competitive nazionali Dal 2018 Componente nella Commissione per l'attribuzione dell'Abilitazione Scientifica Nazionale alle funzioni di professore di prima e di seconda fascia nel settore concorsuale 10/C1 - TEATRO, MUSICA, CINEMA, TELEVISIONE E MEDIA AUDIOVISIVI. Dal 2014 Bentoglio svolge per ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca) la mansione di esperto disciplinare per la valutazione e l’accreditamento iniziale e periodico dei corsi di studio universitari. Dal 2014 al 2017 è stato membro del Gruppo di Lavoro Libri e riviste scientifiche per Area 10 (Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche) Nel 2014 è stato esperto disciplinare per l’area teatro del settore AFAM. È, inoltre, revisore-referee per la valutazione dei programmi di ricerca e dei prodotti della ricerca (SIR, FARE, Futuro in ricerca, VQR). Nel 2017 è stato membro della Commissione per la procedura di valutazione comparativa a 1 posto di ricercatore A, Università degli Studi di Ferrara. Nel 2017 è stato membro della Commissione per la procedura di valutazione comparativa a 1 posto di professore ordinario, Università di Padova. Nel 2017 è stato membro della Commissione per la procedura di valutazione comparativa a 1 posto di professore associato, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Nel 2017 è stato membro della Commissione per la procedura di valutazione comparativa a 1 posto di ricercatore A, Università di Bergamo. Nel 2016 è stato membro della Commissione per la procedura di valutazione comparativa a 1 posto di ricercatore A, Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel 2016 è stato membro della Commissione per la procedura di valutazione comparativa a 1 posto di professore ordinario, Università degli Studi di Bergamo. Nel 2016 è stato membro della Commissione per la procedura di valutazione comparativa a 1 posto di ricercatore B, Università degli Studi G. d’Annunzio Chieti-Pescara. Nel 2016 è stato membro della Commissione di conferma posto di ricercatore a tempo indeterminato, Università degli Studi di Torino. Nel 2014 è stato membro della Commissione per la procedura di valutazione comparativa a 1 posto di professore associato, Università degli Studi di Milano. Nel 2011 è stato membro della Commissione per la procedura di valutazione comparativa a 1 posto di ricercatore universitario a tempo determinato, Università degli Studi di Messina. ATTIVITÀ DIDATTICA Dal 2002-2003 Bentoglio è titolare dell’insegnamento di Storia del teatro e dello spettacolo (60 ore) e, dall’anno accademico 2000-2001, dell’insegnamento di Organizzazione ed economia dello spettacolo (poi Storia dell’organizzazione teatrale e musicale) (60 ore) per i corsi di laurea in Scienze dei Beni culturali, Lettere, Scienze Umanistiche per la comunicazione e corso di laurea magistrale in Scienze della musica e dello spettacolo. Dal 2016-2017 è titolare dell’insegnamento di Storia della danza. Negli anni accademici 2011-2012 e 2012-2013 è stato titolare per affidamento interno dell’insegnamento di Scienze interdisciplinari - Musicoterapia presso il corso di laurea in Logopedia (Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano). Dal 2004 al 2009 è stato titolare per affidamento esterno dell’insegnamento di Storia del teatro e dello spettacolo presso la IULM (Libera Università di Lingue e Comunicazione) di Milano. È docente presso i corsi estivi internazionali di Lingua e cultura italiana per stranieri (Palazzo Feltrinelli di Gargnano del Garda) dell’Università degli Studi di Milano. È docente presso il Master in Performing arts management realizzato dall’Accademia Teatro Scala con il Piccolo Teatro e il Politecnico di Milano. Dal 1996 al 2005 è stato titolare dell'insegnamento di Storia del teatro presso la Scuola di Teatro del Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa, diretta da Luca Ronconi. È stato docente presso il Master in Management per lo Spettacolo MASP - SDA Bocconi Accademia d’Arti e Mestieri dello Spettacolo del Teatro alla Scala. Nel 2007 ha tenuto un ciclo di lezioni presso la Princeton University (New Jersey, USA) dove è tornato nell’ottobre 2009 per partecipare all’International conference Shades of Futurism. Didattica integrativa Bentoglio è relatore di elaborati triennali, tesi di laurea magistrali e tesi di dottorato. Dal 2007 ha discusso come relatore e membro di Commissioni Giudicatrici, tesi di dottorato sia in ambito nazionale (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Università degli Studi di Torino, Università di Pisa, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Padova), sia in ambito internazionale (Université d’Avignon et des Pays de Vaucluse, Université Paris 8). Coordina, inoltre, con cadenza annuale seminari e laboratori didattici realizzati in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano e con altre istituzioni teatrali e musicali milanesi (Teatro alla Scala, Teatro Elfo Puccini) destinati agli studenti dei corsi triennali e magistrali. Dottorato Dal 2013 è membro del Collegio docenti del Corso di Dottorato di ricerca in Scienze del patrimonio letterario, artistico e ambientale dell’Università degli Studi di Milano. Dal 2010 al 2012 è stato membro del Collegio docenti del Corso di Dottorato di ricerca in Scienze dei beni culturali e ambientali dell’Università degli Studi di Milano. Dal 2000 al 2002 è stato membro del Collegio docenti del Corso di Dottorato di ricerca in Teoria e storia della rappresentazione drammatica (Università degli Studi di Milano e Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano). Ha tenuto lezioni presso varie Scuole di Dottorato e ha partecipato, come sopra indicato, a Commissioni giudicatrici per il conferimento del titolo di dottore di ricerca sia in Italia, sia all’estero. Attività di servizio agli studenti Bentoglio fa parte della Commissione “Piani di studio” e “Orientamento” per il Corso di Laurea triennale in Scienze dei Beni culturali e per il corso di laurea magistrale in Scienze della musica e dello spettacolo (già Scienze dello spettacolo). Negli anni scorsi, ha svolto le attività di tutorato sopra indicate anche per il corso di laurea in Scienze Umanistiche per la Comunicazione. Svolge per il COSP - Centro per l'Orientamento allo Studio e alle Professioni - attività di tutorato per il settore stage. Ha partecipato quale docente referente della Facoltà di Studi Umanistici alle due edizioni dei Laboratori di orientamento al lavoro organizzati dal COSP. È stato membro del Gruppo di lavoro per la valutazione e gestione della attività didattica della Facoltà di Lettere e Filosofia. Attività gestionali, organizzative e di governo Dal 2017 è Direttore del Dipartimento di Beni culturali e ambientali dell’Università degli Studi in Milano. Dal 2012 al 2017 è stato Presidente del Collegio Didattico del Corso di Laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali (rieletto per un secondo mandato per il triennio 2015-2017). Dal 2012 al 2014 è stato Presidente dei Corsi di Laurea Magistrale in Archeologia, Archivistica e Biblioteconomia, Musicologia, Scienze dello Spettacolo e Storia e Critica dell'Arte, oltre che del corso triennale suddetto. Dal 2010 è rappresentante del Senato Accademico nella Commissione d’Ateneo per le Biblioteche (CAB). Dal 2010 al 2012 è stato membro del Senato Accademico dell’Università degli Studi in Milano, quale rappresentante dei professori di seconda fascia delle Facoltà di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Scienze politiche, Scienze motorie. Durante il suo mandato in Senato Accademico, ha partecipato a numerosi gruppi di lavoro, a Commissioni didattiche e gestionali d’Ateneo. Altri incarichi: Dal 2016 è membro della Commissione di Valutazione del Sistema delle Convenzioni Teatrali del Comune di Milano per il triennio 2016-2018. Dal 2016 è membro del Nucleo di Valutazione Didattica della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Nel triennio 2015-2017 è stato Direttore dei Corsi internazionali di Lingua e Cultura italiana organizzati dall'Università degli Studi di Milano, presso la sede estiva di Palazzo Feltrinelli in Gargnano del Garda (carica già ricoperta nel biennio 2011-2012). Dal 2010 al 2017 è stato membro del Consiglio direttivo del Centro d'Ateneo per la promozione della lingua e della cultura italiana "Chiara e Giuseppe Feltrinelli” (CALCIF) dell’Università degli Studi di Milano.
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