Concludiamo la serie di post dedicati alla certificazione di quest’anno con alcune considerazioni circa la seconda parte della prova di livello A, quella legata maggiormente alle abilità morfo-sintattiche. Prima di tutto, ripeto per comodità di chi legge il testo sottoposto agli studenti:
Anno ab urbe condita DCCXCVIII Claudius, imperator ab Augusto quartus, volens se ipsum utilem reipublicae ostendere principem, bellum ubique tulit et victoriam quaesivit. Itaque bellum in Britanniam movit; ideo insulam petivit, quam, neque ante Iulium Caesarem, neque post eum, quisquam adire ausus erat, ibique sine ullo proelio ac sanguine intra paucissimos dies plurimam insulae partem in deditionem recepit. Orcades etiam insulas, ultra Britanniam in Oceano positas, Romano adiecit imperio, ac sexto, quam profectus erat , mense Romam rediit, filioque suo ‘Britannicum’ nomen inposuit. Hoc autem bellum quarto imperii sui anno gessit. Ab eodem Claudio Vespasianus, qui post Neronem imperavit, in Britanniam missus, etiam Vectam insulam, Britanniae proximam, Romanorum imperio adiecit. Succedens autem Claudio in imperium Nero, nihil omnino in re militari ausus est: ideo, inter alia Romani multa regni detrimenta, Britanniam fere totam amisit; nam, Nerone imperatore, duo nobilissima oppida Britanniae capta atque subversa sunt ab hostibus. Hadrianus imperator murum, quod et vallum dicitur, fecit ad Britanniam defendendam; Severus autem imperator, cum vidisset , magnis gravibusque proeliis saepe gestis, partem insulae Britanniae ab indomitis gentibus receptam esse, vallo defendendam insulam putavit. Itaque Severus magnam fossam fortissimumque vallum turribus munitum a mari ad mare duxit. Severus apud Eboracum urbem morbo mortuus est. Reliquit duos filios, Bassianum et Getam; Bassianus “Antonium” cognomen habuit et regno potitus est; imperium solus gessit et “Caracalla” a populo vocatus est.
Gli esercizi 4 e 5 erano forse i più abituali anche alla pratica scolastica. Quello che richiedeva, tramite domande a risposta multipla, di individuare una parte del discorso e la sua flessione o la funzione sintattica di un elemento all’interno di una frase è certo di facile approccio per chi ha studiato con precisione e continuità il manuale e si è abituato a rendere ragione delle traduzioni svolte, tramite le buone, vecchie analisi, ‘grammaticale’ e ‘logica’. Credo che tutti, nella prassi didattica quotidiana, e soprattutto chi utilizza il metodo cosiddetto ‘tradizionale’, chiediamo ai nostri studenti, se non un’analisi completa dei brani studiati, almeno delle spiegazioni sui punti più complessi o in cui la corretta resa italiana si discosta dalla struttura latina. Proprio a partire dalla mia esperienza, forse perché legata a un liceo scientifico, ho potuto constatare che le conoscenze ‘teoriche’ sono progressivamente ‘resettate’ e rimosse quanto più ci si allontana dal biennio. Mi sono quindi dovuta rassegnare a non dare nulla per scontato e a continuare a chiedere, durante le verifiche orali che non siano basate sulla pura storia della letteratura, anche le banali declinazioni, in particolare di aggettivi e pronomi, per evitare la loro completa caduta nell’oblio! Ecco dunque l’esercizio 4:
Scegli la risposta esatta fra quelle proposte
quisquam è:
- un pronome interrogativo
- un aggettivo indefinito
- un pronome indefinito
- un pronome relativo
hoc è:
- pronome dimostrativo ablativo singolare
- aggettivo dimostrativo ablativo singolare
- pronome dimostrativo accusativo singolare
- aggettivo dimostrativo accusativo singolare
quod è:
- pronome relativo nominativo neutro singolare
- aggettivo interrogativo nominativo neutro singolare
- pronome relativo accusativo neutro singolare
- congiunzione subordinante causale
defendendam è:
- participio presente
- participio passato
- gerundivo
- gerundio
Per individuare il valore di quisquam non è nemmeno necessaria un’occhiata al testo, basta ricordare gli indefiniti; così come per classificare defendendam come gerundivo è necessario solamente guardare la sua desinenza. Nel caso di hoc e quod, invece, occorre evincere dalla frase in cui sono inseriti il valore di aggettivo dimostrativo accusativo singolare del primo, concordato con bellum, di pronome relativo nominativo neutro singolare del secondo (Hadrianus imperator murum, quod et vallum dicitur, fecit). Certo la concordanza col predicativo del soggetto vallum, piuttosto che con l’antecedente murus poteva richiedere una riflessione ulteriore, ma le altre risposte sono inaccettabili: non può esserci un complemento oggetto con un verbo di diatesi passiva (né si giustifica un diverso uso dell’accusativo); non possiamo trovare l’indicativo in una subordinata interrogativa indiretta, non è plausibile una causale per il significato del periodo: la costruzione del muro non può essere provocata dalla sua definizione di ‘vallo’.
Più complesso è risultato l’esercizio che comportava la trasformazione di proposizioni del brano in strutture equivalenti; sicuramente è statisticamente, insieme all’ultimo, quello che miete più ‘vittime’, come si è visto dall’analoga prova proposta al livello B1. Si tratta per lo più di ridurre forme esplicite in implicite o viceversa, ma credo che il maggior ostacolo nasca proprio dalla scarsa abitudine dei nostri studenti a usare il latino in modo ‘attivo’, cioè a considerarlo una vera e propria lingua… L’esercizio in sé prevede di gestire contemporaneamente più conoscenze e abilità: in primo luogo vanno conosciuti paradigmi e desinenze, prerequisito ovvio, ma sempre meno scontato da quando è invalsa l’abitudine dei dizionari cartacei di porre anche i perfetti e i participi perfetti come lemmi a sé stanti (per non parlare di quelli on line che frequentemente consentono di trovare anche le altre forme flesse). Inoltre, va riconosciuto il rapporto temporale della subordinata rispetto alla reggente, la diatesi della frase da modificare e, per concludere, i diversi costrutti possibili per rendere una medesima funzione sintattica. Vediamo le proposte del test:
- Volens
Qui _______________________________
- Ultra Britanniam in Oceano positas
Quae ultra Britanniam in Oceano positae __________________________
- Qui post Neronem imperavit
Post Neronem _____________________________ (si usi una forma implicita)
- In Britanniam missus
Cum in Britanniam ____________________________
- Succedens autem Claudio in imperium Nero
Ubi autem Claudio in imperium Nero _______________________
- Nerone imperatore
Dum Nero imperator ______________________
- Ad Britanniam defendendam
Britanniae ______________________________ causa
- Cum vidisset
Quia ___________________________________
Per trasformare i participi presenti (1 e 5), sia che venga richiesta una relativa, sia che si tratti di una temporale, basta ricordare che hanno valore attivo e contemporaneo; il quesito inoltre evidenziava già il soggetto (qui e Nero), conseguentemente la persona del verbo indicativo (richiesto dal connettivo suggerito) è la terza singolare; l’unica variabile può essere costituita dal tempo della reggente e dal fatto che l’azione sia da considerarsi durativa e momentanea. Dipendendo entrambe da un perfetto (quaesivit la prima, ausus est la seconda), la prima richiedeva quindi l’imperfetto, qui volebat (azione continuativa/abituale), la seconda il perfetto, ubi…successit, dal momento che, ovviamente, la successione imperiale si verifica di regola una volta sola. Un procedimento uguale e contrario va seguito per qui post Neronem imperavit (3), per cui era esplicitamente richiesta una forma implicita: trattandosi di una relativa attiva e contemporanea a Vespasianus (…) Vectam insulam (…) Romanorum imperium adiecit, l’unico modo e tempo possibile è il participio presente, al nominativo, in quanto qui ha come antecedente Vespasianus, soggetto della principale (imperans). Nerone imperatore (6), che i manuali definiscono un ablativo assoluto nominale, può nascondere un ‘trabocchetto’, in quanto solitamente le grammatiche scolastiche affermano che dum, richiesto per la trasformazione in temporale esplicita, vuole l’indicativo presente quando indica una stretta contemporaneità, col valore quindi di ‘mentre’. La soluzione migliore sarebbe quindi dum Nero imperator est, nonostante il predicato della reggente sia capta sunt (atque subversa sunt). Tuttavia è accettabile anche dum Nero imperator erat, secondo un uso attestato almeno a partire da Livio. Una maggior riflessione richiedeva la trasformazione dei participi perfetti, positas (Orcades) e missus (Vespasianus) (2 e 4); va ricordato infatti che questa forma, nei verbi attivi, ha valore non solo anteriore ma anche passivo. Il primo dei due quesiti è in realtà molto semplice, perché chiede solo di completare la trasformazione della forma di modo finito dando già positae (Quae ultra Britanniam in Oceano positae) e consentendo di concludere sia con sunt, riferito al tempo del narratore, sia con erant, adeguato al tempo della narrazione. Per quanto concerne missus, da rendere con un cum narrativo, viene lasciata ai candidati la facoltà di optare per una frase temporale o narrativa, quindi di utilizzare l’indicativo o il congiuntivo. Nel primo caso la consecutio dell’indicativo, meno schematica, consente l’utilizzo sia del perfetto sia del più che perfetto (missus est o erat), nel secondo l’anteriorità rispetto ad un tempo storico impone missus esset. Sempre la differenza fra uso dell’indicativo e del congiuntivo, permette di trasformare cum videsset (8) in quia vidit o viderat, mentre l’ultima proposta (7), che chiedeva di modificare una finale implicita in una frase analoga sempre implicita, richiede solo la conoscenza dell’uso del gerundivo attributivo, per concordare defendendae con Britanniae: il fatto che sia dato il genitivo del sostantivo escludeva automaticamente la possibilità di usare il gerundio seguito dal complemento oggetto.
Tutto ‘facile’ per noi che insegniamo, ma quale la strada per renderlo tale anche per i discenti? Purtroppo non ho una formula magica; certo mi rendo conto della grossa difficoltà dei ragazzi a trasformare correttamente già in italiano le implicite in esplicite e viceversa, e a ricordare per esempio che ‘Cesare, fortificato l’accampamento, attaccò battaglia’ prevede, come soggetto di ‘fortificato’, l’‘accampamento’ e non ‘Cesare’. Credo che l’aiuto che possiamo dare agli studenti per affrontare questo tipo di esercizi, sia proprio abituarli con trasformazioni sempre più complesse a ‘manipolare’ la lingua, iniziando dal volgere l’attivo in passivo o viceversa, per passare alla modifica dei participi, delle frasi con l’indicativo in equivalenti col congiuntivo, e così via. A fine anno, in prima, sono di solito alle prese con lo studio dei participi e vedo spesso in realtà qualche volto affranto, forse anche per la stanchezza di maggio/giugno; ma in seconda, dopo un biennio di cura intensiva, le crisi di ‘panico da trasformazione’ sono decisamente diminuite e anche i risultati sono accettabili.
Veniamo ora all’ultimo esercizio, che, come il precedente, prevedeva conoscenze e abilità morfosintattiche, ma anche competenza lessicale e di comprensione generale; per certi aspetti riassume un po’ quanto richiesto nell’intero test. Si tratta infatti di completare non più una parafrasi, quindi un testo in qualche modo semplificato, ma un brano d’autore, seguente, anche se non necessariamente contiguo, a quello già analizzato. La scelta dei vocaboli è guidata dal fatto che sono in numero equivalente a quello degli spazi, quindi, entro certi limiti, si può andare per ‘esclusione’; tuttavia i termini vanno flessi a seconda della frase in cui sono inseriti:
Postea Diocletianus XXXIII ab Augusto ________________ ab exercitu electus est, Maximianumque socium creavit imperii. Quorum tempore Corausius ________________, genere quidem infimus, sed consilio et _______________ promptus, cum ad observanda Oceani litora, quae tunc Franci et Saxones infestabant, positus, plus in perniciem quam in profectum _______________ ageret, ereptam praedonibus praedam ex nulla ________________ restituendo dominis, sed sibi soli vindicando. Neque abfuit suspicio, quin ipsos quoque hostes ad incursandos fines artifici neglegentia permitteret; ________________ ob rem, a Maximiano iussus occidi, purpuram sumpsit, ac Britanniam occupavit. Qua sibi per VII annos fortissime vindicata ac retenta, tandem fraude Allecti socii _________________ interfectus est. Allectus postea ereptam Carausio insulam per triennium tenuit; quem Asclipiodotus praefectus praetorio oppressit, Britanniamque post X annos __________________.
Ecco i termini da inserire:
qui, quae, quod; recipio, is, -cepi, -ceptum, -ĕre; quidam, quaedam, quoddam; suus, a, um; manus, us f.; imperator, is m.; respublica, ae f.; pars, partis f.
Credo che la prima cosa da fare fosse esaminare il tipo di parole date: quattro sostantivi, un solo verbo, un aggettivo personale riflessivo, un indefinito e qui, quae, quod che potrebbe essere un relativo, un indefinito o un interrogativo. Certo se, leggendo il testo, risulta subito chiaro ‘che cosa va dove’ non ci sono problemi, ma, in caso contrario, proporrei di muoversi come nelle ‘parole crociate’, partendo dalle soluzioni più evidenti. Ad esempio trovare il posto del verbo, elemento essenziale per la costituzione della frase, è semplice: in genere sta all’ultimo spazio nella frase, e la presenza dei verbi del racconto al perfetto, unita all’identità di soggetto con la principale, portano a scrivere Britanniamque post X annos recepit. Per posizionare i sostantivi credo opportuno partire dal quinto spazio, dove ex nulla induce alla scelta di pars declinato all’ablativo, mentre al terzo posto la frase delimitata da due virgole, che vede concordato con consilio il termine da inserire in dipendenza di promptus, spinge a completare sed consilio et manu promptus. Il senso fa capire abbastanza velocemente la necessità di imperator in prima posizione. Qui può trarre in inganno, e spingere all’uso dell’ablativo, ab Augusto immediatamente precedente, ma la presenza del copulativo electus est obbliga a servirsi di un nominativo in qualità di predicativo del soggetto. Rimane, anche solo per esclusione, da completare plus in perniciem quam in profectum rei publicae ageret, ricordando che entrambi gli elementi costitutivi di respublica vanno declinati. La presenza di ob rem preceduto da uno spazio dovrebbe richiamare alla mente quam ob rem, in cui utilizzare il prima ambiguo qui, quae, quod, mentre, per quanto concerne i due spazi rimanenti, si inserisce sui in penultima posizione: Allecti socii sui, cioè del soggetto sottinteso Corausius, definito quidam, la prima volta che viene citato (seconda posizione).
Penso che sia abbastanza agevole allenare gli studenti a questa tipologia di esercizio, in quanto basta sottrarre dei termini a un brano d’autore, magari in successione a uno già tradotto, o a una versione fornita dal manuale. La cosa cui porre attenzione è solo la scelta di diverse parti del discorso da sostituire, con una difficoltà di individuazione variabile, senza trascurare nemmeno, se presenti, i sintagmi specifici, quali ad esempio, ferro ignique o domi militiaeque, o, come abbiamo visto, quam ob rem, al fine di aiutarne e verificarne la memorizzazione. Io credo che, soprattutto in una scuola come lo scientifico dove non incombe la versione all’esame di Stato, sia rilevante affiancare verifiche di traduzione ad altre esemplate sugli esercizi che abbiamo preso in esame; ovviamente, prima si devono abituare gli studenti alla ‘novità’, magari con compiti a casa che prevedano, di volta in volta, l’una o l’altra tipologia. Avendolo sperimentato di persona, posso affermare a ragion veduta quella che per altro non è certo una ‘scoperta’, cioè che gli esiti delle versioni e di queste altre forme di verifica non sono sempre uguali, proprio per le differenti competenze messe in gioco.
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