Chiudiamo la serie di giudizi degli studenti sulla certificazione con un florilegio di pareri provenienti, questa volta, da un liceo scientifico milanese. Buon risultato del 2018, infatti, è stato il numero di certificazioni abbastanza elevato anche per studenti non iscritti al classico, e questo anche al livello più alto della certificazione (B1 e B2). In ogni caso, per organizzare il post, abbiamo messo assieme prima i giudizi relativi al livello B, poi quelli relativi al livello A. Gli esercizi, che qui non possiamo trascrivere per esteso, sono reperibili, lo ricordiamo, sul sito dell’USR Lombardia, alla pagina http://usr.istruzione.lombardia.gov.it/aree-tematiche/innovazione-tecnologica/certificazione-lingua-latina/specimina-2018/.
Un’ultima annotazione: non tutti gli studenti che esprimono il loro parere sono risultati certificati, o certificati per il livello cui aspiravano. Questo rende, a nostro giudizio, ancora più interessante, se così è possibile, il loro parere.
LIVELLO B (ricordo che si sta parlando di brani di Tacito)
Nadia, IV anno (iscritta B2, certificata B1)
”In linea di massima non era troppo difficile capire cosa succedeva, ma l’analisi del periodo mi è parsa molto lunga e difficile. L’esercizio di parafrasi, il primo ad essere proposto, mi è sembrato facile, perché al momento di inserire le parole mancanti ce n’erano al massimo due per tipologia (modo/tempo/persone verbali ecc.). La parafrasi in sé, poi, secondo me chiariva diversi punti problematici del testo. Anche avere piazzato il riassunto verso la fine degli esercizi mi è sembrato utile per verificare se avevi capito la logica del testo. Più problematici gli esercizi intermedi: non il riconoscimento grammaticale, che non mi ha dato nessun problema particolare ed era abbastanza veloce da fare. L’esercizio di lessico è risultato più complesso perché era difficile capire il significato dei termini dove era più problematica la divisione dei periodi; ci si doveva ragionare un po’. Abbastanza facile invece l’esercizio “vero o falso”, perché molte frasi erano simili a quelle nel testo. In generale ho trovato più difficili le domande sulla parte finale del testo, ma mi sono aiutata con la parafrasi. Nella parte specifica del livello B2 ho avuto difficoltà nella traduzione, perché non mi erano chiari il contesto e la relazione tra i personaggi. Anche le immagini mi hanno spiazzata, così ho usato troppa fantasia o troppo poca”.
Alessandro, III anno (iscritto B2, certificato B1)
“Nel complesso ho trovato la prova abbastanza coerente con quelli che sono stati i testi di esercitazione forniti. Per quanto riguarda il test in sé ho trovato gli esercizi perfettamente fattibili, anche se ho riscontrato delle ambiguità per quanto riguarda alcune domande di comprensione a crocette; difatti, le differenze tra due risposte a una domanda le ho trovate – in pochi casi, fortunatamente – veramente minime, anche contando che del testo proposto non era richiesta una traduzione parola per parola, ma solamente una comprensione generale. Ho poi avuto alcune difficoltà nella trasformazione di una frase e nell’esercizio di riconoscimento grammaticale. Detto ciò, ho trovato particolarmente stimolante la parte del test esclusiva per il B2, in quanto sia il testo da tradurre, sia le immagini fornite erano sì molto “challenging” , ma anche divertenti da fare. Per concludere: penso di avere potuto apprezzare e trarre una buona dose di soddisfazione personale dallo svolgimento di questa certificazione, sebbene i risultati ottenuti siano stati al di sotto delle aspettative, forse anche in virtù di un criterio di valutazione molto stretto”.
Matteo, III anno (certificato B2)
“A mio parere, bisognerebbe porre in cima al testo un piccolo paragrafo che lo contestualizzi; sarebbe anche opportuno conoscere l’autore del testo e l’opera da cui esso è tratto. Il fatto di aspettarsi qualcosa dal testo (conoscendo il pensiero dell’autore o il contesto in cui scrive) ne facilita molto la comprensione. D’altronde, leggere un testo completamente ignoto e decontestualizzato non rispecchia una situazione reale. Si potrebbe poi, per aumentare la difficoltà, scegliere un testo con strutture sintattiche più complesse e frasi più lunghe. Mi è parso invece eccessivamente difficile l’esercizio sul lessico, a causa della sottigliezza del ragionamento richiesto per scegliere una soluzione piuttosto che un’altra. Forse le trasformazioni erano un po’ facili, almeno per come siamo abituati noi in classe, dal momento che richiedevano la sostituzione di al massimo un paio di parole”.
Riccardo, III anno (iscritto, ma non certificato, B1)
“Ho trovato difficoltà specialmente nella comprensione del testo, sia perché non avevo mai letto prima niente di Tacito, che ha uno stile certo non banale, sia perché ignoravo il significato di molti termini. La mia carenza nel lessico si è rispecchiata anche nell’esercizio corrispondente, che mi è risultato assai difficile. Inoltre, questo esercizio è composto da ben dodici domande, mentre l’esercizio di analisi grammaticale, decisamente più abbordabile (e, per me, più utile), è composto di sole quattro domande. Questa suddivisione mi ha penalizzato, penso, non poco. Nella norma gli esercizi rimanenti”.
Roberto, IV anno (iscritto, ma non certificato, B1)
“La prova non mi è sembrata troppo difficile nel complesso. Il testo era fattibile anche se ho dovuto leggerlo molte volte. Il primo esercizio (inserire le parole entro una parafrasi del testo di partenza) non era difficile, era solo un po’ lungo. Comunque si risolveva senza problemi, procedendo per esclusione. Anche il secondo esercizio (sul riconoscimento lessicale) era lungo, perché si doveva controllare il testo per cogliere l’esatto significato dei termini proposti e alcune opzioni erano simili tra loro. Il terzo esercizio (riconoscimento grammaticale) era il più veloce, bastava dare una veloce rilettura al testo. Sul quarto (vero o falso) ero sicuro delle mie risposte, ma avrò sbagliato certamente qualcosa, dato che per rispondere si doveva comprendere bene il testo e, come ho visto nelle simulazioni, ci sono delle finezze che fanno cambiare il senso alla frase e che sono difficili da cogliere. Il riassunto era l’esercizio più semplice. Ho letto i riassunti ancora prima del testo, per farmi un’idea. L’esercizio sulle trasformazioni è la parte che ho trovato più difficile”.
Samuele, IV anno (iscritto di nuovo, ma non certificato, B1)
“Questa volta, rispetto all’anno scorso, ero molto più tranquillo e sapevo grosso modo come affrontare la prova. Di sicuro ho mantenuto la calma e, nonostante avessi trovato la prova più difficile rispetto all’anno scorso, ero abbastanza sicuro di averla fatta meglio. Il brano in sé mi sembrava della giusta lunghezza e, senza considerare la struttura complessa dei periodi, riguardo agli avvenimenti narrati e al significato non mi sembrava neanche troppo complicato. Ricordo però che sia alla lettura del brano che nella parafrasi, più andavo avanti più mi sembrava difficile. Nell’esercizio di riempimento della parafrasi, il fatto di avere le parole già coniugate correttamente o nel caso giusto è stato sicuramente un grande vantaggio, anche se è stato notevolmente penalizzante il non conoscere certi vocaboli. Per quanto riguarda l’esercizio di riconoscimento lessicale, sicuramente aiutava l’esercizio precedente, che insieme al testo permetteva di comprendere più nello specifico gli avvenimenti. L’esercizio di riconoscimento grammaticale era complesso non tanto per le richieste, quando per il testo preciso, che a livello grammaticale ho trovato un po’ complesso. Molto insidiose le frasi da riconoscere come vere o false, in cui alcune proposte (almeno al momento dello svolgimento della prova) mi sembravano poco chiare e un po’ ambigue. L’esercizio successivo era il classico esercizio di scelta del riassunto corretto, con due opzioni che cambiano tra di loro all’interno delle varie possibilità proposte; non vi ho trovato nulla di particolare. L’esercizio di trasformazione, invece, penso che sia quello che ho fatto meglio, essendo puramente grammaticale e più abituale, e non l’ho neanche trovato troppo difficile. Complessivamente, pensavo di aver fatto meglio quest’esame rispetto alla prova di un anno fa, e non so cosa possa essere andato storto. Sicuramente il testo era più difficile a livello stilistico e di linguaggio rispetto a quello dell’anno scorso [un brano di Curzio Rufo, ndr], in cui invece c’erano più personaggi e alcuni avvenimenti mi erano risultati poco chiari. Sicuramente le regole del 75% e dei quattro esercizi su sei è estremamente limitante, soprattutto per quanto riguarda gli esercizi sulla parafrasi (che è il più complesso) e sul riconoscimento grammaticale (che ha solo quattro domande)”.
LIVELLO A (brano della Vita Karoli di Eginardo)
Roberto, III anno (certificato A2)
“L’esercizio di riempimento di una parafrasi del testo per me era il più facile, perché più o meno tutte le parole da inserire potevano essere individuate escludendo le parti del discorso che erano già presenti nella frase e poi ragionando sulla concordanza. Nelle affermazioni da riconoscere come vere o false mi ha aiutato l’avere riconosciuto i passaggi chiavi del testo, pur senza tradurlo, perché sapendo di che parte del testo parlasse ogni domanda le ho confrontate una a una. Così anche per le domande di contenuto. L’esercizio di riconoscimento grammaticale è stato il più impegnativo, e in due domande non sapevo cosa rispondere. Quindi sono andato per esclusione. Riguardo alle congiunzioni, invece, non ho avuto grandi problemi. L’esercizio di trasformazione era molto facile a dire la verità, bisognava solo inserire il verbo, quindi non si facevano errori nel cambiamento dell’intera frase. Bastava solo stare attenti alla consecutio. Per l’esercizio finale, quello caratterizzante il livello A2, una parafrasi con parole però da flettere, vale lo stesso discorso fatto per l’altra parafrasi, tranne per il fatto che ora bisognava stare attenti a declinare/coniugare le parole nel modo giusto, guardando soprattutto la reggenza del verbo e i casi delle parole circostanti”.
Davide, II anno (certificato A2)
“Procedendo con ordine: l’esercizio di completamento della parafrasi era davvero facile, anche perché è stato molto semplice riconoscere quali elementi sintattici (verbo, congiunzione ecc.) mancassero; inoltre, la parafrasi non si discostava molto dal testo di partenza. Anche riconoscere le affermazioni vere o false era semplice, poiché le affermazioni erano quasi identiche al testo fornito; ho avuto solo un dubbio con una frase, poiché non mi era molto chiaro il contesto complessivo, in cui si parlava di un Carlo Magno senex che tenta invano di imparare a leggere. Le domande sul contenuto mi sono parse abbastanza complicate. In vari casi o non riuscivo a comprendere il significato delle diverse alternative, o ne ritenevo giuste più di una, o, in un caso, non mi era ben chiara la parte del testo di partenza cui si riferiva la domanda. L’esercizio di riconoscimento grammaticale era molto semplice, ma ho avuto dei dubbi su un paio di domande, ignorando l’esistenza del sostantivo actus, -us. L’esercizio di trasformazione era decisamente più semplice di quelli affrontati in classe: difatti, quelli della prova si basavano su semplici regoline della grammatica. Nell’ultimo esercizio mi è parso semplice individuare le parole da inserire negli spazi relativi; ovviamente, c’erano più difficoltà rispetto all’esercizio iniziale, anche per la mancanza di un testo da confrontare. Ad ogni modo, mi è piaciuto molto sperimentare una tipologia di esercizi diversi da quelli che solitamente svolgiamo in classe, ed è stato divertente mettersi alla prova. Inoltre (come è giusto che sia) sono molto contento del risultato”.
Giovanni, II anno (non certificato)
“Per me ci sono state parecchie difficoltà negli esercizi di trasformazione e nel completamento della parafrasi in cui si dovevano anche flettere le parole del testo, esercizi che richiedevano una maggiore padronanza della lingua. Per quanto riguarda l’esercizio di riconoscimento grammaticale, bisognava semplicemente sapere la grammatica. Negli altri esercizi ho trovato delle ambiguità in alcune domande, ambiguità che penso sia stata creata di proposito. L’esercizio di completamento di una parafrasi mi ha creato problemi solo per due completamenti, e sinceramente il fatto che i vocaboli presenti fossero in maggior numero di quelli da inserire non mi ha infastidito. È stata comunque una bella esperienza incontrare esercizi diversi da quelli che facciamo in classe, come il completamento di testi e frasi o il vero/falso. Anche avere frequentato un corso di preparazione è stato utile per capire a cosa stessi andando incontro. Sono contento dell’opportunità, che spero mi venga concessa anche l’anno prossimo”.
collettivo di classe, II anno (vari esiti)
“Ciò che forse, almeno in un primo momento, ci ha lasciato più spiazzati è stato l’argomento del brano proposto, il cui soggetto era Carlo Magno, un personaggio che certamente non si è soliti incontrare nello studio del latino classico. Superato questo attimo di disorientamento, però, la parte più complicata della prova è stata l’interpretazione di alcuni vocaboli o costrutti mai affrontati in classe. Mentre la comprensione generale del brano risultava abbastanza semplice, i passaggi che contenevano questi elementi ci sono parsi complessi da contestualizzare (vista anche la nostra pressoché totale mancanza di nozioni di Storia sul periodo trattato) e, di conseguenza, le domande inerenti ad essi erano di gran lunga le più difficili da risolvere. Inoltre, nonostante fossimo stati ampiamente preparati per questo, il non poter consultare il dizionario ha sicuramente influito sulla prova, visto che in ogni altro nostro approccio alla lingua latina siamo abituati ad averlo a fianco. Fortunatamente, però, le domande erano poste in modo chiaro, e ciò ci ha permesso di trovare quasi sempre una risposta, aiutandoci con gli elementi conosciuti presenti nel brano. In generale riteniamo che, nonostante qualche insidia, la prova non fosse impossibile o eccessivamente complessa. Sicuramente è stata una bella sfida, molto utile per verificare competenze diverse da quelle che vengono richieste in classe durante la settimana”.
Martina, II anno (non certificata)
“Non ho riscontrato particolari difficoltà nella comprensione del testo iniziale, nonostante mi sia servito leggerlo numerose volte e non conoscessi il significato di alcune parole, che però non erano fondamentali per capire il contenuto. Per questo motivo gli esercizi che ho trovato più semplici sono stati la scelta “vero o falso” e le domande sul contenuto, con l’unica difficoltà, in due o tre domande, di non riuscire a capire una parola, e quindi non comprendere a pieno quale fosse la richiesta. È stata una sfortuna che il lavoro fatto in classe insistendo sui vari pronomi sia stato fatto dopo lo svolgimento della certificazione, poiché questo mi avrebbe molto aiutato, rileggendo la prova adesso, nello svolgimento dell’esercizio di riconoscimento grammaticale (il quale riguardava anche argomenti non ancora svolti, sui quali avevo tentato di prepararmi, ma ovviamente la spiegazione fatta da un sito internet non aiuta granché); la mia difficoltà nello svolgere questo esercizio è stata anche dovuta ad alcune carenze che mi rendo conto di avere in analisi grammaticale. L’esercizio di completamento della parafrasi è una tipologia che ho incontrato per la prima volta nella certificazione (su cui quindi non ero particolarmente allenata), e che era abbastanza incentrato sul lessico (sul quale io, essendo abituata ad utilizzare il dizionario, non sono molto ferrata e sul quale ho tentato di prepararmi, ma acquisire familiarità con una lista di parole delle quali forse una era presente nel testo, con poco preavviso, non ha aiutato molto). L’esercizio che ho trovato più difficile in assoluto è stato quello delle trasformazioni, nel quale mi sono trovata più volte a capire quale struttura avrei dovuto utilizzare, non riuscendo però a capire il senso della frase da trasformare o ad elaborare il costrutto che avevo in mente. Inoltre, questo tipo di esercizio non è di solito presente nelle esercitazioni svolte in classe o come compito a casa”.
Giorgia, IV anno (certificata A2)
“Essendo in quarta e dovendo provare un livello di certificazione che di solito si passa al biennio, le esercitazioni che ho svolto non sono state molte. Tuttavia, quando mi sono trovata davanti la certificazione vera e propria mi sono sentita sollevata: era preceduta da un breve riassunto in latino, che nelle esercitazioni svolte in classe non era presente. Anche se può sembrare banale, il riassunto aiuta moltissimo nella comprensione del testo, perché tratta lo stesso argomento con parole diverse, spesso più facili e con costruzioni sintattiche meno complicate. Leggendo il riassunto ci si fa un’idea che poi bisognerà confermare o smentire leggendo tutto il testo, stando attenti però a non convincersi di un’idea sbagliata, cadendo nell’errore di forzare il testo per adattarlo alla propria idea. Anche l’esercizio di completamento della parafrasi aiuta nella comprensione del testo, soprattutto se le varie cornici narrative vengono confrontate contemporaneamente, individuando le frasi equivalenti nel riassunto iniziale, nel testo vero e proprio e infine in quest’esercizio. Per quanto riguarda la risoluzione dell’esercizio di parafrasi non ho avuto particolari problemi, si trattava solo di individuare il tipo di parola richiesta e poi scegliere quella con il significato calzante. Anche scegliere fra frasi vere e false non è stato particolarmente difficile, anche se essendo abituati agli esercizi del First si fa un po’ di difficoltà, perché nella certificazione inglese sono più specifici nelle domande e danno molta importanza al significato stretto delle parole, mentre in questo tipo di certificazione il significato assunto è più ampio: Carlo è amico di Fabio ed escono insieme / A Carlo fa piacere uscire con Fabio, magari la risposta per la certificazione latina potrebbe essere VERO mentre per il First sarebbe FALSO, perché la seconda affermazione non è davvero specificata dal testo. Le domande di comprensione erano generalmente meno ambigue e non ho trovato particolari difficoltà. Per quanto riguarda la Grammatica, c’è poco da fare: tutto il ragionamento possibile non basta se non è accompagnato da un minimo di conoscenze. Ed è la Grammatica che prevale negli esercizi di riconoscimento dei fenomeni e di trasformazione delle frasi. L’esercizio per l’A2 mi ha stupito, pensavo che fosse molto complicato e all’inizio non ero sicura di avere abbastanza tempo per farlo, invece l’ho trovato molto più semplice di alcuni degli esercizi precedenti. In particolare, gli esercizi più complicati per me rimangono quelli a base puramente grammaticale, ma credo che le difficoltà derivino soprattutto dalle mie carenze in materia”.
Pietro, III anno (certificato A2)
“Avendo ottenuto la certificazione al massimo livello per me possibile, ritengo che la prova fosse del tutto affrontabile – quasi troppo semplice, ad essere onesti, in confronto a quelle affrontate in sede di preparazione. Meglio così!”.
Come commento finale, in attesa di ricevere quelli dei lettori, rubo la battuta a due colleghe ed amiche: “Troppe volte noi adulti organizziamo cose intelligenti e poi pretendiamo di giudicarle solo noi”; “Un bacio in fronte ai ragazzi che hanno risposto! (forse hanno capito più di molti adulti…)”.
Da docente di latino, mi ha fatto molto piacere leggere tante opinioni, così diverse e così articolate, relative alle prove di certificazione. Citando la frase di una delle due colleghe sulle cui parole si chiude il post, rifletto sul fatto che, davvero, dobbiamo ascoltare di più i ragazzi e gli studenti, anche per offrire nella nostra didattica lezioni che abbiano un taglio giusto per loro, e cioè che tengano conto dei loro punti forti e di quelli da rafforzare e sui quali bisogna lavorare di più. Per esempio, prima di correggere gli esercizi delle prove di certificazione, ero sicura, a freddo, che avrei trovato molti errori nei quesiti propriamente grammaticali, mentre ho sottovalutato la difficoltà degli esercizi relativi al lessico e alla comprensione complessiva, che invece in molti casi sono stati colti come estremamente sottili e “demanding”, più di quanto mi sarei aspettata. Questo mi ha fatto molto riflettere e devo ammettere che da un po’ dedico molto più tempo in classe, sia nelle lezioni strettamente dedicate al latino che in quelle all’italiano, al lessico. E poi, soprattutto, credo che sia utile proporre tipologie di esercizi sempre diversi e non ripetitivi.