Il 5 aprile scorso il CoVid-19 si è portato via Luigi Castagna, già professore di Letteratura Latina all’Università Cattolica di Milano. Lecchese di origine, Castagna si era laureato nel 1968 a Pavia in Filologia greca con Adelmo Barigazzi, e aveva insegnato presso le università di Bergamo (nella allora neonata facoltà di Lingue e Letterature Straniere) e Firenze, per approdare poi, nella seconda metà degli anni Ottanta, all’Università Cattolica di Milano. Qui ha insegnato per quasi trent’anni Letteratura Latina e, negli ultimi anni, Storia della Lingua Latina, fino al 2017, quando terminò la sua lunga esperienza di docente.
Gli interessi scientifici di Luigi Castagna hanno toccato diversi ambiti: grecista e filologo per formazione, non “prestato” alla letteratura latina, ma che ha insegnato con passione per molti anni letteratura latina, alla sua prima monografia, I bucolici latini minori. Una ricerca di critica testuale (1976), ha fatto seguire studi dedicati alla letteratura teatrale, con contributi sul teatro repubblicano e la curatela dei Nove studi sui cori tragici di Seneca (1996); alla curiosità per la latinità arcaica si ricollega anche il Lexicon carminis heroici aetatis liberae rei publicae (1998), mentre all’età tardoantica fanno riferimento gli Studi Draconziani 1912-1996 (1997) e la curatela del volume Quesiti, temi e testi di poesia tardolatina (2006). Caratteristica che accomuna tanto l’attività scientifica che la carriera di docente di Luigi Castagna è proprio la compresenza dell’interesse sia per la fase incipitaria della letteratura latina (lascito della sua formazione iniziale da grecista, interessato a Pindaro e alla cultura ellenistica), sia della sua fase cronologicamente più matura.
Dalla fine degli anni Novanta gli interessi scientifici di Luigi Castagna si sono concentrati sull’età neroniana, e in particolare sulla triade Seneca, Lucano, Petronio, oggetto di numerosi contributi critici. Al centro dei suoi studi sono poi stati Plinio il Giovane, Silio Italico e Virgilio, cui vennero dedicati tre fortunati congressi (a Villa Vigoni nel 2002 il primo; a Milano nel 2009 e nel 2012 gli altri due). Non mancano, nella sua carriera, anche interessi per la ricezione degli autori greci e latini, per il pindarismo nella letteratura italiana, per Gabriello Chiabrera, o interventi più centrati sulla didattica e la divulgazione degli autori classici: Castagna fu autore (con Lavinia Galli) di una Antologia senecana per Paravia (1993) e di una Antologia del pensiero politico di Platone (Marietti, 1973). Negli ultimi anni, uno strumento a lui particolarmente congeniale era stata la rubrica settimanale Laelius, tenuta nel 2013 e nel 2014 per “Avvenire”. Qui, in un latino terso ed elegante, Castagna sviluppava un tema prendendo le mosse da piccoli spunti offerti dalla vita quotidiana, come ad esempio il rapporto fra generazioni, la condizione del malato, l’amicizia, l’essenza della misericordia (traendo spunto, inaspettatamente, da una canzone dei Beatles). In ciò si riconosce il tratto più notevole degli ultimi anni di insegnamento di Castagna: la qualità umana delle sue lezioni, un mix di alta cultura e di ironia, con cui sapeva suscitare e veicolare la passione per il mondo classico. Un insieme di qualità di cui si sentirà la mancanza.
© Silvia Stucchi, 2020
Non semper exempla trahimus a libris situ et pulvere obrutis, prasertim cum adloquendum nobis ad iuniores sit. Quaesivit olim ex me filia tum decimum et quartum annum agens quid esset misercordia et quomodo ei explanarem quis revera misericors sit. Non potui ilico ad mentem revocare exempla et ecce mihi venit in mentem cantiuncula idest cantus cum cantico suo: et haec cantiuncula notissima tum erat cum studens Papiae eram. Auctores erant quattuor musici qui nati erant in Liverpool civitate anglica. Nomen horum Symphoniacorum anglice referam: vocabantur «Beatles». Verba cantus illius narrabant de immedicabili solitudine, sine spe, sine amore, sine gaudio ullo, sine amicis, duarum personarum quae in fine cantici una tandem congrediebantur. Et mea sententia hoc poemation demonstrabat in corde eorum qui versus scripserant, misericordiam esse unde hic cantus exemplum pietatis et misericordiae fieret, sic ut filiam hortatus sim ad hoc carmen audiendum. Eleanor Rigby est vetula mulier quae in solitudine vivit non longe ab ecclesia. Nemo umquam eam sibi poposcerat uxorem sed semper Eleanor ad ecclesiam veniebat praesertim cum matrimonia celebranda essent. Nemo ad eam attendebat sed quasi per somnium fingebat illa secrete secum subridens ipsam esse sponsam illius cerimoniae et colligebat humi granicula oryzae quae rite ad sponsos iactantur cum a templo exeant. Secunda persona est Pater McKenzie senex presbyter qui describitur dum noctu ad lucem lampadis limat sermonem quem dicturus est mane in Ecclesia: sed nemo audiet sua verba; et dein resarcit in horis nocturnis calceos suos pertusos. Sed cum Eleonora mortua est Pater Mckenzie ipse eam tumulat manibus suis: sic solitudines amborum tandem una coniungentur et ad finem pervenient: quia nemo solus vel inutilis est in regno Domini.
Luigi Castagna (“Avvenire”, 10.12.2013)
A ricordo di Luigi Castagna, per gentile concessione della Casa Editrice “Vita & Pensiero”, riportiamo un suo articolo virgiliano, pubblicato sulla rivista “Aevum Antiquum”, NS 10, 2010 [2013], pp. 195-202. Il volume di “Aevum Antiquum” era dedicato a Virgilio:
https://www.vitaepensiero.it/scheda-fascicolo_contenitore_digital/autori-vari/aevum-antiquum-2010-10-020747_2010_0010-168562.html