UN CALENDARIO E ALTRI EVENTI
Allego il calendario per gli ultimi tre mesi dell’anno, realizzato dagli allievi del Liceo “Casiraghi” di Cinisello Balsamo. Sul sito https://miscellanealatine.webnode.it/ di quella scuola è possibile trovare molto altro materiale (vignette, percorsi, filmati, giochi vari), tutto in latino, realizzato dai giovani alunni di quel liceo. Ringrazio la prof.ssa Laura Bartolini per la segnalazione, di cui mi faccio a mia volta portavoce.
calendario ottobre-dicembre 2018
.
ESERCIZI DI COMPRENSIONE E TRADUZIONE
Presentiamo una serie di esercizi di comprensione, aperti alla condivisione con tutti, in parte realizzati da noi stessi, in parte offertici da amici e colleghi lettori di questo sito. Invitiamo tutti quanti a farci avere il loro materiale, da condividere con i colleghi, così da poter creare un ampio repertorio di testi e di esercizi.
I
Iniziamo la serie, riportando con piacere le schede forniteci da Davide Marelli, docente in un Liceo delle Scienze Umane, relative a un esperimento di esercizio traduttivo e di comprensione effettuato presso una classe seconda dell’Istituto “Leone Dehon” di Monza. L’esperimento pare un bell’esempio di come accostare la traduzione alla comprensione, tenendo conto con saggia lungimiranza degli strumenti presenti in internet, e di come possono essere aggirati, anzi sfruttati, nell’insegnamento del Latino.
02. Il diluvio nella tradizione biblica
.
II
Ecco invece ora alcuni esercizi proposti da Paola Schirripa, del Liceo Classico “Tito Livio” di Milano. Queste le parole di accompagnamento: “Propongo una serie di esercizi per le classi IV, che sono in realtà uno spunto per lavorare sulla lingua e sul testo e riprendere alcuni temi della storia letteraria. Sono partita dalla volontà di mostrare agli studenti il tessuto e la la coerenza del ragionamento: mi sono servita dei colori perché, se i testi vengono proiettati, credo che aiutino la loro concentrazione. A volte si trattava di un modo economico di riprendere i lemmi e proporli alla discussione”.
.
III
A seguito di un seminario di aggiornamento organizzato presso il Liceo Classico “Carlo Alberto” di Novara dalla prof.ssa Fiammetta Fazio nel novembre/dicembre 2016, si propongono i due testi sperimentati in quella sede. Le domande suggerite sono, naturalmente, solo una proposta, e non vanno sviluppate per forza tutte quante. Alcune sono forse anche contestabili: una bella discussione in classe, che vivifichi i testi e li renda nostri contemporanei, era, in sostanza, quanto ci si riprometteva.
.
IV
Ecco invece un esercizio di lettura e comprensione, elaborato con l’aiuto di Cecilia Colombo e Annalisa Podestà del Liceo Classico “Stefano Maria Legnani” di Saronno (VA), ai cui allievi è stato ‘somministrato’ nel giugno 2016. L’esercizio partiva da un testo di Livio descrivente gli avvenimenti successivi alla morte di Marco Claudio Marcello in battaglia, a Venosa, nel 208 a.C. (non distante da lì si trova anche Salapia, la città nominata nel testo). Il brano, dopo essere stato fatto oggetto di analisi in classe, è stato occasione per una serie di esercizi che si trovano nell’allegato.
Qualche parola sull’esito della somministrazione. Abbastanza facile il riconoscimento del riassunto migliore (B – il testo non era stato tradotto in classe); buone risposte quanto a contenuto all’esercizio di rielaborazione, ma molto impaccio nello scrivere latino, significativo di una conoscenza solo ricettiva della lingua, ma che fatica a risolvere anche i passaggi più elementari quando si debba fare propositiva; risposte varie, caso per caso, alle domande su Vero e Falso, ma in generale il brano mostrava di essere stato capito. Ho lasciato per ultimo l’esercizio di trasformazione, per me il più significativo. Gli studenti hanno indicato come tutte corrette le frasi proposte, oppure hanno scelto una per una sulla base del valore lessicale che assegnavano (perlopiù a ragione) alle parole mutate. Bene. L’esercizio puntava proprio a far cogliere l’esatto valore lessicale dei singoli termini, una volta che siano inseriti in un contesto. Diciamo che io avrei risposto NO a tutte le domande (se no, perché Livio ha usato quelle parole?), oppure – in subordine – SI’ a tutte le domande, perché in fondo le frasi sono sinonimiche (questo era detto subito), e si sa che due sinonimi non sono mai esattamente sovrapponibili. Però quello che è risultato importante, a mio parere, è stata la possibilità di veder cogliere, o fare cogliere, che occasio e tempus sono parzialmente sovrapponibili, ma ognuno ha una sua specificità (occasio, più di tempus, è il greco kairòs); che tra invenire qualcosa che si è cercato, e nancisci, imbattersi in essa, c’è una sfumatura diversa; e capere non è la stessa cosa di potiri, ben più forte, avendo in sé il diritto del padrone – e così via. Avvio di una diversa sensibilità linguistica ai brano proposti?
.
V
Presentiamo qui una serie di schede proposte nelle esercitazioni di lingua dell’anno 2018. Ogni scheda prevede un testo accompagnato da domande. A scelta del docente, è possibile far seguire alla traduzione le domande (o una scelta appropriata di esse); oppure, sostituire la traduzione con le domande e quel tanto di comprensione da esse richiesta; o ancora, alternare traduzione (in classe) e domande (come esercizio degli studenti a casa, o viceversa).
01 Cicerone, de divinatione, II 60-62
03 Cicerone, Verrina II 5, 1-4
07 Cicerone, Tusculane, V 114-118
ESERCIZI DI LETTURA
Segnaliamo un documento francese (nemmeno troppo recente: ottobre 2013) sul tema della lettura del latino. Il documento è lungo, a volte un po’ ingenuo, e prospetta un rivolgimento della didattica che non è ben chiaro fino a che punto possa davvero funzionare, o comunque essere praticato, nella scuola di oggi. Offre però l’indicazione di molti strumenti utili e, soprattutto, insiste su tre idee che dovrebbero sempre più diffondersi anche in Italia:
- la pratica di una lingua non può essere solo ricettiva, perché una lingua si possiede solo quando si sa utilizzarla, sia pure in forma elementare;
- la pratica di una lingua passa principalmente attraverso il lessico, e l’uso di una lingua – se solo ricettivo – non attiva memoria e capacità/volontà di memorizzazione dei significati;
- la pratica di una lingua, quand’anche ricettiva, non può limitarsi alla sola ricezione scritta; l’apprendimento di una lingua passa anche attraverso l’oralità; imparare a leggere un testo a voce alta, e a suddividerne i cola e le strutture sintattiche, guida già il discente verso la comprensione del testo.
Al proposito, ricordo che in Austria, introducendo una prova di ascolto negli esami di maturità, si sono obbligati gli insegnanti a insegnare l´abilità dell´ascolto, con ricadute interessanti sulla capacità di comprensione dei loro studenti.
Per parte nostra, aggiungiamo che l’apprendimento e la comprensione di una lingua passano sempre attraverso il canale aurale. Essenziale è, in particolare, che attraverso la lettura si abituino gli studenti a riconoscere i diversi cola nei quali si articola ogni periodo. Proponiamo perciò qui una piccola antologia di testi letti a voce alta (che speriamo di ampliare in futuro, inserendo anche le registrazioni inviate dagli utenti di questa pagina) sperimentata presso l’Università degli Studi di Milano. Ecco prima un modello immediato, poi l’antologia fatta di file allegati. In classe, per tre settimane, sono stati forniti dei testi prima in forma continua, poi suddivisi per cola. I ragazzi erano invitati a caricare in uno spazio condiviso le loro registrazioni. Dalla quarta settimana mi sono limitato a caricare i testi, senza suddividerli in cola, lasciando che fossero i ragazzi a operare direttamente la suddivisione. In ogni lezione venivano ascoltate e sottoposte a giudizio un certo numero di registrazioni, invitando tutta la classe a segnalare correzioni e possibili miglioramenti. Risultato: alla fine del percorso (di dieci settimane) tutti i ragazzi che si sono cimentati nella lettura sono stati capaci di suddividere ad occhio, in modo corretto, i nuovi testi – qualche incidente si avverte invece ancora nella prosodia, non sempre rispettata; e nel tono, non sempre sufficientemente “patetico”. Ma questi sembrano peccati veniali rispetto alla capacità di dividere le frasi per unità di senso, che vuol dire avere già compiuto un bel cammino sulla strada della comprensione e della traduzione.
Ecco il testo “in chiaro”:
Id quod unum toto agimus animo nondum perfecimus, ut pessimi essemus: adhuc in processu vitia sunt; invenit luxuria aliquid novi, in quod insaniat, invenit impudicitia novam contumeliam sibi, invenit deliciarum dissolutio et tabes aliquid adhuc tenerius molliusque, quo pereat. Nondum satis robur omne proiecimus: adhuc quicquid est boni moris extinguimus. Levitate et politura corporum muliebres munditias antecessimus, colores meretricios matronis quidem non induendos viri sumimus, tenero et molli ingressu suspendimus gradum (non ambulamus sed incedimus), exornamus anulis digitos, in omni articulo gemma disponitur; cotidie comminiscimur per quae virilitati fiat iniuria, ut traducatur, quia non potest exui. Miraris igitur si nondum sapientia omne opus suum implevit? Nondum tota se nequitia protulit: adhuc nascitur, et huic omnes operam damus, huic oculi nostri, huic manus serviunt. Ad sapientiam quis accedit? Quis dignam iudicat nisi quam in transitu noverit? Quis philosophum aut ullum liberale respicit studium, nisi cum ludi intercalantur, cum aliquis pluvius intervenit dies quem perdere libet? Itaque tot familiae philosophorum sine successore deficiunt: at quanta cura laboratur, ne cuius pantomimi nomen intercidat! Philosophiae nulla cura est. Itaque adeo nihil invenitur ex his quae parum investigata antiqui reliquerunt, ut multa quae inventa erant oblitterentur.
Ed eccone la divisione per cola (segnalo con una sbarra quanto, in classe, avevo indicato andando a capo, per dare maggiore evidenza alla pausa; la doppia sbarra indica una pausa più forte):
Id / quod unum / toto agimus animo / nondum perfecimus, // ut pessimi essemus: // adhuc / in processu vitia sunt; // ìnvenit luxuria aliquid novi, in quod insaniat, / ìnvenit impudicitia novam contumeliam sibi, / ìnvenit deliciarum dissolutio et tabes / aliquid adhuc tenerius molliusque, / quo pereat. // Nondum satis / robur omne proiecimus: / adhuc / quicquid est boni moris / extinguimus. // Levitate et politura corporum / muliebres munditias antecessimus, / colores meretricios / matronis quidem non induendos / viri / sumimus, / tenero et molli ingressu / suspendimus gradum // (non ambulamus / sed incedimus), // exornamus anulis digitos, / in omni articulo gemma disponitur; / cotidie comminiscimur / per quae virilitati fiat iniuria, / ut traducatur, / quia non potest exui. // Miraris igitur / si nondum / sapientia / omne opus suum implevit? // Nondum / tota se nequitia protulit: / adhuc nascitur, / et huic / omnes operam damus, / huic oculi nostri, / huic manus serviunt. // Ad sapientiam quis accedit? // Quis dignam iudicat / nisi / quam in transitu noverit? // Quis / philosophum aut ullum liberale respicit studium, / nisi cum ludi intercalantur, / cum aliquis pluvius intèrvenit dies / quem perdere libet? // Itaque / tot familiae philosophorum / sine successore deficiunt: // at // quanta cura laboratur, / ne cuius pantomimi nomen intercidat! // Philosophiae / nulla cura est. // Itaque / adeo nihil invenitur / ex his / quae parum investigata antiqui reliquerunt, // ut multa / quae inventa erant / oblitterentur.
Ecco adesso la lettura, opera del bravissimo Davide Cannata – per ragioni pratiche ho accettato la pronuncia “curiale”, maggiormente in uso nelle scuole:
.
ANTOLOGIA DI LETTURE
(voci di Davide Cannata, Silvia Gorla e Niccolò Chiesa).
GRIMM – Biancaneve (nella traduzione latina di Franz Schlosser, con qualche adattamento)
.
SENECA – Naturales Quaestiones VII 31
.
CURZIO RUFO – Storie d’Alessandro VIII 2
.
TACITO – Annali XIV 54
.
VELLEIO PATERCOLO – Storie II 70
LESSICI E ALTRE COSE
Sono numerose le richieste per dei lessici di base della lingua latina. Confesso una scarsa propensione all’idea di utilizzare lessici già confezionati da altri: perfino quelli frequenziali – come ad esempio il lessico fornito dall’associazione ARELAB (Association Régionale des Enseignants de Langues Anciennes de l’Académie de Besançon) nel 1984, e poi più volte aggiornato – pur utilissimi, andrebbero sempre ricalibrati sulle letture della classe, perché è il canone delle letture che determina le reali frequenze… Altri lessici rischiano di risolversi in uno sterile elenco di nomi. Inutile nascondercelo: anche noi abbiamo imparato il significato delle parole (non solo latine, ma anche delle lingue moderne) non perché erano in qualche lista fornitaci dai nostri insegnanti, ma perché le abbiamo incontrate in contesti che ci hanno colpito, o abbiamo imparato a collegarle ad altre parole più facili, e comunque già note, attraverso i legami di radice e di suono. In ogni caso, offriamo qui tre strumenti che toccherà ai docenti rendere vivi e utili:
a) una parte del lessico di Besançon, rivisto dal collega Guido Milanese per renderlo pubblico in vista delle prove di certificazione latina, e da noi ulteriormente ritoccato (questo spiega la probabile presenza di alcuni errori e ripetizioni, che vi preghiamo di segnalarci);
b) un lessico realizzato alcuni anni fa dal collega Massimo Manca, per utilizzarlo nelle SSIS;
c) un lessico realizzato da Elisabetta Riganti in uno splendido libro, Il lessico latino fondamentale, che l’estratto qui offerto spero diventi un invito ad acquistare e diffondere quanto più possibile.
lessico frequenziale di Besançon – prime 500 parole
lessico frequenziale 1-500 (realizzazione di Massimo Manca, univ. di Torino)
elisabetta riganti, cap. primo
In materia di lessici, infine, segnalo gli esercizi di lessico offerti da Luca Graverini all’indirizzo
http://www.graverini.net/learning-latin/vocabulary-drill/?lang=it
ALCIONE E CEICE (OV. MET. XI 410-748): UN PERCORSO DI LETTURA
Segnaliamo l’ottima iniziativa reperibile alla pagina
http://forum.indire.it/repository_cms/working/export/6553/index.html
che propone, nell’ambito del progetto INDIRE (“Innovazione, Ricerca, Educazione”) un bellissimo percorso didattico relativo all’episodio di Alcione e Ceice nelle Metamorfosi di Ovidio.
DISLESSIA E INSEGNAMENTO DEI CLASSICI
Per gentile concessione dell’Autrice, la prof.ssa Donatella Vignola del Liceo “Melchiorre Gioia” di Piacenza, allego qui un recente intervento sul tema “Dislessia e insegnamento del greco” (spero a breve di ottenerne uno anche per l’insegnamento del latino), che mi auguro possa essere di aiuto e di guida per chi si trovasse ad affrontare casi del genere in classe. Ricordo che l’intervento è stato pubblicato negli Atti della Giornata di Studio “Dislessia e studio delle lingue classiche” – Bologna 10/04/2014 = “Quaderni di Atene e Roma”, 5/2015. Per scaricarlo, cliccare sul link blu sopra la foto dell’Autrice.
w