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11 GIUGNO 1920 – VIA SENATO/VIA MARINA

Tentativo di imboscata fascista al camion dell’Avanti!

Dove? via Senato /via Marina

Soggetti coinvolti: fascisti, socialisti

Arresti: Un passante che si dimostra subito estraneo ai fatti

Feriti: Nessuno

Vittime: Nessuna

L’atmosfera di Milano è belligerante nelle calde sere d’estate. Arditi e fascisti architettano in continuazione ogni tipo di azione per colpire gli odiati pussisti e sovvertire l’ordine della città. Questa volta hanno pensato di tendere un’imboscata a uno dei furgoni che trasportano le copie dell’Avanti! in Stazione Centrale di notte. Il percorso è noto: da via San Damiano, il corriere percorre un tratto di via Senato per poi svoltare in via Marina. Qui si apposta una squadra, pronta a fare la festa ai garzoni del quotidiano. 

Per fortuna il clima è talmente teso, che i socialisti sono abituati a guardarsi le spalle. In sede vengono avvisati della presenza di persone sospette nelle vicinanze, e bloccano il camion prima della partenza, avvertendo le forze dell’ordine. Chiaramente all’arrivo degli agenti i fascisti si sono già dileguati, e non resta che fermare il solito passante che si trova al momento sbagliato nel posto sbagliato. 

La Questura, in ogni caso, promette di indagare. 

I “soliti” tentano un’imboscata al camion dell’«Avanti!»,«Avanti!», 12 giugno 1920

I “soliti” tentano un’imboscata al camion dell’«Avanti!». Il brigantaggio politico non può più svolgere le sue criminose gesta di giorno, è diventato ormai troppo pericoloso, ed allora approfitta delle tenebre della notte organizzando delle «imboscate» contro due o tre dei nostri impiegati che hanno l’incarico di portare ogni notte l’«Avanti!» alla stazione centrale a mezzo camion. Infatti la notte scorsa una cinquantina di quei farabutti, armati di randelli e certamente di altro, si sono dati convegno ai boschetti di via Senato, che è la via che percorre ogni notte il nostro camion per recarsi alla stazione. Avevano seco anche un carro con un cavallo. Il criminoso proposito è stato però sventato da un nostro amico che, per caso, è riuscito a riconoscere gli scopi dell’imboscata che i «soliti» avevano organizzato e ha avvertito noialtri. Anche la questura si è occupata della losca faccenda, inviando sul luogo un camion carico di guardie, alla vista delle quali i delinquenti si sono dati alla fuga. È stato operato un arresto ma, come sempre capita alla nostra questura, sembra che si tratti di tizio che non abbia nulla a che fare colla banda dei «soliti». Ma perché si trovava lì ed a quell’ora? Ad ogni modo abbiamo già provveduto da noi a garantire al nostro cambio ed a coloro che lo accompagnano i mezzi di una energica difesa e, se occorrerà, penseremo anche ai mezzi d’offesa. («Avanti!», 12 giugno 1920) 

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