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16 GIUGNO 1919 – CORSO DI PORTA ROMANA, 10/VIA VIGNOLA Vietato comizio anarchico

Vietato comizio anarchico

Dove? scuole di Corso di Porta Romana, 10, via Vignola

Soggetti coinvolti: anarchici, socialisti, forze dell’ordine

Arresti: 

Si parla di decine di arresti. Tutti i fermati sono rilasciati la sera stessa, tranne i seguenti, trattenuti per porto d’armi illegale:

  • ● Battista Montanelli 
  • ● Angelo Molinari 
  • ● Giuseppe Colombo 
  • ● Ernesto Locatelli 
  • ● Adolfo Racchetta 
  • ● Umberto Giavazzi 
  • ● Pietro Giorgetti 
  • ● Adelchi Silveri 

Feriti: Nessuno

Vittime: Nessuno

Il primo atto dell’Unione Anarchica Lombarda, nata nei primi giorni di giugno, è quello di indire un comizio presso la palestra delle Scuole di Corso Romana, che spesso ospita i discorsi pubblici della sinistra cittadina. Il tema della serata è già di per sé abbastanza rischioso: una protesta contro l’atteggiamento reazionario delle forze dell’ordine e un ricordo delle vittime delle aggressioni poliziesche. Oratori: Primo Parrini e Armando Borghi per gli anarchici, il consigliere comunale Ippolito Bastiani per i socialisti e un rappresentante del sindacato dei ferrovieri in sciopero.

Giunta la richiesta di autorizzazione sulla sua scrivania, il questore Gasti in un batter d’occhio la allontana con la mano. Ha un asso nella manica per giustificare il diniego della concessione: è troppo tardi. Ogni domanda deve giungere con almeno 24 ore di anticipo. 

La notizia dell’annullamento inizia a circolare quando la gente si è già riversata nelle strade circostanti le scuole di Corso di Porta Romana. Affluiscono squadre di carabinieri e guardie regie che impediscono l’accesso alla palestra e perquisiscono i passanti alla ricerca di armi detenute illegalmente. I primi cordoni vengono stesi all’altezza di Piazza Missori e tutta la zona è occupata militarmente. 

Gli organizzatori, stupiti e amareggiati per il trattamento riservato agli anarchici, propongono alla folla accorsa di recarsi allora al comizio socialista in corso in via Vignola, dove si sta discutendo sulle conseguenze delle tristi imprese coloniali italiane.

I compagni anarchici vengono accolti dai socialisti. Si è già saputo dell’annullamento del comizio, e immediatamente dal palco gli oratori Livio Agostini, ora deputato, e Ernesto Schiavello della Camera del Lavoro esprimono il sostegno totale alla causa anarchica. L’auspicio è che anarchici e socialisti possano unirsi contro le prevaricazioni della forza pubblica, a sostegno del diritto di riunione e della lotta di classe contro la borghesia. A riprova delle buone intenzioni, alla fine del comizio Agostini e Schiavello si recano di persona da Gasti a chiedere delucidazioni in merito alla dura repressione messa in atto contro gli anarchici nel pomeriggio. Gasti non perderà tempo a dare spiegazioni dettagliate: la richiesta di permesso è giunta troppo tardi, e si è cercato di impedire che persone armate raggiungessero il centro. 

Decine di arrestati per strada, dopo un breve passaggio in Piazza San Fedele, saranno rilasciati la sera stessa. Il comizio anarchico viene riprogrammato per il 18 giugno nelle scuole di via Campo Lodigiano.

Vincenzo Mantovani, Mazurka blu. La strage del Diana, Rusconi, Milano 1979, pp. 226-227

Una ridicola provocazione poliziesca. Il comizio anarchico proibito. Centinaia di cittadini perquisiti. Un grande comizio di protesta, «Avanti», 17 giugno 1920

Comizio anarchico proibito, «Il Popolo d’Italia», 22 giugno 1920

Una ridicola provocazione poliziesca. Il comizio anarchico proibito. Centinaia di cittadini perquisiti. Un grande comizio di protesta. L’Unione Anarchica Lombarda aveva indetto per ieri sera, nel cortile delle Scuole di Corso Romana, un pubblico comizio per protestare contro la reazione e pro vittime poliziesche. All’ora stabilita per il comizio, forti gruppi di guardie regie e di carabinieri si pongono agli sbocchi delle vie del centro per impedire ai comizianti di recarsi al luogo stabilito. Davanti, poi, alle Scuole di Corso Romana, vi sono doppi cordoni di guardi che non permettono a chicchessia di avvicinarsi alla porta d’ingresso delle scuole stesse. In Piazza Missori altri carabinieri e guardie in divisa ed in borghese. Sembra proprio di essere in un’eccezionale giornata di reazione. La nota più antipatica e più irritante è che i birri hanno l’ordine di perquisire chiunque. Dimodoché avviene che dei tranquilli cittadini, costretti a passare tre, quattro e più cordoni sono sottoposti a diverse perquisizioni. Le proteste, anche le più giustificate e cortesi, vengono represse con brutali minacce e con l’immediato arresto. I cittadini che si recano al comizio restano sorpresi di tanto apparato di forza e molti di essi lanciano la proposta di recarsi in massa al comizio socialista di via Vignola. Infatti, compresi alcuni organizzatori del comizio anarchico, moltissimi di coloro che dovevano partecipare al comizio anarchico si avviano a piedi a quello socialista. A piedi perché i trams della linea di P. Romana sono stati costretti ad interrompere per qualche tempo la circolazione in causa dei cordoni formati un po’ dappertutto dalla forza pubblica e dai capannelli dei comizianti e dei curiosi che si formano qua e là per protestare contro le inqualificabili misure reazionarie della questura. Intanto in via Vignola una folla enorme di operai, compagni e di anarchici invade l’ampio cortile. Il compagno Gorelli apre il comizio ricordando che esso è stato indetto per protestare contro le avventure militari in Libia e in Albania; ma che, dopo la proibizione del comizio di corso Romana, è necessario che dall’imponente radunata esca una fiera protesta contro le misure reazionarie prese a carico dei compagni anarchici. Lo segue Primo Parrini dell’U.A.L. che protesta vivacemente contro la proibizione del comizio anarchico ed inviata i lavoratori a sapersi conquistare seriamente e con forze proprie il diritto di riunione. Il compagno deputato Agostini pronuncia un vibrato discorso, unendo, a nome dei socialisti, la sua protesta contro la ridicola mossa questurinesca. Afferma che il nostro Partito difenderà al fianco degli anarchici il diritto di riunione per tutti. Entra poi nel vivo dell’argomento e dimostra quanto danno abbiano arrecato ed arrechino all’economia nazionale, ma soprattutto al proletariato, le conseguenze delle tristi imprese coloniali del militarismo italiano. Esorta i lavoratori a confidare soprattutto nelle proprie forze ed a mantenersi sul terreno della lotta di classe rivoluzionaria per la conquista di quelle rivendicazioni a cui essi hanno diritto. Termina inneggiando al giorno in cui la libertà e la giustizia sociale saranno una conquista reale del popolo lavoratore. Dopo brevi parole dell’anarchico Sanculotto, parla Ernesto Schiavello che, a nome della Camera del Lavoro, afferma che l’unico mezzo per protestare efficacemente contro il divieto poliziesco è quello di chiamare il popolo a comizio per la stessa questione per la quale l’avevano convocato gli anarchici. E tale comizio deve essere organizzato di comune accordo fra tutte le frazioni sovversive. L’oratore pronuncia quindi un chiaro discorso per dimostrare ai lavoratori come di fronte alla reazione borghese, essi abbiano il dovere d’intensificare la loro azione classista e di stringere sempre più compatte le fila delle organizzazioni sindacali e sovversive. Indi il comizio si è sciolto senza incidenti. Terminato il comizio il deputato Agostini e il compagno Schiavello si sono recati dal questore per conoscere le ragioni della proibizione del comizio anarchico. Il questore ha loro dichiarato che la proibizione era legalissima perché la richiesta del comizio pubblico gli era soltanto pervenuta nel pomeriggio di ieri e quindi non nelle 24 ore volute dalla legge prima della riunione. In quanto alle perquisizioni si è sentito di dire che lo ha fatto per impedire che persone armate arrivassero fino al centro. Il compagno Agostini ha reso noto delle dichiarazioni del questore e non ha nemmeno creduto che esse meritassero l’onore di una protesta. Ed ha fatto bene. Gli arrestati. Quasi tutti gli arrestati di ieri sera, dopo una breve sosta a S. Fedele, sono stati rilasciati, meno i seguenti che saranno deferiti all’autorità giudiziaria per porto d’armi abusivo: Montanelli Battista, Molinari Angelo, Colombo Giuseppe, Locatelli Ernesto, Racchetta Adolfo, Giavazzi Umberto, Giorgetti Pietro e Silveri Adelchi. («Avanti», 17 giugno 1920)

Comizio anarchico proibito. Un comizio indetto ieri sera [in realtà è una notizia di molti giorni prima] dagli anarchici nelle scuole di corso Romana fu vietato dalla polizia, che bloccò gli accessi delle scuole arrestando una settantina di individui che si recavano al luogo del convegno. Circa cinquanta di questi arrestati erano armati, fra di essi si trovavano molti pregiudicati. («Il Popolo d’Italia», 22 giugno 1920)

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