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14 OTTOBRE 1920 – GALLERIA VITTORIO EMANUELE II

Scontri e uccisione del conte Armando Morganti

Dove? Galleria Vittorio Emanuele II

Soggetti coinvolti: anarchici, socialisti, fascisti, forze dell’ordine

Arresti: giro di vite della Questura tra gli anarchici, in seguito soprattutto alla bomba all’Hotel Cavour

Feriti: si segnalano tre feriti durante gli scontri

Vittime:

  • Armando Morganti, 32 anni, conte romano da poco trasferitosi a Milano, ucciso da colpi di arma da fuoco

Il pomeriggio del 14 ottobre Milano si ferma. Le associazioni di sinistra hanno indetto uno sciopero di protesta di due ore contro il boicottaggio della Rivoluzione russa delle potenze occidentali e l’uso indiscriminato della violenza da parte dell’autorità politica e delle forze dell’ordine. I promotori della manifestazione sono soprattutto gli anarchici, che vogliono mostrare la loro vicinanza a Armando Borghi, il segretario dell’Unione Sindacale Italiana arrestato di recente. 

Quattro comizi vengono organizzati in diversi punti della città: in piazza Doria, nel piazzale antistante al Cimitero Monumentale, in Corso Lodi e a Porta Genova vari oratori – tra cui Abigaille Zanetta, Claudio Treves, Giacinto Menotti Serrati e Livio Agostini – si danno il cambio per intrattenere i convenuti durante la sospensione del lavoro, e metterli a parte delle strategie di lotta, tra cui quella dei ferrovieri, che rifiutano di mettere in moto la carrozza che dovrebbe trasportare Borghi a Bologna per il processo. 

La manifestazione riesce perfettamente e senza incidenti. Al termine degli eventi, la circolazione dei mezzi di trasporto riprende regolarmente, e le strade del centro si animano della folla del pomeriggio. In Piazza del Duomo si riversano anche squadre di fascisti, che alla vista di alcuni comizianti in attesa del tram inizia a intonare dapprima l’Inno di Mameli, e dopo a motteggiare in maniera minacciosa.

Alla guardia rossa ci romperemo le ossa!

Il gruppo di anarchici, attaccato, risponde inneggiando a Malatesta. In men che non si dica si innesca uno scontro. Rivoltelle in pugno, gli avversari si affrontano sparandosi l’un l’altro. La squadra di carabinieri di pattuglia in Galleria in un primo momento si sbanda, sull’onda della confusione. Ritornati in formazione, bloccano l’accesso aprendo anch’essi il fuoco. In un istante la Galleria si svuota, e nella concitazione rimane a terra il corpo di un giovane vicino all’edicola dei giornali. 

Il conte romano Armando Morganti viene portato a braccia alla Guardia Medica di via Cappellari, ma ogni cura è vana. Attore inconsapevole nel violento spettacolo di guerriglia urbana, il conte era arrivato da poco a Milano, e pochi giorni prima aveva chiesto di essere ammesso al Fascio di combattimento di Mussolini. Quest’ultima prova di fede non passa inosservata. I fascisti partecipano in massa al servizio funebre al Cimitero Monumentale con i loro vessilli, mettendo ancora una volta il cappello sull’ennesima vittima della lotta politica milanese.

Francesco Lisati, Storia degli anarchici milanesi (1892-1925), La vita felice, Milano 2016, pp. 249-251

Vincenzo Mantovani, Mazurka blu. La strage del Diana, Rusconi, Milano 1979, pp. 287-288

Violenze fasciste e poliziesche che danno risalto al potere proletario. La manifestazione, «Avanti!», 15 ottobre 1920

Dopo la manifestazione. Pericolosi elementi di disordini e di violenza, «Avanti!», 15 ottobre 1920

Cosa si vuol fare?, «Avanti!», 16 ottobre 1920

G.A.S.T.I., «Avanti!», 27 ottobre 1920

A Milano. Un morto e tre feriti, «Il Popolo d’Italia», 15 ottobre 1920

I solenni funerali del conte Morganti ucciso in piazza del Duomo, «Il Popolo d’Italia», 20 ottobre 1920

Violenze fasciste e poliziesche che danno risalto al potere proletario. La manifestazione. Non cerchiamo aggettivi per magnificare la manifestazione che ieri tutto il proletariato italiano ha voluto compiere. Essa fu solenne come un rito, essa fu irresistibile come una valanga. […] I luttuosi incidenti di piazza del Duomo. Un conte assassinato dai carabinieri. Verso le 18 furono uditi in Galleria Vittorio Emanuele numerosi colpi di arma da fuoco, che causarono panico nella folla che … precipitosamente per piazza del Duomo e per le vie adiacenti. I «soliti» in occasione degli annunciati comizi e in previsione che gruppi di operai raggiungessero il centro della città, avevano formato … squadre di vigilanza, le quali scorrazzavano per la galleria, […]. L’aggressione. Ad un tratto una delle squadre sostò all’imbocco principale della Galleria, e precisamente vicino all’edicola giornalistica. In questo momento sopraggiunse, da lato sinistro dei …, un gruppo di circa 13 persone dall’aspetto operaio. Quando questi furono all’altezza del Cinematografo Centrale e via Ugo Foscolo, i fascisti credettero di ravvisare nel gruppo dei socialisti, accerchiarono il gruppo e dopo aver esploso un petardo, … alle rivoltelle sparando all’impazzata. […] hanno imbracciato i moschetti continuando a far fuoco e scheggiando i pilastri dei portici. Alcuni … testimoni asseriscono che i carabinieri si sarebbero messi in ginocchio per sparare. […] Un morto e tre feriti. Invece quattro sventurati, di cui fino al [non si legge], sono rimasti feriti da colpi di rivoltella mentre si davano alla fuga. Essi sono: Morganti Antonio, di anni 32, da Roma, il quale, ferito gravemente alla regione … destra, è spirato mentre veniva operato il suo trasporto alla vicina Guardia Medica di via Cappellari. Egli è stato identificato, in quanto gli furono trovati in dosso un certificato di riforma militare, e alcuni biglietti da visita […]. («Avanti!», 15 ottobre 1920)

Dopo la manifestazione. Pericolosi elementi di disordini e di violenza. Anche ieri, dunque, a Milano, dopo che quattro maestosi comizi erano stati chiusi da tempo, i soliti sicari, lontano assai da punti dove la quadruplice manifestazione s’era affermata, hanno voluto, ancora una volta, dare prova della loro delinquenza. Figurarsi! Una dozzina di persone che passa cantarellando! Che minaccia per la cassaforte di lor signori, cioè, pardon…, per la nostra cara patria! Roba da giustizia sommaria! Ed infatti i «bravi» appostati in piazza del Duomo, protetti dalla polizia, assicurati dall’impunità, hanno… coraggiosamente aggredito a rivoltellate i pacifici cantori! Ma, ahimè!, non tutte le ciambelle riescono col buco, ed invece d’un «vile operaio», invece d’un «miserabile bolscevico», i banditi hanno bucato la pelle ad un… conte, un borghese, un patriota! Questo disgraziato, come gli altri, passava di lì per caso… ora il fatto che, oltre all’esser stati ripresi tutti i servizi pubblici da più di un’ora, la gente circolava tranquillamente per le strade e per le piazze, ed in quel punto si trovavano a passeggiare anche degli uomini d’ordine come il conte …, questo fatto, diciamo, prova che non vi fu né movimento né conflitto di massa, e che invece vi fu triste e vile la premeditazione dei banditi. I soliti gruppetti di elementi esaltati, equivoci, violenti, s’erano dati convegno, armati, connivente la questura, come ad una bella festa di sangue! Essi aspettavano impazienti un’occasione, un pretesto qualsiasi, per ammazzare qualcuno, poiché non sanno e non vogliono fare altro, per ammazzare dunque, a difesa degli interessi, delle paure e delle rabbie, del pescecanismo che prospera ed agita il paese. Essi avevano bisogno di un po’ di sangue proletario onde potersi presentare stamane ai banchieri ed agli strozzini a spillar loro qualche biglietto da mille. Questa è la loro… funzione sociale! Ma il sangue non è stato soltanto proletario. È vero che la delinquenza non guarda tanto per il sottile. Però… la cosiddetta autorità dovrebbe un po’ pensarci. Per il suo nome e nel suo interesse. Non si sa mai… Perché si permettono di incoraggiare le cosiddette «squadre armate di vigilanza», composte di pericolosi elementi di disordine e di violenza, di ignoti o troppo noti, e comunque di persone private, che non hanno nessuna veste per fare quello che fanno? Siamo fuori dalla legge! Siamo nell’arbitrio! Siamo nel delitto! […] («Avanti!», 15 ottobre 1920)

A Milano. Un morto e tre feriti. L’… manifestazione dei partiti estremi pro Russia, pro vittime politiche e contro il presunto «terrore bianco» si è svolta ieri, ma i quattro comizi indetti in quattro punti della città non … quanto i promotori si ripromettevano. Tuttavia in sospensione del lavoro avvenne alle 15 senza alcun incidente e fu quasi generale. I tramvieri, come era stato stabilito, fermarono le vetture … alle 15.30. Anche i ferrovieri – specialmente il personale di trazione – aderirono largamente, e all’ora convenuta i treni furono fermati dove si trovavano. […] [breve ricognizione di Milano in sciopero] I comizi.  […] Alle 17.30 circa i quattro comizi erano finiti dopo l’approvazione di un ordine del giorno di protesta contro la reazione, la lavoro delle vittime politiche, contro la stipula dell’Intesa verso la Russia, ecc. i convenuti si sciolsero tranquillamente. Soltanto un gruppo di facinorosi, reduci dal comizio di porta Genova, si avviò verso il comprensorio di San Vittore, con la … intenzione di aprire le porte ai galeotti che vi sono detenuti. Ma la vista di qualche reparto di truppe e di una … convinsero gli assaltatori a cambiare idea. Il servizio ferroviario riprese senza incidenti alle 17 e così pure il sistema tramviario. Alla stessa ora i cancelli della posta centrale furono riaperti. I sanguinosi incidenti di Piazza del Duomo. Pareva che la manifestazione si fosse chiusa nella più perfetta calma, allorché verso le 18, un sanguinoso episodio di svolse in piazza del Duomo. La piazza aveva già ripreso l’aspetto abituale, ed era ridiventata, come sempre, animatissima allorché alcune detonazioni echeggiarono di fronte alla Galleria, seguite subito da parecchie nutrite scariche. I fatti si sono svolti così. Un gruppo di fascisti – una ventina in tutto – dopo aver percorso i portici scanzonati cantando alcuni inni patriottici si era soffermato nei pressi dell’edicola che si trova a destra dell’imbocco della Galleria. Ad un tratto si udì una piccola esplosione dovuta – pare – ad un innocuo petardo. La detonazione suscitò un poco di panico, subito superato: ma improvvisamente dal marciapiedi prospicente al Duomo, partirono due colpi di rivoltella, all’indirizzo dei fascisti che avevano ripreso a camminare. Prima ancora che avessero avuto il tempo di tener conto di quanto avveniva essi furono fatti segno ad una nutrita scarica di revolverate. Alla improvvisa nutrita scarica, un gruppo di carabinieri che sostava pure presso l’edicola, sparò in aria a scopo intimidatorio, alcuni colpi di moschetto ed anche da un reparto di truppa che si trovava all’imbocco della Galleria partirono alcuni colpi in aria. La folla che gremiva la Galleria e i portici, presa dal panico, si sbandò e la piazza rimase per un momento deserta. Ma presso l’edicola giaceva a terra un giovanotto egregiamente vestito, che non dava più segno di vita. Trasportato alla guardia medica di via Cappellari, egli vi cessava di vivere subito dopo, senza aver ripreso i sensi. In tasca gli furono rinvenuti dei biglietti da visita, e un certificato, del Distretto Militare di Roma dal quale egli risulterebbe essere il conte Latinio Armando di C… . Si tratta di un giovane dell’… di 22 o di 23 anni. («Il Popolo d’Italia», 15 ottobre 1920)

Cosa si vuol fare? Ieri sera Milano fu posta in subbuglio. Prima l’arresto dei redattori di Umanità Nova, incarcerati e trattenuti senza si cha stato possibile ad alcuno stabilire a causa di quale specifica imputazione, e poi le perquisizioni e gli arresti operati a casaccio in vari punti della città hanno lasciato la popolazione nel più vivo stupore. Nei caffè, dove pacifici cittadini stavano radunati, irrompevano schiere di poliziotti perquisendo, o malmenando chiunque con modi brutali e trattenendo in istato d’arresto numerosi operai. […] Ci limitiamo pertanto a domandare a coloro che si sono fatti iniziatori del provvedimento liberticida: che cosa si vuole? I fascisti, padroni in senso illimitato del centro della città, provocano un conflitto; gli agenti dell’ordine sparano, uccidono e feriscono gente che fugge e che non partecipava in alcun modo ad alcuna manifestazione, perché in quel momento nessun nucleo operaio transitava per la piazza del Duomo, e in conseguenza di tutto ciò la polizia non sa far di meglio che porre manette alla gente che tranquillamente attende alle sue occupazioni? […] Di fronte all’improvvisa sfuriata, il proletariato di Milano vigila e guarda. («Avanti!», 16 ottobre 1920)

I solenni funerali del conte Morganti ucciso in piazza del Duomo. Ieri, alle 16.30, partendo dal Famedio del Cimitero Monumentale, hanno avuto luogo i funerali del conte Morganti, vittima occasionale del conflitto di giovedì scorso in piazza del Duomo. I funerali sono riusciti imponenti per l’intervento numerosissimo di amici e di conoscenti. Il gagliardetto del Fascio milanese di combattimento era presidiato da un grande stuolo di fascisti. […] La mesta cerimonia è finita, lasciando in tutti i presenti largo compianto per l’amico buono così tragicamente perduto. («Il Popolo d’Italia», 20 ottobre 1920)

G.A.S.T.I. Quando da queste colonne noi denunciammo la esistenza di speciali squadre armate pronte a provocare e violentare i lavoratori durante le manifestazioni pubbliche, il comandante di Casa S. Fedele fece lo gnorri e finse di cascare dalle nuvole. Pubblichiamo ora la seguente circolare dell’ormai noto Comitato di organizzazione civile, non già perché il capo dei borri abbia bisogno di noi per sapere quello che la borghesia sta preparando onde soffocare ogni nobile sforzo del proletariato tendente a redimersi dall’originale sfruttamento capitalistico, ma per rivendicare ancora una volta la verità delle nostre … e per mettere in guardia i lavoratori contro le mene dei così detti patrioti che, pur di vivere parassitariamente alle spalle di chi lavora, non indietreggiano neanche di fronte alle più vili e basse azioni di brigantaggio. Ed ora ecco la circolare emanata dal Comitato della Guardia Armata al Servizio dei Truffatori Italiani: «Comitato di organizzazione civile. Piazza S. Sepolcro 9. Milano, settembre 1920. Egregio signore, il momento culminante della crisi nazionale del dopoguerra sembra essere giunto con la questione dell’assedio delle industrie nella quale sono coinvolti i più vitali interessi del Paese. Al di sopra delle personali opinioni sulla soluzione tecnica del …, che ha – come Ella ha fatto – fortemente operato e sofferto per la grandezza della Patria non può rimanere indifferente al rischio di rovina che essa corre. Il Comitato di Organizzazione Civile ha già preparato, col valico concorso di molti suoi colleghi, squadre di difesa cittadina contro il probabile non lontano trascendere dei peggiori elementi dei bassifondi sociali. Ella è invitato ad iscriversi, senza ritardo in questi reparti di Guardia Civica, i quali possono essere chiamati da un momento all’altro a cooperare con l’autorità militare al mantenimento dell’ordine. Così facendo Ella continuerà l’opera gloriosa iniziata alla fronte per la difesa d’Italia. Sono ancora quelli che, durante la guerra, tentarono pugnalarci nella schiena ordendo il complotto di Caporetto e che da due anni cercano – ispirati dallo straniero – di liquidare la nostra vittoria, gli ideatori ed i guidatori della bieca congiura odierna. Ciascuno riprenda il suo posto di combattimento ed affronti, come sul Carso e sul Piave, i nemici irreconciliabili di questa Italia che non può (finché vivano i reduci della grande guerra gloriosa) essere tratta a rovina da tradimento e dall’ignavia di alcuni dei suoi figli indegni. Per il Comitato di organizzazione civile, il segretario Avv. Dante Diotallevi. Le buffonate della questura. Sebbene nessuno lo sappia esiste a Milano una certa associazione patriottica che nei momenti «pericolosi» per la grande patria lancia impavidamente gran copia di manifesti contro il «bolscevismo» dilagante per raccogliere tutte le forze «sane» del paese e muovere alla conquista del «Grappé» in corso Vittorio Emanuele… Codesta società … della gravissima provocazione arrecata ai bolscevichi mediante la pubblicazione del «…» manifesti patriottici invoca ed ha della questura il picchetto fisso dei carabinieri che salvaguardia le sacre mura della santissima sede. Intanto i nostri eroi dal di dentro si armano di tutto punto in attesa degli ipotetici ed insperati attacchi delle orde al comando di Lenin. La questura dal canto suo a giustificazione della vigliacca persecuzione che sta compiendo verso gli anarchici, ordina di perquisire pure la sede dei patrioti. E certamente avrebbe compiuta una bella impresa se… cinque minuti prima, un componente dell’associazione non si avesse fatto dire chiaro e tondo dal carabiniere di guardia la consegna avuta in modo che i nostri eroi ebbero il tempo di asportare ogni cosa. («Avanti!», 27 ottobre 1920)

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