Obiettivo Immagine nasce in seno all’Università degli studi di Milano (Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali e Dipartimento di Informatica “Giovanni Degli Antoni”) in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, con l’idea di ripensare criticamente le attuali condizioni del mercato della fotografia e di sperimentare soluzioni teoriche e pratiche, con particolare riferimento all’area milanese.
L’applicazione al mondo dell’arte di criteri propri del mercato finanziario ha profondamente alterato i processi di fruizione estetica dell’opera d’arte: case d’asta, gallerie e collezioni private tendono oggi più che mai a monopolizzare le modalità di esposizione al pubblico e selezionano artisti e opere quasi esclusivamente in base ai criteri del mercato.
Il fenomeno è particolarmente rilevante nel caso della fotografia, che in Italia resta ai margini del sistema culturale di musei e grandi spazi espositivi pubblici.
La città e la provincia di Milano rappresentano una realtà tra le più vivaci in Italia per numero di gallerie, fiere ed eventi dedicati alla fotografia. Eppure, da un lato, giovani artisti e persino affermati professionisti faticano a individuare canali per promuovere efficacemente la loro opera e, dall’altro lato, un pubblico potenzialmente vasto non trova risposta a bisogni culturali che la fotografia potrebbe soddisfare.
Obiettivo Immagine risponde a questi problemi con un innovativo programma di ricerca e didattica universitaria, affiancato da iniziative mirate di divulgazione della cultura fotografica nell’area milanese, che diventa terreno di sperimentazione di soluzioni applicabili su scala nazionale e internazionale.
Il progetto intende
- elaborare un sistema di certificazione dell’opera fotografica, basato su parametri di tipo tecnico, estetico e storico-culturale, formando una specifica figura professionale che sappia valorizzare nuovi percorsi artistici e tecnici;
- promuovere l’opera di artisti attivi sul territorio e proteggere il loro lavoro con un sistema di registrazione digitale delle opere, attraverso strumenti crittografici capaci di tutelarne il trasferimento;
- creare un circuito di divulgazione della fotografia e della cultura dell’immagine, organizzando mostre e workshop in spazi urbani non convenzionali rispetto ai circuiti espositivi privilegiati dal mercato dell’arte.