In diverse regioni italiane è stata riscontrata la presenza di acque con valori naturali di arsenico superiori a 10 μg/L, limite previsto dalla normativa italiana (D.Lgs 31/2001). In Italia le più importanti fonti di arsenico sono riconducibili a processi naturali di dissoluzione di minerali contenenti arsenico, mediati dai microrganismi ed a processi geotermali.
La tossicità di arsenico dipende dallo stato di ossidazione, ed è 100 volte più elevata per la forma ridotta arsenico(III) rispetto alla forma ossidata arsenico(V), che è molto meno mobile e può essere rimossa da idonei materiali adsorbenti. L’impiego di microrganismi può migliorare l’efficienza di rimozione dei materiali attraverso l’ossidazione biologica di arsenico(III), che rappresenta la forma prevalente nelle acque di falda.
In particolare, le azioni del presente progetto sono:
Analizzare la distribuzione delle forme di arsenico inorganiche e organiche presenti nelle acque, in relazione a parametri chimico-fisici e biologici. Descrivere le comunità microbiche che vivono in queste acque e caratterizzare nuovi batteri arsenico(III) ossidanti. Valutare il grado di stress ossidativo tramite indicatori biologici ed enzimatici.
Sviluppare nuove metodologie sperimentali di laboratorio per la valutazione dell’efficienza di rimozione dell’arsenico di materiali a base di ferro di origine chimica (nanoferro zerovalente, ferro granulare zerovalente e goethite), e biologica (chitosano, esopolisaccaridi microbici, biochar) in combinazione con batteri arsenico(III) ossidanti.
Riprodurre in impianti pilota le migliori combinazioni ottenute in laboratorio per ottimizzare i parametri di processo.
Nella pianura alluvionale del Po’ e nel Lazio, sono state individuate aree estese (province di Cremona, Mantova e Viterbo) e zone più circoscritte in provincia di Varese e di Sondrio che presentano acque di falda, di fonte e geotermali con concentrazioni di arsenico superiore ai limiti di legge.