"Un mese fa è mancato Giovanni Piana, un grande professore, diciamo della scuola di Milano, anche se in realtà questa etichetta copre delle personalità molto diverse tra loro neanche sempre del tutto convergenti che però avevano qualcosa di fondo in comune, di praticare la Filosofia in un certo modo, una filosofia aperta secondo le correnti più significative che in quel momento in Europa si coltivavano, in primo luogo la Fenomenologia"

http://www.filosofiaincircolo.it/testi/ser-spi.pdf

 

"an Italian phenomenological school, based in Milan, and founded by Antonio Banfi and Enzo Paci at the half of the last century. Various phenomenological streams stemmed from their lessons. One of the most important is the one led by Giovanni Piana in the ‘60s. Piana and his followers read Husserl in a realistic way, pointing out the difference between genetic and static approach to phenomenology, the power of passive syntheses as anti-subjectivist moment in the formation of the world, and the methodic relevance of Husserl’s reductions (Costa, Franzini & Spinicci 2002)".

https://journals.openedition.org/ejpap/881?lang=fr

 

Le parcours phénoménologique emprunté par Paci, avec toutefois des perspectives et des solutions différentes, est cependant encore vivant et actif à Milan, grâce à Dino Formaggio que nous avons déjà cité et grâce au travail d'un autre élève (et successeur) de Paci, Giovanni Piana (1940), à qui l'on doit, au-delà des rhétoriques et obscures opérations syncrétiques, une lecture originale de la pensée phénoménologique. Piana, qui s'est consacré à la pensée phénoménologique dès le début des années soixante et à qui l'on doit la traduction des Recherches logiques, aime qualifier de « structuralisme phénoménologique » sa position théorique, en grande partie consacrée à la formation d'une philosophie de l'expérience. Cette expression ne prétend pas imaginer un mélange entre phénoménologie et ce que l'on a l'habitude de définir historiquement comme structuralisme, plus ou moins linguistique....Au même moment, cependant, et c'est le point qui unit la plupart des élèves de Piana, d'Elio Franzini (1956) à Paolo Spinicci (1958), qui enseignent à l'Université de Milan, jusqu'à Enzo Costa (1963), qui enseigne à l'Université du Molise, la phénoménologie ne peut pas être réduite à une « variante » de la philosophie analytique, à un descriptivisme banal et superficiel, incapable de discerner ce

qui est significatif de ce qui ne l'est pas, se contentant d'ajouter les résultats descriptifs les uns aux autres. Le but de la phénoménologie, souligne Piana, n'est pas d'accumuler à l'aveuglette descriptions sur descriptions, mais – par la description – de mettre en évidence certaines circonstances significatives d'ordre structural. Par conséquent, il pense que l'expérience possède, dans chacune de ses manifestations, une structure, que la recherche phénoménologique doit rendre évidente, en en montrant avec clarté les nœuds et articulations. Cette doctrine de l'expérience, qui s'éloigne de toute forme d'idéalisme que

Piana reproche explicitement au dernier Husserl, sans oublier toutefois l'importante fonction idéologique, éthique et idéale des derniers ouvrages husserliens, met au cœur de la réflexion philosophique le seul lien entre Husserl et la tradition empiriste, dans le but d'en éliminer tout thème heideggérien, soulignant plutôt la notion wittgensteinienne de « jeu linguistique ».

https://www.cairn.info/revue-rue-descartes-2015-4-page-145.htm

 

"Giovanni Piana era una di quelle persone che lavorano nel pieno della notte. Cominciava a studiare molto tardi nella sera, l'indomani non era visibile prima dell'una, le due. I biondi ciuffetti arruffati, appariva finalmente vestito di girocollo, golf o maglioni, amorosamente e competentemente tessuti dalla sua Marina. Marina aveva testa perspicace, era affettuosa, chiaccherina e gran cuoca ospitale. La sua cucina schietta e saporita riscaldò più d'una volta noi immigrati ma anche molti compagni milanesi. La loro casa in via Guerrazzi era uno dei posti in cui era gradevole ritrovarsi a discutere di filosofia, di musica, di politica. Nell'estate del '61 Giovanni andò a Friburgo a studiare manoscritti di Husserl sul colore".

http://www.emiliorenzi.it/download/I_migliori_anni_della_nostra_vita.pdf

 

"Man mano che aumentano i titoli aumenta anche il numero dei traduttori. e la loro provenienza. Molti sono «allievi di allievi»: degli allievi di Banfi, ossia e soprattutto sono laureati di Paci. Ricordo solo alcuni nomi: Paolo Caruso, all’epoca assistente di Paci, traduce la Critica di Sartre e le prime opere di Lévi-Strauss; Andrea Bonomi traduce le opere successive di Lévi-Strauss e di Merleau-Ponty. Giovanni Piana affronta le Ricerche logiche di Husserl, lavoro impegnativo per il quale Alberto Mondadori fa eccezionalmente eseguire pagamenti anticipati.

http://www.casadellacultura.it/viaborgogna3/viaborgogna3-n1-la-scuola-di-milano.pdf

Ho vissuto prima con i miei amici filosofi in viale Maino e poi ho messo su con altri una casa in via Sirtori che è diventata subito una Comune in cui, dal 1960 al '75 abbiamo vissuto diverse ondate di eventi legati alle vicende filosofiche e politiche del tempo. Lì abbiamo tenuto, allora, diverse riunioni di Classe Operaia. Con Alquati, Gasparotto e altri avevamo iniziato le letture e i commenti al pensiero di Marx. Negli anni '60 abbiamo tenuto anche delle letture pubbliche de "Il capitale" molto frequentate. Lì girava sovente, e in parte vi abitava, il giro filosofico legato a Paci, quindi Guido Neri, Filippini, Piana, Gambazzi, Renato Rozzi e altri. Non era un luogo di identità, ma di presenze transdisciplinari, che passavano da un campo all'altro, sempre secondo questa idea di incontri possibili tra le cose. Era un periodo di grande energia, di incontri memorabili con Paci, con quella sua capacità fantastica di captare e di connettere tra di loro tutti i campi del pensiero, dell'arte, della musica da Schönberg a Proust, da Parmenide ad Agostino a Husserl, in una specie di immenso piano di immanenza di concetti e di figure.

https://www.autistici.org/operaismo/daghini/2_1.htm


Giovanni Piana è primo firmatario dell'appello degli intellettuali contro l'eversione terrorista delle Brigate Rosse messa in atto con il rapimento di Aldo Moro, pubblicato su L'Unità del 18 marzo 1978

https://archivio.unita.news/assets/main/1978/03/18/page_004.pdf

 

"...the lessons of greater masters such as P. K. Feyerabend, Giulio Giorello, Giovanni Piana, and Eugenio Colorni, ..." in "Review: "Quo vadit poesis?": The Present State of Italian Poetry" by Erasmo Gerato

https://www.jstor.org/stable/1347314?casa_token=i5YDuamDHzcAAAAA%3AcZDODKqThl0sHuctPx_Bjy-mkYO_RvBpqWaaSpAtudlnE0QR_ekYz-_twleH19SUwy1GDTje53qw-NRVEtAkHcI4DNrYHQfR_uAhvjwq8knksP-IH7Tj&seq=1#metadata_info_tab_contents