Conclusa la rassegna bibliografica su due specie di cover crop

Sono stati condotti lavori di approfondimento su Raphanus raphanistrum e Sinapis alba, due cover crop della famiglia delle Brassicaceae di interesse per gli agricoltori lombardi. L’approfondimento è stato condotto operando con questi passi:

  • Identificazione di tutti gli articoli scientifici disponibili in letteratura nei quali la specie è stata coltivata in pieno campo, utilizzandola come cover crop. Tra i lavori disponibili sono stati trattenuti solo quelli svolti in climi temperati (assimilabili quindi a quello lombardo).
  • Estrazione dagli articoli di tutte le informazioni quantitative relative al sito e al disegno sperimentale, ai trattamenti effettuati, e alle variabili misurate sulle cover crop, sul terreno e sulla successiva coltura da reddito.
  • Elaborazione dei dati raccolti, per descrivere la crescita nel tempo della biomassa della cover crop e il suo accumulo di azoto, e, nel caso in cui fosse presente anche un testimone senza cover crop, l’effetto della cover crop rispetto al testimone sulla concentrazione di azoto minerale nel terreno in diversi momenti, sulla presenza di malerbe, sulla resa e sull’asportazione di azoto della coltura successiva.

Per quanto riguarda la senape sono stati inclusi 21 articoli. Essa ha dimostrato di essere efficace nell’assorbire l’azoto dal suolo e in parte restituirlo successivamente: infatti, ha spesso lasciato nel terreno, al termine dell’inverno, quantità maggiori di azoto minerale rispetto a quelle presenti nel terreno lasciato nudo, e assorbito quantità di azoto comprese nella maggior parte dei casi tra 50 e 100 kg N ha-1, ma con punte che hanno superato i 200 kg N ha-1. La senape inoltre è stata efficace nel controllo delle infestanti grazie alla velocità di crescita e all’elevata copertura del suolo. Le rese delle colture in successione sono quasi sempre state simili nei trattamenti in cui queste seguivano la cover crop rispetto ai trattamenti testimoni. Solo in pochi casi (soprattutto per il pomodoro) si è registrata una lieve riduzione della resa per la coltura da reddito in successione alla cover crop.

Per il Raphanus raphanistrum gli articoli analizzati sono stati 40. La sintesi dei dati ottenuti indica che il rafano, per quanto riguarda la produzione di biomassa aerea in ambienti simili al nostro, raggiunge il suo massimo in un momento compreso, prima del gelo invernale, tra gli 80 e i 100 giorni dopo la semina, producendo fino a 4 t ss ha-1 (considerando una data di semina compresa tra il 20 agosto e il 4 settembre). L’azoto assorbito ha raggiunto discreti valori (40-60 kg N ha-1) già nei primi 20-40 giorni di coltura in atto, fino a mediamente circa 100 kg N ha-1 dopo tre mesi di coltivazione. Per quanto riguarda la densità di semina si è constatato che, per terreni a tessitura franca e limosa franca, la produzione massima di biomassa si è raggiunta con 14 kg ha-1 di semente corrispondenti a 63 piante m-2. Il confronto tra la resa della coltura principale in successione al rafano e la resa della coltura principale in successione al testimone senza cover crop ha indicato che, per tutte le specie da reddito studiate, le due rese non sono state in media particolarmente diverse (mais +3%, frumento -0,5%, soia +0,3%), ad eccezione della patata che ha prodotto mediamente +20% se preceduta dalla cover crop.