Sinossi
Il contributo presenta l’analisi della coperta floscia di un registro del monastero di Sant’Ambrogio di Milano (1283) recante parole (titolo e indice) e immagini (due stemmi araldici di porta Comasina di Milano e una scrofa semilanuta, creatura leggendaria adottata fino al periodo visconteo quale simbolo fondativo della città di Milano) riferibili a un perduto Liber instrumentorum porte Cumane, databile alla metà del secolo XIII, unico testimone duecentesco della produzione seriale su registro del comune di Milano. Attraverso l’analisi codicologica e storico-istituzionale viene ricostruito il contesto di primitiva destinazione della coperta, si esaminano le scritture e i disegni su di essa visibili e per loro tramite si ipotizza il contenuto e la struttura del liber perduto; infine si individua il momento in cui la membrana è stata prima defunzionalizzata e poi riconsiderata quale materiale anodino da ‘piegare’ a un nuovo scopo tegumentario.