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1° MAGGIO 1919 – CIMITERO MONUMENTALE

Commemorazione per i caduti della Grande guerra

Dove? Cimitero Monumentale

Soggetti coinvolti: socialisti

Arresti: Nessuno

Feriti: Nessuno

Vittime: Nessuna

Approfondimento:

Da Porta Lodovica verso la piazza di Porta Ticinese la gente si affolla prima ancora che si dia inizio alla formazione del corteo. È un giorno speciale: mentre i fascisti si sono dichiarati a riposo, i socialisti hanno deciso di commemorare i caduti della Grande guerra nel primo appuntamento pubblico dopo l’assalto all’Avanti!.

È essenziale che tutto riesca in maniera grandiosa e senza incidenti, per lanciare un messaggio chiaro alla cittadinanza e soprattutto agli avversari: il Partito socialista e i suoi sostenitori non si danno per vinti e la razzia della loro casa non li ha di certo sconfitti.

Il popolo socialista, che già il giorno dopo l’attacco ha lanciato una sottoscrizione con cui ha raccolto un milione e cinquecentomila lire a sostegno del giornale, manifesta la sua solidarietà nel pomeriggio del 1° maggio, attraversando una Milano festante e composta. Il corteo, preceduto dai ciclisti rossi con il gagliardetto e costantemente sorvegliato dalle forze dell’ordine, percorre sulle note dell’Internazionalele strade della città. Dalle grate di San Vittore, i detenuti si affacciano sventolando i loro cappelli al passaggio dei socialisti.

Il Cimitero Monumentale è già affollato all’arrivo dei manifestanti. Al Famedio, due enormi bandiere rosse vengono issate ai lati del palco. Il rispettoso silenzio di tutti i presenti è rotto dalle vibranti parole di Abigaille Zanetta, che dopo aver ricordato i morti e le vittime innocenti del grande conflitto mondiale, infiamma gli animi:

«L’«Avanti!» che si vorrebbe distrutto è oggi risorto per volontà del popolo che se ha dovuto subire sino ad ora ogni vessazione, afferma ora il proposito di scuotere il giogo economico e politico che lo tenne fin qui servo di una minoranza padrona del popolo!»

Luigi Repossi, che prende la parola per ultimo, ricorda il sacrificio delle vittime innocenti di un conflitto ingiusto, e raccomanda i convenuti di lasciare la manifestazione alla spicciolata, per non dare adito a rappresaglie e ritorsioni da parte dei fascisti o delle forze dell’ordine.

Mimmo Franzinelli, Fascismo anno zero. 1919: la nascita dei Fasci italiani di combattimento, Mondadori, Milano 2019, p. 90

L’imponente manifestazione socialista del primo maggio, «Avanti!», 3 maggio 1919

L’imponente manifestazione socialista del primo maggio. Prima ancora dell’ora stabilita per la formazione del corteo, il tratto di bastione che da porta Ticinese conduce a porta Lodovica ed il Piazzale Ticinese era gremito da una enorme folla che rispose all’appello del Partito Socialista per commemorare i morti di queste ultime giornate. Ogni stendardo rosso che veniva ad ingrossare il numero di quelli già arrivati, era accolto da applausi frenetici con evviva il socialismo. Molti sono i cartelli significativi colle scritte di richiamo ai quattro postulati del Partito Socialista. Ne notiamo parecchi: Soltanto nel socialismo sta la pace.– […] Basta col governo dei ricchi.Vogliamo l’amnistia generale, la libertà di stampa.Si ritirino le truppe dalla Russia.Vogliamo il disarmo. […] Il corteo. Prima che il corteo si muova, Repossi della Sezione socialista parla alla folla ringraziandola della dimostrazione di solidarietà e compattezza col Partito Socialista […]. Le parole sono accolte da uno scrosciante applauso e il corteo si muove alla volta del Cimitero Monumentale. L’organizzazione è perfetta. Alla testa marcia una fila serrata di ciclisti rossi col loro gagliardetto ed ai lati del corteo stesso altri ciclisti che impediscono, alla folla che fa ala, di contravvenire alle disposizioni prese dal Comitato ordinatore. […] La musica Internazionale, che, per la prima volta esce senza divisa, con un semplice cappello nero a … intona l’Internazionale, seguita da tutte le bandiere e da tutto il popolo, alternato dalle altre due musiche, dei tramvieri e di …. Il corteo passa tra due fittissime ali di popolo. Aeroplani militari volteggiano per l’aria. Le rive del Naviglio e gli spalti dei bastioni in demolizione sono gremitissimi di gente popolo che applaude al passaggio del corteo calmo e composto. Dalle finestre e dai balconi, lungo tutto il percorso, è un continuo battimani e un frequente agitarsi di fazzoletti rossi. Intanto si notano sui bastioni laterali i cordoni di carabinieri e guardie di città che seguono il corteo… a titolo di curiosità mentre fitti squadroni di cavalleria sono raggruppati nelle diverse località in prossimità agli sbocchi verso la piazza del Duomo. Al passaggio dei bastioni prospicenti il carcere di San Vittore i detenuti protendono le braccia fuori dalle inferriate e sventolano cappelli e fazzoletti mentre le musiche suonano l’Internazionale e Bandiera rossa, l’Inno dei Lavoratori. Gli aeroplani, fra i quali due piccoli cacciatori, seguitano intanto a volteggiare sul corteo che prosegue compatto e ordinato. Giunto all’Arco del Sempione, una parte del corteo imbocca via Melzi, mentre l’altra parte prosegue per ricongiungersi poi sul piazzale di Porta dove imbocca il viale Garibaldi e via Ceresio sboccando sul Piazzale del Cimitero Monumentale.  Al Monumentale. La maestosa gradinata che conduce al Famedio è già rigurgitante di popolo prima che ancora arrivi il corteo. Lo spettacolo è imponente. Prevedendo l’impossibilità che un solo oratore possa parlare a tanta folla, si dispone che il corteo venga diviso ai due lati della facciata dove gli oratori parleranno dalle due balaustre laterali mentre altri parleranno dal Famedio alla folla assiepata sulle gradinate. Quando il corteo è giunto, due enormi bandieroni rossi sono issati ai lati degli oratori che parleranno dalle balaustre. Il silenzio è perfetto. Dal lato sinistro inizia il discorso la maestra Zanetta rammentando che il pellegrinaggio d’oggi è per salutare i nostri morti, i morti della guerra, mentre in epoca non troppo distante un altro corteo significativo ebbe a salutare i morti dell’anteguerra. […] Ma l’«Avanti!» che si vorrebbe distrutto è oggi risorto per volontà del popolo che se ha dovuto subire sino ad ora ogni vessazione, afferma ora il proposito di scuotere il giogo economico e politico che lo tenne fin qui servo di una minoranza padrona del popolo. La voce dell’oratrice a questo punto è coperta al rombo di un aeroplano, che fende l’aria a bassa quota, [CENSURA] poi riprende il volo verso l’alto e tornato il silenzio la Zanetta prosegue nel suo dire parlando dell’attuale momento politico e raccomandando la completa disciplina ai deliberati del Partito Socialista per poter ottenere la revisione dei suoi postulati. Chiude poi il mio discorso, salutando la memoria dei morti. [CENSURA] […] Repossi prende per ultimo la parola per salutare le vittime innocenti che con animo commosso il proletariato è venuto a salutare. Dimostra la necessità della lotta fra l’attuazione della dottrina socialista e chiude il comizio raccomandando ancora una volta di non dar modo a che la dimostrazione d’oggi possa venire funestata da fatti che possano servire da pretesto per rappresaglie ingiustificabili. […] La folla che ha assistito ai discorsi ascoltando attentamente la parola degli oratori, abbandona lentamente il piazzale dirigendosi verso le proprie case. Pel servizio di pubblica sicurezza sono stati presi provvedimenti di grande stile. Tutte le vie che portano al centro sono sbarrate da cordoni di fanteria, da squadroni di cavalleria, da carabinieri, che però hanno l’ordine di lasciar passare alla spicciolata e la grande manifestazione si scioglie senza dar luogo ad incidenti di sorta. («Avanti!», 3 maggio 1919.)

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