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14 LUGLIO 1920 – GALLERIA VITTORIO EMANUELE II

Attentato al Caffè Biffi

Dove? Caffè Biffi, Galleria Vittorio Emanuele II

Soggetti coinvolti: anarchici? socialisti?

Arresti: Nessuno

Feriti: Nessuno

Vittime: Nessuna

In Galleria passata l’una di notte c’è poca gente. Due guardie in servizio, Francesco De Santis e Francesco Nicolò, non fanno caso all’uomo che li oltrepassa. Dopo qualche istante, uno scoppio fa tremare l’ottagono. 

I due agenti, individuato l’attentatore, lo inseguono ma ogni tentativo di raggiungerlo è vano. Si è dileguato nella notte. Intanto vicino al Biffi viene ritrovato l’ordigno. Sembra una bottiglia, ma è una bomba a percussione o a due tempi. Per fortuna è esplosa solo la spoletta: non si segnalano danni materiali o vittime. Nessuna rivendicazione viene fatta. Si pensa che possa essere opera, come nel caso della bomba del Cova del 25 giugno, di qualche cameriere in sciopero. Ma sono solo le prove generali, presto a Milano scoppieranno dispositivi ben più pericolosi.

Francesco Lisati, Storia degli anarchici milanesi (1892-1925), La vita felice, Milano 2016, p. 242

Una bomba in Galleria, «Il Popolo d’Italia», 15 luglio 1920

Una bomba in Galleria. Ieri notte verso l’1.30 alcuni cittadini che si trovavano in Galleria Vittorio Emanuele avvertirono come un fischio e quindi video un individuo fuggire. Pochi secondi dopo uno scoppio, per quanto non eccessivamente forte, suscitò del panico e la fuga dei pochi cittadini che in quell’ora transitavano per la Galleria. Passato il primo momento d’incertezza alcuni animosi conversero in direzione dello scoppio e dinanzi al Biffi, nell’ottagono, rinvennero una bomba a forma di bottiglia. Frattanto dalla vicina Questura accorsero il vice-commissario Salines con alcune guardie regie e agenti investigativi che provvidero a fare sgombrare e isolare l’ottagono e dopo una mezz’ora a far trasportare la bomba in Questura. Evidentemente dell’ordigno esplosivo non era scoppiata che soltanto la …. («Il Popolo d’Italia», 15 luglio 1920)

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