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22 GIUGNO 1920 – VIA LEGNANO

Commissario di P.S. aggredito da anarchici, incendio del ristorante Valganna

Dove? Via Legnano

Soggetti coinvolti: commissario di polizia Brogiotti, anarchici

Arresti: 18 persone

Feriti: 

  • ● commissario Brogiotti, della caserma di Sempione, ferita da arma da fuoco e contusioni
  • ● agente investigativo Serafino De Pascale, contusioni

Vittime: Nessuna

La giornata del 22 giugno è campale. Milano è attraversata da spasmi in ogni angolo. Mentre è ancora in corso il comizio all’Arena in sostegno del Sindacato Ferrovieri in seguito ai fatti di Cremona, intorno alle 19 da tutt’altra parte si verifica un altro grave episodio, sintomo dell’inquietudine in cui è immersa la città.

Il commissario di polizia Brogiotti della caserma Sempione si trova di passaggio in via Legnano, nei pressi di Porta Tenaglia, in compagnia dell’agente investigativo Serafino De Pascale. Riconosciuti da un gruppo di persone – che a seconda dei racconti vengono identificati come anarchici, scioperanti o facinorosi –, sono invitati a girare al largo. Al rifiuto dei poliziotti, scoppia un litigio. Secondo l’Avanti!, l’unico colpo di rivoltella sarebbe partito per sbaglio proprio dalla pistola d’ordinanza di Brogiotti, che si sarebbe accidentalmente sparato alla gamba. Il Popolo d’Italia invece sostiene che il commissario sia stato fatto segno a numerosi colpi di rivoltella, finché non stramazzò al suolo. 

Mentre l’agente, ferito anch’egli, nella cronaca dell’Avanti! viene soccorso dall’onorevole Luigi Repossi, precipitatosi sul luogo del misfatto non appena avuta la notizia dell’incidente, Brogiotti avrebbe trovato riparo nel vicino ristorante Valganna per chiamare rinforzi. Prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, il locale viene invaso dal gruppo in cerca del commissario e in un batter d’occhio devastato. Giunti sul posto, i carabinieri procedono all’arresto di diciotto persone e a domare le fiamme dell’incendio appiccato dai ribelli.

Ferdinando Cordova, Le origini dei sindacati fascisti. 1918-1926, La Nuova Italia, Scandicci 1990 (ediz. orig. 1974), pp. 32-34

Francesco Lisati, Storia degli anarchici milanesi (1892-1925), La vita felice, Milano 2016, pp. 238-239

Vincenzo Mantovani, Mazurka blu. La strage del Diana, Rusconi, Milano 1979, pp. 237-243

Giuseppe Mariani, Memorie di un ex-terrorista, Arti Grafiche F.lli Garino, Torino 1953, pp. 30-31

Una grande manifestazione di popolo in solidarietà dei ferrovieri. I comizi. Gravi disordini. Guardie regie e carabinieri sparano sulla folla. Le autoblindate in azione. Si è sparato anche dalle finestre. Morti e feriti. Centinaia di arresti. Si vuole dunque la guerra civile?, «Avanti!», 23 giugno 1920

Un altro morto e parecchi feriti a Porta Venezia, «Avanti!», 24 giugno 1920

Gli… anarchici, «Avanti!», 26 giugno 1920

Dopo le giornate di sangue. Liberate gli arrestati! – Una prima inchiesta sul trattamento usato contro gli arrestati – il Riboldi accusa i suoi persecutori – Le responsabilità di un commissario di P.S. – Il camion della morte – Il figlio del generale, «Avanti!», 27 giugno 1920

Come sono stati trattati gli arrestati. Vogliamo un’inchiesta generale e completa – Le infamie di via Rovello – Il Commissario Prezioso deve renderne conto – Un arrestato impazzito – Cosa avviene a S. Vittore? – Il Comune deve intervenire, «Avanti!», 29 giugno 1920

Attendendo i risultati. Il Governo deve ordinare un’inchiesta – Una denuncia all’autorità giudiziaria – Gli arrestati non debbono essere più percossi – False ed infami denunce – Sistemi di tortura per far parlare gli arrestati – Il commissario Prezioso – Responsabilità, «Avanti!», 2 luglio1920

Gravi disordini dopo il Comizio all’Arena, «Il Popolo d’Italia», 23 giugno 1920

Dopo i sanguinosi incidenti di Milano. Dopo aver provocato i tumulti, la demagogia si rintana! I ferrovieri milanesi decidono di riprendere incondizionatamente il lavoro. Spaccio della bestia, «Il Popolo d’Italia», 24 giugno 1920

L’incidente di via Legnano. Mentre ancora durava il comizio, verso le 19, due individui, che furono subito riconosciuti per agenti di P.S. sull’angolo di via Anfiteatro, davano ordini a delle staffette in bicicletta ed a piedi, perché si recassero a chiamare dei rinforzi. Alcuni giovani, presenti alla cosa, domandarono ai due individui chi fossero. Essi non esitarono a declinare la loro qualità di poliziotti. Vennero invitati ad andarsene, così risposero con un rifiuto. Da ciò un breve e concitato scambio di frasi che ad un certo punto hanno provocato un pugilato. In questo pugilato sembra che ad uno dei due poliziotti sia rimasto ferito ad una gamba essendogli sparata la rivoltella in tasca. Questa una prima versione, mentre una seconda, quella della questura, dice che l’agente è stato ferito dal gruppo dei giovani sopra citato. Il compagno deputato Repossi, appena venuto a conoscenza del fatto, si è recato sul posto ed ha fatto in tempo a raccogliere lui stesso l’agente ferito, che è certo Pasquali Serafino, agente investigativo. L’altro ferito, in compagnia del Serafino, è il commissario di P.S. Brugiotti, il quale avrebbe dato del fatto una versione non troppo dissimile da quella da noi raccolta dalla viva voce di alcuni presenti. («Avanti!», 23 giugno 1920)

La prima aggressione. Il commissario di P.S. cav. Brugiotti del Commissariato Sempione, passando insieme con un agente investigativo, per via Legnano, verso le 18.30, intervenne in difesa di un altro agente investigativo – De Pascale – il quale riconosciuto e circondato da un gruppo di facinorosi veniva malmenato e bastonato. Ma la folla volse immediatamente le sue ire contro il commissario che fu alla sua volta sopraffatto e ferito alla testa da bastonate. Il commissario si rifugiò in uno studio commerciale dalla casa numero 32 di via Legnano, e tentò di telefonare a San Fedele. Ma poiché la comunicazione tardava, lasciò all’agente l’incarico di informare la Questura, e uscì solo, colla testa sanguinante per recarsi a farsi medicare. La vista del sangue fece alla folla l’effetto che fa per solito alle belve. Risvegliò in essa tutti gli istinti più brutali. E il commissario, già ferito, fu fatto segno a numerosi colpi di rivoltella, finché non stramazzò al suolo, ferito alla spalla e nuovamente al capo. Soltanto allora alcuni cittadini poterono accompagnarlo alla Guardia media di via Paolo Sarpi – dove fu medicato. Di qui il cav. Brugiotti fu poi trasportato all’Ospedale Maggiore. Ma la folla non era ancora soddisfatta. Supponendo che il commissario fosse uscito dal Ristorante Valganna, attiguo allo studio dove egli aveva cercato ricovero, un gruppo di facinorosi diede assalto al locale, sfondò le saracinesche, entrò e devastò completamente le sale. Soltanto quando mobili e suppellettili furono completamente distrutti la folla abbandonò il locale non senza essersi prima impossessata – naturalmente – di … che si trovavano nel cassetto del banco. («Il Popolo d’Italia», 23 giugno 1920)

Altri incidenti nella mattinata. A Porta Tenaglia, e propriamente nei pressi del ristoratore Valgunna, in un numeroso gruppo di scioperanti si discuteva sulle ragioni che avevano tenuto ieri gli operai lontani dalle officine, quando corse voce che un forte nucleo di agenti, chiamati dal Gerenti del «Valganna», accorrevano a compiere nuove… razzie, nonostante il gruppo degli scioperanti non desse fastidio a nessuno. Tale voce insistente, prima ha fatto sorgere il sospetto e poi la certezza che si fosse chiamata la forza pubblica, poi ha eccitato gli animi dei dimostranti, che hanno lanciato qualche sasso contro i vetri del «Valganna». Proprio in quel mentre giungevano, infatti, di corsa, tre camions colmi di carabinieri e regie guardie, senza intimare con i rituali squilli, lo sgombro della folla, hanno messo mano alle armi. Alle prime revolverate assalitrici, gli scioperanti si sono sbandati gridando e protestando. In quel momento di panico è stato facile agli agenti arrestare diciotto persone, tra le quali trovansi anche alcuni pacifici cittadini, non scioperanti, che erano lì a curiosare. Gli arrestati furono tradotti in questura, ma saranno rilasciati in gran parte, non risultando contro di loro responsabilità ben definite. («Avanti!», 24 giugno 1920)

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