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5 NOVEMBRE 1919 – ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI VIA LUIGI ROSSARI, 5

Aggressione da parte delle forze dell’ordine dopo un comizio

Dove? Istituto Comprensivo Statale, via Luigi Rossari, 5

Soggetti coinvolti: socialisti, forze dell’ordine

Arresti: Nessuno

Feriti: si parla di contusioni, ma non è rilasciato un elenco dei feriti

Vittime: Nessuna

Nella palestra dell’Istituto Comprensivo Statale di via Rossari il Blocco di Sinistra, che riunisce interventisti repubblicani, democratici e riformisti, ha indetto un comizio elettorale. Questa volta l’evento si svolge senza incidenti, sebbene permanga un’atmosfera estremamente tesa. Il discorso del mutilato di guerra Cipriano Facchinetti è tutto volto a spiegare le ragioni che hanno spinto gli aderenti alla lista a partecipare al conflitto mondiale. Immediata è la replica di Bastiani, il cui contraddittorio ricorda invece le indicibili sofferenze che hanno dovuto sopportare i socialisti e la popolazione. 

Blocchisti e socialisti si guardano con estremo sospetto, ma d’altronde «si tratta di uomini che hanno una fede da difendere e da divulgare, è quindi giustificabile qualche intemperanza e qualche interruzione». L’auspicio socialista è che – al di là delle divergenze elettorali – giunto il giorno della resa dei conti, si possa essere dalla stessa parte della barricata. Tuttavia per ora, il comizio si scioglie in due direzioni diverse, al canto dell’Inno di Mameli e di Bandiera Rossa. 

I socialisti, una volta fuori dall’edificio, vengono duramente attaccati dalle forze dell’ordine. Con estrema violenza, gli agenti inviati dal questore Gasti percuotono i partecipanti al comizio con i calci dei revolver. Alla fine, il farmacista Livio Agostini si reca proprio dal reggente per protestare e auspicare che la prossima volta a sorvegliare queste manifestazioni non vengano inviati… puma nevrastenici.

«Avanti!», 6 novembre 1919 (Digiteca della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, Roma)

Il Comizio del “Blocco di sinistra”. L’inqualificabile contegno della forza pubblica, «Avanti!», 6 novembre 1919

Il Comizio del “Blocco di sinistra”. L’inqualificabile contegno della forza pubblica. Nella palestra delle scuole di via Rossari si è tenuto, ieri sera, l’annunciato comizio del «Blocco di sinistra». Uno dei candidati, l’ex tipografo Raimondi, ha aperto la serie dei discorsi invocando la tolleranza ed il rispetto alla libertà di parola per tutti gli oratori. Cipriano Facchinetti, accolto dagli applausi dei repubblicani, espone il programma del «Blocco» in un relativo silenzio. L’oratore ha parole d’amarezza perché nelle discussioni di programmi e di idee debbono intervenire delle forze estranee. Egli allude alla forza pubblica che in gran numero ha invaso la palestra. Facchinetti espone quindi le ragioni per le quali i repubblicani furono favorevoli alla guerra. Condanna la conferenza di Versailles che ha soppresso in gran parte le finalità che indussero i partiti della democrazia a propugnare la guerra. Sostiene anche che le spese della guerra debbano essere pagate dalla borghesia. Termina inneggiando alla unione di tutte le forze popolari per l’avvento della repubblica. È applaudito dai suoi amici. Prende quindi la parola in contraddittorio il compagno Bastiani accolto da acclamazioni all’Avanti! ed al socialismo, da parte della maggioranza dei presenti. L’oratore rileva subito che sarebbe pazzesco supporre che comizi del genere potessero svolgersi in un assoluto e generale silenzio. Si tratta di uomini che hanno una fede da difendere e da divulgare, è quindi giustificabile qualche intemperanza e qualche interruzione. Ricorda le sopraffazioni di cui furono vittime i socialisti durante la guerra. Difende inoltre l’atteggiamento del Partito socialista nei confronti della guerra. Prende atto delle dichiarazioni di Facchinetti che la borghesia deve pagare le spese della guerra e termina, applaudito, augurandosi, come ha fatto il precedente oratore, che nel giorno dei fatti tutte le forze veramente rivoluzionarie si trovino unite per il trionfo dei diritti e della supremazia del popolo. […] [Parlano altri oratori] Il comizio indi si scioglie. I socialisti cantano Bandiera rossa ed i repubblicani l’Inno di Mameli. All’uscita un forte numero di carabinieri si getta violentemente addosso alla colonna dei socialisti e percuote coi calci delle rivoltelle molti dei nostri compagni. La scena è veramente disgustosa e solleva le proteste generali [CENSURA]. Il compagno Agostini si è recato a protestare dal questore, il quale ha promesso un’inchiesta. Altro che inchiesta, comm. Gasti, mandato in occasioni come quella di ieri sera dei funzionari coi nervi a posto e non dei Puma nevrastenici fino alla ferocia. Ci siamo intesi! («Avanti!», 6 novembre 1919)

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