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6 APRILE 1919 – PIAZZA SANT’EUSTORGIO

Scontro tra socialisti e clericali

Dove? Piazza Sant’Eustorgio

Soggetti coinvolti: socialisti

Arresti: Nessuno

Feriti: alcuni ragazzi della parrocchia

Vittime: Nessuna

 All’ultimo minuto il comizio durante il quale parlerà Rodolfo Spotti e Livio Agostini previsto in Piazza della Vetra viene spostato. Il questore Francesco Eula decide di non concedere l’autorizzazione ai socialisti e di dirottarlo nella vicina Piazza Sant’Eustorgio, a suo avviso più appropriata per una riunione in cui si parlerà… male del governo.

Ma quando il compagno Spotti sta spiegando ai molti convenuti perché i socialisti scendono in piazza a parlare con la cittadinanza, i preti della chiesa decidono che è arrivato il momento di farlo tacere. Uno scroscio di campane insistenti pone fine al comizio, provocando indignazione da parte dei partecipanti. Alcuni giovinetti della parrocchia vengono mandati per cercare di riconquistare le proprie posizioni, ma il tentativo di cacciare i socialisti è vano.

È invece accaduto che il vecchio dio per mettere alla prova la fede dei suoi devoti giovanotti, disponesse le cose in modo da far loro prendere quelle… che eran destinate ai nostri. Che anche dio diventi bolscevico o leninista?

L’intervento della polizia riporta la calma, non prima però di qualche pugno incassato dai ragazzi e l’ultimo atto estremo di ribellione: prima di andare via, i socialisti si arrampicano per scardinare la targa toponomastica con il nome del santo, per sostituirla con una dedicata a Lenin.

Piazza Sant’Eustorgio in un’immagine di inizio Novecento (Milano Sparita e da Ricordare)

Vincenzo Mantovani, Mazurka blu. La strage del Diana, Rusconi, Milano 1979, pp.  54-55

I comizi di ieri. In Piazza S. Eustorgio, «Avanti!», 7 aprile 1919

Esagerazioni pericolose, «Avanti!», 8 aprile 1919

I comizi di ieri. In Piazza S. Eustorgio.Ieri la piazza era gremita di lavoratori. Grande apparato di forza: cavalleria, poliziotti, ecc. Sulla porta dell’entrata della Chiesa un gruppetto di giovinetti clericali in vena… rivoluzionaria capitanati da qualche prete. Dalla statua nel mezzo della piazza parlano gli oratori. Il compagno Spotti spiega le ragioni per le quali il Partito socialista scende nelle piazze a parlare del popolo, ora che è finito il carnevale patriottico e che spuntano sull’orizzonte tanti falsi difensori del proletariato ora che incomincia la corsa elettorale. Il compagno Spotti parla applaudito dalla folla enorme, quando i clericali credono soffocare la parola socialista, facendo suonare le campane della vicina chiesa. Un urlo si leva dalla folla la quale minaccia d’entrare in chiesa, corrono guardie, carabinieri, succede qualche pugilato dal quale qualche giovanetto clericale esce malconcio. […] Le vie sono sbarrate e la folla al canto degli inni socialisti si avvia ad incontrare i compagni dell’altro comizio. («Avanti!», 7 aprile 1919)

 

Esagerazioni pericolose.Quanto inutile fracasso fanno i nostri clericali per quei quattro scapaccioni scambiatisi domenica tra socialisti e cattolici in Piazza S. Luigi e S. Eustorgio. È davvero una esagerazione intempestiva e pericolosa che, fatta e presentata con gli usi e le forme della diserzione guerresca come fa l’Italia, può invogliare… belligeranti alla … domenicale del tafferuglio-contraddittorio. Anzitutto bisogna deplorare che si alterino così presto i fatti. In Piazza S. Luigi e in Piazza S. Eustorgio i socialisti avevano convocato due comizi per fare propaganda socialista come è loro costume e come è – finalmente – loro diritto. Nessuna idea di provocazione anticlericale od antireligiosa. I socialisti hanno ben altro per la testa in questo momento che dedicarsi ad una politicazza di ripicchi e di pugilati estorti coi giovanotti che frequentano le …? Fanno i loro comizi in piazza, anzi nelle piazze che i preti han piantato le loro chiese. Nessun turbamento potrebbe recarsi allo svolgimento delle pratiche religiose dai comizi socialisti, se i preti non avessero l’abitudine pessima di continuare a suonare a … le loro campane […]  proprio mentre parlano gli oratori socialisti. Non il comizio socialista insulta le pratiche religiose, ma queste disturbano quello. Si è cominciato alla Fontana l’altra domenica, e si è continuato o tentato di continuare, ieri. I preti che fanno le vittime e i martiri, erano così sicuri di dover affrontare l’ostilità dei socialisti che essi si predisponevano di provocare col suono delle campane, che avevano preparato i loro bravi randelli applicare cristianamente sulle spalle dei bolscevichi.  È invece accaduto che il vecchio dio per mettere alla prova la fede dei suoi devoti giovanotti, disponesse le cose in modo da far loro prendere quelle… che eran destinate ai nostri. Che anche dio diventi bolscevico o leninista? Scherzi a parte, i nostri … che vorrebbero apparire innanzi alle folle come … atroci, ci tengono allora ai vecchi sistemi di montatura denigratoria e cercano di far colpo sul loro pubblico parlando di violenze barbariche e sacrileghe, di profanazione dei sacri luoghi e altre bestialità di questo calibro. Non mettiamo in scena tragedie. I socialisti hanno reagito ad una provocazione organizzata che aveva tutti i caratteri della sfida: ma pensavano tanto poco a baruffare coi preti, che il comizio di S. Eustorgio doveva tenersi in Piazza della Vetra, come era detto in un primo avviso stampato nell’Avanti!di mercoledì scorso. Fu il questore in persona a consigliare il mutamento, ritenendo Piazza della Vetra località meno adatta a un comizio nel quale si doveva… dire male del Governo. Nessun piano di assalto a chiese e parrocchie, come tenta di far credere l’Italia…, forse per scroccare qualche liretta ai fedeli con la scusa della protesta. C’è posto al mondo per tutti gli oratori e per tutti i comizi. Ma se avviene che la località … si trovino a parlare i socialisti e ad officiare i preti, devono – i più rumorosi – fare qualche sacrificio per non impedire agli atei di esercitare il loro diritto. E siccome i più rumorosi sono i preti con le loro campane, niente di straordinario che siano pregati di… abbreviare i termini delle loro … chiamate. Non è fare offesa alla religione e al vecchio dio, il chiedere che i preti rompano meno i timpani al prossimo col loro cerimoniale. I socialisti – dal canto loro – hanno tante cose da fare in questo momento che proprio non sentono il bisogno di perdere tempo e fiato in diverbi di questo genere. Ma se sono provocati, naturalmente, non si rassegnano a subire sopraffazioni. Ci pensino gli altri papaveri della gerarchia cattolica politicante e tengano a posto la lingua dei loro propagandisti… e delle loro campane. («Avanti!», 8 aprile 1919)

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