The Day after Tomorrow: Resilience and Recovery between City and Countryside in the Greek World

International conference

Dal 21 al 23 gennaio 2025 presso l’Università di Basilea si terrà l’international conference The Day after Tomorrow. Resilience and Recovery between City and Countryside in the Greek World. Il convegno si prefigge di offrire nuovi spunti circa il rapporto tra città e territorio nei periodi di crisi, analizzando come i due elementi dialoghino e si condizionino a vicenda in un’equazione ben più complessa del tradizionale modello bipolare centro/periferia.

A breve verrà pubblicato il programma definitivo dell’evento.

Per info scrivere ad Alessandro Pace (alessandro.pace@unimi.it)

La crisi e il collasso di una società porta con sé periodi difficili per le comunità che gli sopravvivono, le quali devono dimostrare una forte capacità di resilienza, ovvero sapersi adattare rapidamente alle nuove condizioni politiche ed economiche.

Nel mondo greco, la crisi e la scomparsa di organismi statali complessi, essenzialmente le poleis, sono dovuta nella maggior parte dei casi a cause esogene, ovvero fenomeni bellici. La pratica di distruggere una città, o urbicidio, con tutte le conseguenze materiali e psicologiche che le sono connesse, è piuttosto rara in età arcaica, ma diventa via via più comune a partire dalla fine del V sec. a.C., per toccare poi la sua acme in età ellenistica. Le ultime prospettive di ricerca sono concordi nel sottolineare come le notizie lasciateci dalle fonti relative alla distruzione di un centro abitato e alla tragica sorte della sua popolazione siano spesso esagerate e raccontino una storia diversa se confrontate con quella ricostruibile a partire dal dato archeologico. Ma anche quando documentabili, le distruzioni hanno portato raramente alla fine della frequentazione di un sito, mostrando come le comunità antiche fossero dotate di una grande capacità di ripresa, in grado di far superare il momento critico successivo all’evento distruttivo. Ripresa non significa però che le violenze materiali e psicologiche non abbiano lasciato tracce sulla comunità che le ha subite, come dimostra il fatto che in molti casi dalla fase post- distruzione emerge una società diversa, tanto sotto il punto di vista urbanistico, che culturale.

L’episodio distruttivo costituisce dunque un turning point nella storia di una comunità ed è per questo che esso ha attirato così tanto l’attenzione degli studiosi, focalizzatasi quasi esclusivamente sulle dinamiche riguardanti il centro urbano, dimenticando colpevolmente di coinvolgere i dati provenienti dal territorio, senza i quali non è possibile ricostruire un quadro completo.

Tradizionalmente la distruzione di una città è letta come causa diretta e ineludibile della crisi che colpisce anche il territorio circostante, il quale, venuto meno il sito centrale, si impoverisce e si spopola. Ma quanto è veritiera questa prospettiva? Studi recenti hanno infatti sottolineato come spesso asty e chora rispondano diversamente alle cesure causate da eventi distruttivi, dimostrando come la seconda sia più capace di adattarsi alle nuove condizioni e possa fornire le risorse umane e finanziarie per la ripresa della prima.

 

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