Monitoraggio e Valorizzazione delle Risorse Genetiche dei Castagneti da Frutto in Umbria e Lombardia: Verso un Nuovo Concetto di Terroir Genetico
Isacco Beritognolo 1), Claudia Mattioni1), Marcello Cherubini1), Simone Cardoni 1), Luca Leonardi1), Francesca Sparvoli 2), Paolo Leone 2), Carlo Pozzi 3), Stefano Biffani 2), Alessandra Stella 2), Chiara Forti 2 ), Luca Colombo 4), Gianbattista Tonni 4), Eleonora Cominelli2)
1)Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri CNR-IRET. Porano Terni; 2) Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria CNR-IBBA Milano;
3) Università di Milano; 4) Consorzio Castanicoltori Varese.
Keywords: Castagneti da frutto, Risorse genetiche, Terroir Genetico
L’analisi genetica pemette la caratterizzazione e tracciabilità delle produzioni locali e varietali. Le caratteristiche genetiche delle produzioni (frutti, semi e prodotti di trasformazione) vengono generalmente riferite al profilo genetico di una varietà di riferimento. Tale approccio non tiene conto del contributo pollinico esterno alla varietà, che può essere molto rilevante nelle piante auto-incompatibili o maschiosterili. Il castagno rappresenta un modello unico per studiare questo flusso genico, perché varietà coltivate, impollinatori selezionati e piante selvatiche possono coesistere. Inoltre, le varietà di “Marrone” sono spesso maschiosterili e ricevono flusso genico obbligato dagli impollinatori locali. Grazie ai progetti PSR “Multicast” e “Castadiva”, aree castanicole delle regioni Umbria e Lombardia, sono state caratterizzate attraverso l’analisi genetica integrata di piante da frutto, frutti e impollinatori. I risultati hanno mostrato una gestione più convenzionale in Umbria, con castagneti da frutto geneticamente omogenei, innestati con poche varietà, diverse tra le aree castanicole. In Lombardia esiste invece una maggiore diversità genetica e gestionale con molte varietà o genotipi coesistenti all’interno di castagneti geneticamente eterogenei. In altre aree castanicole Lombarde, invece, i castagneti contengono principalmente piante innestate di “Marrone”, insieme a poche altre varietà. In Umbria, l’analisi genetica integrata ha rivelato che i frutti delle varietà di “Marrone” mostrano un profilo genetico intermedio tra le piante coltivate e gli impollinatori selvatici locali. Ciò conferisce un’identità genetica e geografica alle produzioni. I risultati aprono prospettive per la caratterizzazione genetica e la tracciabilità delle produzioni. Questo approccio potrebbe integrare il concetto di “terroir”, perché il territorio di coltivazione lascia una traccia genetica nelle produzioni locali, attraverso il flusso genico tra piante coltivate e selvatiche.