Questa volta il post ha a che fare solo tangenzialmente con il latino.
Tutti noi conosciamo i meccanismi di Facebook e dei social in genere: si creano legami, “amicizie”, relazioni, ora recuperando persone un po’ perse di vista nel corso della vita; ora venendo in contatto con persone che non avremmo altrimenti mai conosciuto, e delle quali spesso ignoriamo tutto, salvo quell’interesse comune per questa o quella cosa, che ha reso possibile l’incontro virtuale e acceso l’amicizia o i “like”.
Fra i “Mi piace” e gli “Amici” di “Latinoamilano”, già da vario tempo – non saprei dire quanto – una era “Francy Foto”. Di lei so pochissimo, o almeno ho ricostruito pochissimo: il nome, Francesca; la passione per la fotografia; la residenza a Como o nei dintorni di Como, come si evince dal suo sito personale, dalle foto che vi ha caricato, dai dati resi accessibili da Facebook. E’ possibile, naturalmente, che l’abbia conosciuta di persona. Ma, nascosta sotto uno pseudonimo, non sono in grado di dirlo. Lo pseudonimo ha una ragione di essere: Francesca era una meravigliosa fotografa, con qualche interesse al latino, come si evince da una serie di conoscenze comuni, tutti latinisti. Amavo guardare le sue fotografie, quando Facebook me le segnalava: nature morte che prendono improvvisamente vita (non mi piace moltissimo il genere, ma Francesca riusciva a comunicare un tocco di vitalità anche a questo tipo di rappresentazioni); paesaggi e piccoli squarci di realtà, spesso privi di persone, o con persone sole, a enfatizzare ancora di più il senso di vuoto; oppure, fotografie nelle quali le cose, le immagini, i piccoli dettagli improvvisamente si accendono e si animano a una vita propria, fortissima, piena di colore. Un fotografo non vede una realtà diversa dagli altri; ma nella realtà sotto gli occhi di tutti è in grado di scorgere il particolare che renderà l’inquadratura indelebile alla memoria.
Ho usato il passato perché sulla pagina di Francy Foto è apparsa questa dicitura: “Francesca oggi ci ha lasciato”. Seguono dettagli circa i funerali e tre firme, che immagino di famigliari. Allora, in memoria di un’amica di Facebook e di un like che non potranno apparire più a fianco dei post più colorati, faccio una cosa scorrettissima, che spero mi sarà perdonata: scarico e ricarico alcune delle foto presenti sulla pagina di Francesca, invitando tutti, finché è possibile, a guardarne l’intera raccolta. Non so fino a quando rimarrà accessibile.
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Un piccolo ricordo musicale: il cosiddetto “Notturno” di Franz Schubert, op. 148 (D 897), in realtà il movimento di un trio per pianoforte, violino e violoncello, pensato come l’Adagio di una composizione che non venne mai terminata, ed è rimasta così: incompiuta, ma non per questo meno perfetta.