Perdurando il periodo della cosiddetta “Didattica a distanza” (DAD), ho ritenuto opportuno proporre ai miei studenti anche delle verifiche scritte. Naturalmente, tale esigenza non è nata da un’ansia docimologica o dalla preoccupazione di non avere sufficienti elementi di valutazione, dal momento che la circostanza eccezionale imporrà duttilità anche su questo aspetto dell’azione didattica. Come tutti i colleghi, anche io ho pensato soprattutto all’opportunità di non creare una frattura difficilmente recuperabile, dopo un’interruzione prolungata, in termini di capacità di analizzare e rielaborare concetti, idee, forme espressive, in una produzione scritta.
Ma come strutturare uno scritto di latino in modo che la prova corrisponda – almeno in parte – alle fatiche e alle capacità individuali di ogni studente, e non a forme di solidale e condivisa collaborazione tra compagni e frenetica consultazione di fonti più o meno attendibili? Pur tra molte incertezze, alla fine ho predisposto per la mia classe terza (liceo scientifico) una verifica sul De bello civili di Cesare.
Faccio alcune premesse didattiche e tattiche. La prima: il brano proposto non era noto ai ragazzi, ma loro conoscevano il De bello civili, avendo letto e analizzato insieme a me I, 3-4 (in italiano); I, 7 (italiano); III, 82 (italiano); III, 90-91 (in latino); III, 96 (in latino). Per ovvi motivi, ho fornito io stessa la traduzione del brano, dal momento che sarebbe stato impossibile verificare le reali competenze traduttive a distanza. Le domande poste miravano a ricondurre obbligatoriamente gli studenti sul testo latino, e a fare in modo che la traduzione in italiano fosse solo un aiuto, ma non la base delle loro riflessioni.
Dal momento che il mio liceo usa la piattaforma GSuite, ho caricato il compito su classroom dieci minuti prima del videocollegamento, nel corso del quale ho chiarito le richieste e spiegato le consegne, per non dare troppo tempo di “guardarsi in giro”, a discapito dell’originalità e della profondità dell’approccio al testo da analizzare e commentare. Gli studenti hanno lavorato senza il mio controllo, ho solo chiesto di caricare su classroom i loro compiti entro due ore. A fronte di domande differentemente impegnative, ho pensato di valutare percentualmente ogni singola risposta e di adottare, quali criteri per l’attribuzione dei punteggi, la pertinenza (sempre fondamentale, ma in particolare con le attuali modalità didattiche, dal momento che, se un ragazzo scarica qualcosa di generico sul testo o l’autore, la pertinenza è il primo elemento a soccombere), la ricchezza delle conoscenze e la capacità di analisi , l’originalità e la forma espressiva.
Non sarei sincera se non precisassi che ho lavorato con una classe di grande spessore (lo scorso anno, in seconda liceo, otto studenti hanno conseguito la certificazione linguistica di latino, a vari livelli) e quindi, anche a distanza, ho potuto leggere e correggere un certo numero di elaborati eccellenti, ricchi contenutisticamente e analiticamente, originali, personali. Ecco dunque la prova somministrata, leggibile (e scaricabile) secondo le consuete regole d’uso dei PDF:
Ora che ho corretto e restituito tutti i compiti, posso dire che le prove rispecchiano in modo piuttosto attendibile i profili di questi ragazzi, nei punti di forza e in quelli di debolezza. Sicuramente ci sono state forme di aiuto reciproco, ma ho l’impressione che queste siano state limitate e attivate solo a fronte di quelle domande che gli studenti avrebbero trovato complesse anche in classe, e quindi ammetto di non essere in grado di capire fino in fondo se attribuire la vaghezza e la ripetitività di certe risposte a un lavoro “messo in condivisione” o alla complessità richiesta per elaborare affermazioni puntuali e convincenti a certi quesiti.
In particolare, mi riferisco alle domande 2 e 5; nel primo caso, alcuni hanno fatto fatica a passare da una semplice descrizione della struttura sintattica del testo a una prospettiva analitica, soprattutto a un’indagine sul rapporto tra sintassi e tematiche. Nel secondo caso, alcuni studenti hanno fatto fatica a esprimere un giudizio su un giudizio, semplificando la risposta in direzione di un commento ai testi di Cesare (prescindendo dalle parole di Canali) o – al contrario – in direzione di un commento alle parole di Canali (trascurando o scivolando lievi sui testi di Cesare). Ma questo è un problema che riscontro anche nelle verifiche di italiano, quindi trasversale e non di pertinenza esclusiva del latino.
© Letizia Forte, 2020