La castagna ha ancora un significato produttivo nell’economia agraria italiana?
A livello nazionale sì ed anche importante. Si sono perse fette di mercato a favore di prodotto importato dall’estero, ma la richiesta è ancora molto alta e quelle quote potrebbero essere facilmente riassorbite con un aumento dalla produzione nazionale.
A livello locale, nelle prealpi varesine, la castanicoltura sta pian piano tornando a ricrearsi un suo ruolo anche economico, con delle prospettive incoraggianti, a cui si aggiunge il grande valore dei servizi ecosistemici che il recupero delle selve castanili tradizionali produce per il territorio.
Quale è, dal punto di vista produttivo, l’area di maggior criticità per la castanicoltura italiana?
Oggi a mio avviso la sfida più difficile è riuscire a continuare a fare castanicoltura tradizionale fronteggiando il cambiamento climatico in atto. I ritmi delle piogge sono cambiati, per fare l’esempio più evidente, e questo mette in crisi interi territori. Vanno studiati ed implementati nuovi strumenti sostenibili per la coltivazione della castagna, senza però abdicare alla gestione agroforestale classica della selva castanile per concentrarci solo sul castagneto come frutteto intensivo super controllato. Perderemmo quel grande partimonio di valori ecosistemici fondamentale per i nostri territori.
E invece l’area più “incoraggiante”?
Sicuramente la ricerca. La castagna e il castagno sono soggetti quasi vergini per la ricerca, ma hanno potenzialità davvero molto interessanti, come testiomoniano i primi risultati degli studi più recenti, in grado anche di portare nuovi prodotti sul mercato in tempi relativamente rapidi. Non si tratta solo di migliorare la coltivazione, ma anche di realizzare utilizzi innovativi del frutto così come del legno o delle foglie, affinché l’economia generata da una selva castanile sia sempre più evidente e richieda professionalità elevate in quei territori che spesso risentono di abbandono anche per mancanza di sbocchi imprenditoriali.
Perchè siete interessati ai risultati del progetto Castadiva?
Perché conoscere le basi dei nostri castagni, il loro dna, e come interagiscono tra loro, è il primo passo per tutto quello di cui abbiamo parlato fino ad ora. Otterremo delle conferme rispetto a quanto raccontavano i nostri nonni, e delle sorprese che non ci immaginiamo, e tutto questo ci permetterà di creare innovazione, di tutelare e valorizzare i nostri castagneti con più efficacia e consapevolezza.