Intervista con la coordinatrice

Che ricadute ti aspetti dal progetto CASTADIVA per i cittadini lombardi?

CASTADIVA studia le risorse genetiche di castagno presenti in due aree pilota del territorio lombardo (Prealpi Varesine e Comune di Serle in provincia di Brescia). Partiremo da qui per valorizzare il castagno da un punto di vista economico e per proteggere i nostri castagni e castagneti. Conoscendo meglio le differenze e le somiglianze delle diverse varietà di castagno di questi territori sarà possibile fare un uso più mirato delle diverse tipologie di frutti in base alle loro caratteristiche (per esempio frutti più adatti per il consumo fresco, per prodotti secchi, per farine o per la produzione di alimenti per celiaci). I cittadini lombardi potranno in futuro avere la possibilità di scegliere tra diverse varietà di castagne lombarde etichettate con il loro nome e non limitarsi, come avviene ora, a scegliere solo tra generiche castagne o marroni.

Qual è l’impatto scientifico di questo progetto?

La caratterizzazione delle risorse di castagno prevista nel progetto CASTADIVA include sia risorse genetiche coltivate (innestate) sia risorse naturali. Il progetto permetterà di capire quale porzione del patrimonio genetico delle risorse naturali è presente nelle risorse coltivate e che relazione esiste tra le diverse risorse presenti nei territori di indagine. Questi dati ci permetteranno di affinare le strategie di conservazione e valorizzazione su base scientifica, integrando dati genetici, morfologici, ecologici e produttivi. E’ la prima volta che queste analisi sono effettuate sui castagneti lombardi. Come risultato di lungo periodo, saremo in grado di selezione le varietà di castagno più resilienti rispetto al cambiamento climatico, e questo permetterà di continuare la tradizione castanicola lombarda.

Perché, secondo te, Regione Lombardia ha usato i soldi dei contribuenti per finanziare questo progetto?

La caratterizzazione delle risorse di castagno prevista nel progetto CASTADIVA include sia risorse genetiche coltivate (innestate) sia risorse naturali. Il progetto permetterà di capire quale porzione del patrimonio genetico delle risorse naturali è presente nelle risorse coltivate e che relazione esiste tra le diverse risorse presenti nei territori di indagine. Questi dati ci permetteranno di affinare le strategie di conservazione e valorizzazione su base scientifica, integrando dati genetici, morfologici, ecologici e produttivi. E’ la prima volta che queste analisi sono effettuate sui castagneti lombardi. Come risultato di lungo periodo, saremo in grado di selezione le varietà di castagno più resilienti rispetto al cambiamento climatico, e questo permetterà di continuare la tradizione castanicola lombarda.

Che caratteristiche ha la squadra di scienziati che coordini?

Per una corretta valutazione delle risorse genetiche di una specie multifunzionale come il castagno ci vuole un approccio multidisciplinare. Per questo il team di scienziati di CASTADIVA comprende esperti di scienze forestali, genetica, analisi delle qualità nutrizionali degli alimenti, biologia molecolare, bioinformatica e statistica.

Che tipo di interazioni hanno gli scienziati con le realtà locali coinvolte nel progetto?

Un aiuto straordinario per lo svolgimento del progetto viene dalla collaborazione con le realtà locali, rappresentate dal Consorzio Castanicoltori di Brinzio, Orino e Castello Cabiaglio nelle Prealpi Varesine e dal Gruppo di Azione Locale GAL GardaValsabbia2020 nel Comune di Serle (provincia di Brescia). La loro conoscenza del territorio e delle piante di castagno sono fondamentali per la realizzazione del progetto.

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