W. Harvey (1629) nel De Motu Cordis rovescia l’impostazione di Galeno. Il cuore ora è una pompa e gli spiriti della tradizione medica -non osservabili- diventano proprietà del sangue.
Gli ‘spiriti’ sono una perdita kuhniana. Quello di Harvey è un passo in avanti ma non completo. Egli non sa infatti spiegare la compresenza di circolazione venosa ed arteriosa. Il cuore-pompa non ne dà conto.
Il cuore per Harvey è come il sole per gli aristotelici: il centro dell’uomo e nessun altro organo può competere con esso.
Malpighi nel 1691 osserva nei capillari dei polmoni delle rane il fenomeno dell’ossigenazione del sangue spigando la funzione di vene ed arterie.
La teoria di Harvey (figlia del contesto aristotelico) viene superata dall’osservazione empirica di Malpighi e diventerà patrimonio della medicina moderna chiarendo il ruolo dei polmoni.