Nel fluire dei fatti, a) isoliamo alcuni elementi che ci sembrano importanti e b) esprimiamo gli stessi in forma di giudizi attraverso il linguaggio.
Sia che il giudizio “si concretizzi” o “non si concretizzi” la transcodifica linguistica non è di per se stessa fonte di possibili errori? Chi assicura che tale rappresentazione linguistica sia corretta?
Da Leibniz in poi ci è si è sforzati di esprimere in termini corretti ‘la lingua caratteristica universale’, ma in Logica tale processo continua ad essere uno dei punti più delicati: conosciamo le parole delle cose?