project seed 2019

Reassessing Scientific Collaboration
A Final Workshop

28 October 2021
Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci

Sala Cenacolo

PROGRAM

09.30                         Opening and introduction (Luca Guzzardi)

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10.00 – 11.00            First morning session (Chair: Andrea Guardo)

Brad Wray – The Epistemic Significance of the Size of Research Teams

Eugenio Petrovich – The acknowledgements of scientific publications between scientific collaboration and academic signaling

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11.00 – 11.15            COFFEE BREAK

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11.15 – 12.15            Second morning session (Chair: Massimo Lazzaroni)

Tommaso Maccacaro – Spontaneous scientific collaboration: a personal recollection

Lucio Rossi – Physics research as large international collaborative enterprise

12.15 – 13.00            Discussion

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13.00 – 14.00            LUNCH

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14.00 – 15.45            Afternoon session (Chair and Introduction: Leonardo Gariboldi)

Marco Giammarchi — Astroparticle Physics and Particle Physics. Not only size matters

Martin Kater — Research on rice genetics as an interdisciplinary and cross-institutional collaborative effort

Letizia Bonizzoni – Interdisciplinary projects in the field of Cultural Heritage conservation

15.45 – 16.45            Discussion

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16.45 – 17.00            COFFEE BREAK

17.00                         Free visit to museum collections

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Please, note that due to health restrictions, attendance is limited to 25 participants. Inquiries about participation should be addresses to luca.guzzardi@unimi.it.

Project SEED-2019

Reassessing Scientific Collaboration
A Final Workshop

28 October 2021
Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci

Sala Cenacolo

Collaborative approach to research has become crucial in order to attain substantial results in practically all domains of natural sciences. Correspondingly, the notion of scientific collaboration has raised much interest among scholars of different disciplines and background, coming from domains as diverse as social epistemology and sociology of science, computer science, science policy, cognitive science and philosophy of action, history and philosophy of science. Indeed, there seems to be many cross-disciplinary questions that can only be answered with contributions from different areas — E.g., who is entitled to be a collaborator in a certain common effort and who is not? Are there many kinds of collaboration, and how could we distinguish among them? Why is collaboration more popular in certain fields than in others? Does only material/technical/economic advantages matter to collaboration, or are there cognitive benefits? And, of course, many other interesting issues can be raised.

This interdisciplinary workshop brings together scientists from different areas, philosophers and historians of science, and social scientists. It aims to discuss the real collaborative practices in which scientists have been or are currently involved. It encourages scientists to reflect upon their actual practices and dealing with questions and ideas coming from different disciplines or specialties, while offering to historians, philosophers, and social scientists novel and fresh insights as well as an inside view for further research.

Participants and speakers: Letizia Bonizzoni ● Leonardo Gariboldi ● Marco Giammarchi ● Andrea Guardo ● Luca Guzzardi ● Martin Kater ● Massimo Lazzaroni ● Tommaso Maccacaro ● Eugenio Petrovich ● Lucio Rossi ● Brad Wray

Workshop Program

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“Reassessing Scientific Collaboration” is a project funded by Program Seed 2019 of the University of Milan
Luca Guzzardi (P.I.) – Leonardo Gariboldi (co-P.I.) – Andrea Guardo – Massimo Lazzaroni

Please, note that due to health restrictions, attendance is limited to 25 participants. Inquiries about participation should be addresses to luca.guzzardi@unimi.it.

la mia disponibilità

Se vuoi laurearti con me, ricorda che la mia disponibilità dipende pincipalmente da due variabili. Anzitutto dalle mie competenze rispetto alla ricerca che intendi svolgere. Ma anche dal mio tempo, che come quello di tutti è limitato. Per me, seguire troppi laureandi significa poter dedicare un’attenzione inadeguata a ciascuno. Per questo motivo, la mia disponibilità è limitata a non più di 20 tesi l’anno.

Qui di seguito puoi vedere gli studenti che ho seguito nel corso dell’anno o che seguo attualmente e verificare se ci sono ancora posti disponibili.

  1. Daniele Raiola
  2. Alessia Muzio
  3. Tommaso Bezzi
  4. Mauro Sabbadini
  5. Alessia Biazzo
  6. Rosita Sicari
  7. Sara Preatoni
  8. Davide Giunta
  9. Costanza Bernasconi
  10. Mattia Sannino
  11. Rafael Planells
  12. Francesco Mazzucchelli
  13. Riccardo Scaffidi Domianello
  14. Emmanuel Santoro
  15. Chiara Trezzi
  16. Lorenzo Rosso Molinari
  17. Andrea Grieco
  18. Riccardo Clerici
  19. Andres Camilo Marin Rossi

L’utilizzo di citazioni e parafrasi

In qualsiasi elaborato scritto capita spesso di citare o parafrasare testi altrui. Non tutte le modalità, però, sono accettabili; e alcune strategie sono preferibili ad altre. Qui di seguito ti propongo alcuni esempi di “buono e cattivo uso” di citazioni e parafrasi.

Consideriamo il seguente testo di Friedrich von Hayek:

“A proposito degli oggetti dell’attività umana che rientrano nell’ambito di competenza delle scienze sociali, e a proposito delle stesse attività umane, è opportuno richiamare l’attenzione su questa importante caratteristica: che nell’interpretazione delle attività umane noi, per effetto di un inconscio e istintivo automatismo, siamo indotti a classificare insieme, come manifestazioni diverse di un medesimo oggetto o atto, una numerosa serie di fatti fisici che possono presentarsi senza alcuna proprietà fisica comune.” (F. von Hayek, L’abuso della ragione, tr. it. SEAM, Roma 1997, p. 54.)

Immaginiamo che sei differenti studenti utilizzino questo passo nelle loro tesi di laurea

(1) A proposito degli oggetti dell’attività umana che rientrano nell’ambito di competenza delle scienze sociali, e a proposito delle stesse attività umane, è opportuno richiamare l’attenzione su questa importante caratteristica: che nell’interpretazione delle attività umane noi, per effetto di un inconscio e istintivo automatismo, siamo indotti a classificare insieme, come manifestazioni diverse di un medesimo oggetto o atto, una numerosa serie di fatti fisici che possono presentarsi senza alcuna proprietà fisica comune.

Questo è vero e proprio plagio: è semplicemente la traduzione italiana di un passo che è stato copiato senza indicare la fonte.

(2) Secondo Hayek, a proposito degli oggetti dell’attività umana che rientrano nell’ambito di competenza delle scienze sociali e a proposito delle stesse attività umane, è opportuno richiamare l’attenzione su questa importante caratteristica: che nell’interpretazione delle attività umane noi siamo indotti a classificare insieme, come manifestazioni diverse di un medesimo oggetto o atto, una numerosa serie di fatti fisici che potrebbero non essere accomunati da alcuna proprietà fisica.

Questo caso sfiora il plagio. Qui abbiamo l’indicazione che la fonte dell’idea è Hayek, ma non è chiaro se le parole stesse siano di Hayek (come in effetti è).  

(3) Le scienze sociali hanno a che fare con attività umane che condividono un’importante caratteristica: nell’interpretarle, classifichiamo insieme numerosi fatti fisici che non hanno in comune alcuna proprietà fisica.

Di nuovo, siamo di fronte a un caso di plagio: la parafrasi è troppo vicina all’originale e non cita la fonte, sicché si tratta di un tentativo di appropriarsi di un’idea altrui.

(4) Stando a Hayek (1997, 81), le scienze sociali si occupano di attività umane che condividono un’importante caratteristica: nell’interpretarle, consideriamo in un’unica categoria numerosi fatti fisici che potrebbero non avere in comune alcuna proprietà fisica.

Questo non è plagio, poiché la fonte è indicata con chiarezza. Tuttavia, si tratta di una presentazione assai povera dell’idea di Hayek: la parafrasi è troppo vicina all’originale; si limita a recepirla ma non la chiarisce. In questo caso una citazione integrale del passo, accompagnata dall’indicazione della fonte e da un’analisi critica sarebbe stata una scelta più opportuna.

(5) Secondo alcuni autori, “a proposito degli oggetti dell’attività umana che rientrano nell’ambito di competenza delle scienze sociali” è che l’interpretazione delle attività umane fa sì che vengano raccolti sotto un’unica categoria, “come manifestazioni diverse di un medesimo oggetto o atto”, numerosi fatti che, da un punto di vista fisico, “che possono presentarsi senza alcuna proprietà fisica comune” (Hayek 1997, 81).

Nemmeno questo è plagio, ma anche in questo caso si tratta di una presentazione molto povera dell’idea di Hayek. La fonte è indicate chiaramente, ma c’è un uso eccessivo del testo originale senza alcun tentativo di approfondimento. Anche qui, la citazione integrale del passo e la sua analisi sarebbero state più indicate.

(6) Quale differenza intercorre fra un’entità come il denaro ed entità come gli atomi di idrogeno? Una risposta, avanzata da Hayek (1997, 81), è che entità come gli atomi sono classificate sulla base delle proprietà fisiche che condividono. Per esempio, un atomo di idrogeno condivide con altre entità dello stesso tipo la proprietà di avere un certo peso atomico o un determinato numero di protoni, elettroni e neutroni. Il denaro, invece, può avere incarnazioni differenti: una banconota, una pepita d’oro, una tessera di plastica, un assegno, un pacchetto di sigarette o qualsiasi altra entità fisica che venga considerata “denaro” in una società data in un determinato tempo. Hayek, inoltre, dichiara che la classificazione di differenti entità fisiche in base alla loro funzione sociale ha luogo il più delle volte spontaneamente e inconsapevolmente.

Questo non è plagio e anzi rappresenta un modo corretto di citare, parafrasare e argomentare sulla base di una fonte testuale. Si tratta di una parafrasi creativa, che indica chiaramente la fonte ma pure tenta un’elaborazione e una chiarificazione personale del testo di Hayek utilizzato.

Ci sono norme tipografiche precise?

Non ti chiederò di stampare un testo seguendo norme tipografiche vincolanti come se tu scrivessi un libro. Tuttavia, ti chiederò di consegnarmi un testo il più possibile uniforme, scritto in maniera chiara e secondo dei criteri ampiamente condivisi nelle discipline del nostro dipartimento.

Per la stesura, ti consiglio di utilizzare i software (open source o commerciali) maggiormente in uso: LibreOffice, OpenOffice, Apple Pages, Microsoft Word, ecc. L’importante è che il programma generi un documento in un formato che io possa leggere: .pdf o .doc (.docx nelle ultime versioni di Word). Se lo vorrai, potrai utilizzare il sistema di typesetting LaTeX, che permette la gestione ottimale di formule, immagini, grafici e tabelle, e una gestione semplificata della bibliografia e delle citazioni bibliografiche. All’inizio imparare a utilizzarlo è un po’ macchinoso; ma scoprirai ben presto che quel programma automatizza moltissime funzioni (i margini e la grafica, gli indici, le note, le citazioni e la bibliografia) e restituisce un documento molto elegante. Soprattutto per una tesi magistrale, imparare a utilizzare LaTeX può rivelarsi una scelta saggia anche per il futuro. Overleaf è uno dei software gratuiti più intuitivi che lo supportano, ed è completamente on-line; ma ci sono moltissime altre opzioni.

Nel caso tu voglia utilizzare i word processor abituali, tipo Microsoft Word, trovi qui le norme tipografiche complete (nota che si tratta di un documento scritto con LaTeX).

come scrivere

Prima che cominci a scrivere, concorderemo insieme, in linea di massima, come organizzare il lavoro (p. es., l’eventualità di stendere e discutere un piano di lavoro preliminare o un indice ragionato degli argomenti che si intendono toccare, in quale fase di stesura è opportuno sottoporre un testo scritto, ecc.). Non c’è un ordine nel quale dovrai scrivere i capitoli. Nel corso della stesura, ti capiterà spesso di rimaneggiarli e ritoccarli: aggiungerai alcune parti a quanto hai già scritto, ne ricollocherai o ne eliminerai altre. Di solito è buona cosa stendere l’introduzione e le conclusioni, che presentano e sintetizzano gli intenti e i risultati raggiunti, nelle fasi finali o comunque più mature del lavoro. Ma non è un obbligo.

Mi aspetto che lo stile in cui scrivi il testo sia chiaro e curato, oltre che ortograficamente, grammaticalmente e sintatticamente corretto. Ti consiglio di riguardare una buona monografia fra quelle che hai studiato nell’esame di filosofia della scienza per avere un modello di riferimento efficace.

Qualche consiglio stilistico molto pratico: evita l’uso indebito delle maiuscole, di punti esclamativi e puntini di sospensione, così come modalità espressive che rendono meno scorrevole la lettura e ingenuità come lo scusarsi con il lettore o implicite in frasi come “avrei potuto scrivere”, “avrei potuto approfondire”, “non ho approfondito la tal cosa per mancanza di tempo”, ecc. Se utilizzato saggiamente, il corsivo può essere uno strumento efficace per evidenziare parole e concetti; ma, proprio per questo, il suo impiego va limitato. Rileggi sempre quello che hai scritto prima di presentarmelo, utilizzando eventualmente un correttore ortografico.

Infine, ti chiederò di prestare particolare attenzione all’impiego di citazioni e parafrasi: in qualsiasi lavoro di ricerca ci si trova spesso a descrivere e discutere le idee di qualcun altro – di un particolare autore su cui verte il lavoro oppure di un passo di letteratura critica. Ci sono due strategie per farlo: si può parafrasare il pensiero espresso oppure citare un brano che si considera rappresentativo. Quale delle due strategie sia più opportuna dipende dal contesto, ma anche dal gusto e dallo stile personale. In ogni caso, citazioni e parafrasi vanno utilizzate in maniera accorta e con moderazione: la fonte da cui si cita deve sempre venire indicata (nel testo o in nota), in modo da distinguere nettamente fra il tuo contributo e le parole e le idee altrui. Ogni volta che citi o commenti un passo, ricorda che quello che stai facendo è un lavoro di analisi personale, non una collezione di citazioni. Trovi qui alcuni esempi su come utilizzare al meglio citazioni e parafrasi.

da che parte si comincia una tesi di laurea?

Una volta che avremo concordato il tema della tesi e formulato un piano di lavoro preliminare, ti darò delle prime indicazioni su cosa poter leggere su quell’argomento. Ma ti chiederò anche di intrapredere autonomamente una ricerca bibliografica.

Di regola, nell’elaborato triennale questa si baserà principalmente sulle mie indicazioni, mentre richiederà maggiore consapevolezza e autonomia nella tesi di laurea magistrale. Però, tanto l’elaborato triennale quanto la tesi magistrale sono lavori di ricerca personale, sebbene a livelli differenti. Il reperimento della bibliografia è parte integrante del lavoro, sia per quanto concerne le fonti (cioè il materiale, testuale o di altro tipo) su cui verte l’indagine, sia per quanto riguarda la letteratura critica sul tema della ricerca. Io ti fornirò solo alcune indicazioni bibliografiche preliminari e ti offrirò altri suggerimenti nel corso dei colloqui; ma è indispensabile che ciò venga accompagnato e integrato da un atteggiamento attivo da parte tua.

Hai molti strumenti a disposizione per la tua ricerca, e imparare a utilizzarli ti tornerà utile qualsiasi sia il percorso lavorativo che intraprenderai in futuro. Qui te ne suggerisco alcuni, ma ti invito a pensare con la tua testa ad altre opzioni.

  • Puoi sfruttare la Biblioteca di Filosofia, le varie biblioteche di Ateneo e le principali biblioteche cittadine (la Biblioteca Nazionale Braidense, la Biblioteca Comunale Sormani e il Sistema Bibliotecario di Milano e della Lombardia).
  • La Biblioteca Digitale d’Ateneo offre un ricchissimo archivio di libri e riviste consultabili on-line o scaricabili gratuitamente. Ci si può rivolgere alla Biblioteca di Filosofia per informazioni sui servizi (una cui Guida è pubblicata sul sito del Sistema bibliotecario di ateneo) e per un primo orientamento alla consultazione e all’utilizzo dell’Opac. Le biblioteche di ateneo organizzano pure corsi e incontri periodici destinati ai tesisti.
  • Spesso le singole biblioteche partecipano a Opac cumulativi (come il catalogo SBN in Italia) e mettono a disposizione degli utenti libri digitalizzati o interi archivi nell’ambito di grandi progetti di ricerca internazionali, che possono rivelarsi particolarmente utili soprattutto per gli studenti magistrali.
  • Il Sistema bibliotecario d’ateneo consente l’accesso ad alcuni database interdisciplinari, come Scopus e Web of Science, che contengono informazioni bibliografiche e talvolta, abstract, citazioni di letteratura scientifica e di fonti web di qualità. Anche un motore di ricerca come Google Scholar, accessibile liberamente, può essere un utile strumento di ricerca bibliografica.

quanto tempo occorre per laurearsi?

Ti chiederò un impegno commisurato al risultato che intendi ottenere e che è sensato tu voglia ottenere nel tuo percorso di studi. Non è detto che investire molto tempo nella stesura dell’elaborato finale triennale o della tesi magistrale sia una buona strategia – il tempo che impiegherai, comunque, non dev’essere mai troppo. E c’è un modo per sapere se starai investendo un tempo adeguato o eccessivo; in altre parole, per sapere se stai investendo bene o male il tuo tempo.

Se sei uno studente triennalista, ti chiederò di ricordare che l’elaborato scritto corrisponde a 9 Crediti Formativi (CFU), dunque dovrebbe “pesare” come l’esame standard di filosofia della scienza che hai già sostenuto. Per stimare il tempo che dovresti impiegare a occuparti dell’elaborato finale, prova a riflettere su quanto tempo impieghi mediamente per preparare un esame da 9 CFU. Certo, è normale che la fase di scrittura richieda un po’ più tempo, soprattutto se associ la stesura dell’elaborato a qualche altro esame; ma è irragionevole che richieda molto più tempo. Allora, se per l’elaborato scritto impiegherai molto di più del tuo tempo medio di preparazione degli esami (p.es., se impiegherai il doppio o il triplo), significa che avrai investito male il tuo tempo. Questo metodo potrà anche aiutarti a scartare argomenti che, per quanto affascinanti, richiederebbero troppo tempo per essere trattati in maniera opportuna.

Se sei uno studente magistrale, ti chiederò di tenere presente che la tesi di laurea è un passo importante, assai più che l’elaborato triennale. Comporta l’attribuzione di 30 CFU su un totale di 120, dunque pesa per un quarto sul tuo percorso di studi biennale. Non ha senso che tu impieghi un intero anno lavorando solo sulla tesi, ma ti consiglio di mettere in conto circa un anno associando la fase di stesura agli ultimi esami. In ogni caso, ti consiglio di scegliere un argomento per cui tu abbia maturato delle competenze: inutile occuparsi di meccanica quantistica o di relatività se si hanno soltanto nozioni di base di algebra e geometria.

come chiedere la tesi di laurea

COME SCELGO LA TESI?

Non mi piace proporre (e tanto meno imporre) agli studenti l’argomento di tesi. Mi aspetto che sia tu a proporre un tema, che discuteremo e definiremo insieme. Ovviamente, mi aspetto che tu proponga una tesi su un argomento di cui sono competente, non su qualsiasi argomento che interessi te. Cioè mi aspetto che, prima di venire a “chiedere la tesi” a me, tu abbia visto i miei interessi di ricerca. Infine, mi aspetto che tu abbia fatto almeno un esame di filosofia della scienza e qualche altro esame dell’area logico-epistemologica.

CHE TIPO DI TESI POSSO PROPORRE? E QUANDO?

Puoi laurearti con me sia al termine della triennale sia al termine della magistrale. Generalmente, l’argomento della triennale viene concordato all’inizio del terzo anno (una volta ottenuti almeno i 2/3 dei crediti richiesti per la triennale). La tesi magistrale, invece, ha delle tempistiche diverse. Gli studenti magistrali devono definire il proprio piano di studi entro il primo anno. Ti chiederò di progettare il tuo piano di studi in modo consonante con la tesi; dunque, se vuoi scrivere una tesi di laurea in filosofia della scienza e vuoi che sia io a farti da relatore, ti consiglio di prendere contatto con me non oltre la fine del primo anno. Discuteremo insieme il tuo percorso di studi, compatibilmente con i vincoli del corso di laurea.

IN CHE MODO DEVO ORGANIZZARE IL LAVORO?

Almeno all’inizio è bene vedersi e parlare di persona qualche volta. Nel nostro primo incontro ti chiederò quali sono i tuoi interessi filosofici e che tema vuoi approfondire; ti chiederò anche di mettere le idee per iscritto – per esempio sotto forma di abstract o di indice ragionato (una pagina è più che sufficiente) – e di mandarmi quanto hai scritto per e-mail. Nel secondo colloquio cominceremo a discutere di questa idea e aggiusteremo progressivamente la rotta. Nel seguito sarà sempre meno necessario vedersi, e potremo interagire anche solo via e-mail (o sentendoci su Skype, se le esigenze reciproche lo richiederanno).