Impossibile resistere alla tentazione di segnalare la prima esecuzione assoluta di una novità musicale, che ancora una volta si ispira al mondo classico. Il brano viene da un concerto tenutosi a Londra nell’ottobre dell’anno scorso, che ha visto come interpreti alcuni solisti della London Symphony Orchestra, la prestigiosa istituzione inglese, che di solito si esibisce al Barbican Centre, ma che è venuta più volte anche in Italia.
Il concerto in questione si è tenuto nell’altra location dell’orchestra, la chiesa sconsacrata di St. Luke’s, al numero 161 di Old Street, Londra: un luogo più adatto a composizioni e concerti di carattere semi-cameristico. Due le caratteristiche del programma: si trattava di brani tutti inediti, o almeno in prima esecuzione nel Regno Unito; gli autori erano, con una sola eccezione (Sohrab Uduman) tutte donne, a sconfessare quanti – e in Italia sono ancora molti, come ci insegna la cronaca recente – pensano che le donne abbiano meno valore in musica. Fra le autrici, la vedette, diciamo così, era certamente la finlandese Kaija Saariaho (1952-vivente), oggi compositrice di prima grandezza nel panorama della musica contemporanea, le cui opere sono state eseguite anche in sedi ‘museali’ come il Festival di Salisburgo o il MET di New York (non proprio dei templi assoluti della modernità teatrale). Le altre autrici erano Jasmin Kent Rodgman (per la quale è possibile consultare il sito personale, https://www.jkr-music.com/), Faye Reader e Quinta, nome d’arte di Katherine Mann.
Proprio a Quinta si deve il brano che andiamo ad ascoltare, disponibile alla libera consultazione sul sito della London Symphony Orchestra. Si intitola Themistocles is captured e si articola in tre parti, intitolate a loro volta A Ship for Asia Minor; I have with me two Gods; The Likely and the Rich. I brani sono disponibili anche in un disco pubblicato nel 2017, con il titolo “Flux – New Music, New Dance”, dalla NMC di Londra, disponibile all’acquisto on-line. Si tratta però di una diversa esecuzione, che unisce il brano di Quinta a composizioni di altri autori.
Il padre di Quinta era un professore di latino e greco; è possibile che da lì venga l’ispirazione per la composizione che ci interessa, messa in musica di una celebre pagina di Plutarco, relativa alla fuga e all’esilio di Temistocle in Asia Minore, dopo avere subito l’ostracismo ad Atene ed essere stato costretto dagli Spartani a lasciare il comodo rifugio presso Admeto di Tessaglia. Da lì la malinconia della composizione, percepibile in tutti e tre i suoi movimenti. Nel recensire l’album NMC, l’autorevole rivista inglese “Gramophone” , luglio 2017, ha scritto che quella di Quinta era “the most original and distinctive voice“ , sottolineando poi il paesaggio sonoro minimalista entro cui si articolano i tre brani, la cui vitalità è tenuta accesa dai ritmi delicatamente pulsanti di un piano elettronico e di un violino manipolato a sua volta attraverso l’elettronica.
Quinta, va aggiunto, è nota per la sua collaborazione con la band dei Radiohead e con il musicista di punta di quella band, Philip Selway. Ha lavorato anche con la cantante inglese Natasha Khan (nota come “Bat for Lashes”) e con Patrick Wolf, il cantautore inglese che unisce l’elettronica alla musica barocca. L’album più celebre di Quinta si intitola “My sister, Boudicca” (evidente, anche qui, il riferimento classico), ed è attualmente disponibile all’ascolto su youtube, suddiviso nei brani di cui si compone
https://www.youtube.com/watch?v=Ss6IgCGozbM&list=OLAK5uy_n8YhvVpFOrkODwU5RYOhikhdaiRJbpVLc&index=1
Ecco invece le tre parti della composizione che ci interessa:
I – A Ship to Asia Minor
II – I Have two Gods With Me
III – The Likely and the Rich
© Massimo Gioseffi, 2019