Articolo a cura di Isacco Beritognolo, IRET CNR, Porano (TR)
I due termini “Marrone” e “castagna” possono generare un po’ di confusione. Quali sono gli elementi distintivi? vediamoli insieme.
Entrambe le forme appartengono alla specie Castanea sativa. Il termine “castagna” definisce una grande diversità di forme selvatiche o coltivate, con caratteristiche eterogenee, mentre il termine “Marrone” definisce un tipo molto selezionato per la qualità del frutto e include un gruppo di cultivar simili, omogenee per certi caratteri distintivi, principalmente relativi al frutto.
Per la morfologia, i frutti di “Marrone” si distinguono perché sono di grandi dimensioni (peso medio da 10 a 25 g) e in genere sono presenti in numero di uno o due per riccio, con forma rotondeggiante. Nel “Marrone” la buccia esterna è brillante, di colore marrone chiaro, con striature più scure, evidenti e rilevate e la cicatrice dell’ilo (la zona chiara alla base dove il frutto era unito al riccio) è di dimensione piccola e forma sub-rettangolare. Differenze importanti si ritrovano nell’anatomia del frutto. Una caratteristica principale del “Marrone” è la facile pelabilità, favorita dalla debole aderenza della pellicola interna (episperma) e dall’assenza di setti, cioè introflessioni dell’episperma nella polpa. Inoltre, il “Marrone” ha rarissimi frutti con più di un seme.
La “castagna”, invece, ha generalmente tre frutti per riccio, che di conseguenza sono più piccoli e di forma schiacciata lateralmente. La “castagne” hanno setti più frequenti e più profondi, che incidono negativamente sulla qualità e la destinazione del prodotto. La grande dimensione e l’assenza di setti rendono i frutti di Marrone ottimali per la canditura e la trasformazione in Marron glacé.
Perchè questa distinzione è importante per Castaneval?
Un’ulteriore caratteristica botanica, generalmente presente nel “Marrone”, è la maschio-sterilità, cioè l’incapacità di produrre polline, dovuta allo sviluppo di fiori maschili incompleti, per mancanza di stami (astaminei) o con stami ridotti (brachistaminei). La sterilità maschile ha implicazioni per la produzione e per le caratteristiche genetiche dei frutti. Per assicurare la fecondazione, può essere necessario coltivare degli alberi impollinatori insieme alle piante di “Marrone”. Per la loro sterilità maschile, le piante di “Marrone” ricevono necessariamente il polline dalle altre piante di castagno e spesso dal castagno selvatico, che ne produce in abbondanza. Di conseguenza, i frutti hanno un corredo genetico che risulta dalla combinazione delle cultivar “Marrone” con i variabili alberi impollinatori circostanti.
Questo flusso genico tra il “Marrone” e il castagno selvatico viene studiato nel progetto CASTANEVAL attraverso l’analisi genetica parallela dei castagneti, dei loro frutti e del castagno selvatico limitrofo. I risultati possono servire a dare un’identità genetica alle produzioni locali e favorirne la tracciabilità.