Quali sono i principali nemici del castagno?

Articolo a cura di Isacco Beritognolo, IRET CNR, Porano (TR)

Le principali avversità del castagno di natura biologica sono presentate nella tabella sottostante. Si tratta principalmente di funghi, che causano malattie, e insetti che si nutrono della pianta. Tra le malattie, le più dannose sono il cancro corticale, il mal dell’inchiostro, e i marciumi del frutto. Tra gli insetti il più dannoso è il Cinipide del castagno o vespa Cinese. In questo breve contributo sono descritti in maniera sintetica le principali malattie e insetti, ma non sono trattati i metodi di lotta.

Mal dell’inchiostro

Il Mal dell’inchiostro è causato da due specie di funghi Phytophthora cambivora e Phytophthora. cinnamomi. La prima specie era prevalente sul castagno, ma la seconda, che può attaccare anche altre piante, si sta rapidamente diffondendo in Europa negli ultimi anni, forse in relazione con i cambiamenti climatici. Il mal dell’inchiostro è stato osservato in Italia dall’inizio dell’800, ma la sua incidenza è in aumento negli ultimi decenni. Il patogeno si diffonde attraverso le acque di scorrimento superficiale e il terreno infetto. L’inoculazione avviene sull’apparato radicale, che viene colonizzato fino al colletto. Il fungo può invadere la corteccia della base del tronco, con la formazione di zone necrotiche scure dalla caratteristica forma a fiamma. Dai tessuti infetti può essere emesso un essudato nerastro, da cui deriva il nome della malattia. I sintomi sulla pianta intera sono foglie piccole e ingiallite e una generale ridotta vigoria della chioma rispetto alle piante sane. L’esito della malattia è spesso letale, con morte della pianta. La malattia è favorita da condizioni di ristagno idrico e ferite. Nei castagneti la diffusione può essere localizzata a zone o strisce collegate dal flusso di scorrimento dell’acqua e da falde di ristagno idrico. Questa malattia può essere molto dannosa in vivaio.

Fig. 1 – Sintomi del mal dell‘inchiostro sul tronco di castagno (Fonte immagine: WSL, www.waldwissen.net)

Cancro della corteccia

Il cancro della corteccia è causato dal fungo Cryphonectria parasitica. In Italia è stato osservato per la prima prova volta nel 1938 e ha rappresentato la più dannosa avversità per il castagno dal dopo guerra fino alla metà degli anni ‘80. L’inoculazione avviene attraverso ferite sulla parte aerea della pianta. Il fungo sviluppa un micelio che si diffonde sotto la corteccia causando la morte del cambio e della corteccia. I sintomi sono molto caratteristici, all’inizio depressioni della corteccia di colore bruno rossastro, che possono evolvere in cancri, cioè lesioni aperte. Sopra la corteccia necrotica possono apparire punti rosso arancio, che corrispondono ai picnidi, organi di propagazione del fungo. Se il micelio invade tutta la circonferenza del ramo o del tronco, la parte soprastante muore e le foglie secche rimangono sui rami morti anche dopo l’autunno. All’opposto, sotto la zona colpita ci può essere l’emissione di numerosi germogli. Il micelio può sopravvivere per anni sulla corteccia e sui tessuti morti, costituendo una fonte di inoculo. Negli ultimi decenni i danni del cancro corticale sono meno rilevanti grazie alla comparsa naturale di ceppi (razze) fungini con ridotta virulenza, chiamati ipovirulenti. Questa caratteristica di ipovirulenza è causata da un’infezione virale e può essere trasmessa dai ceppi ipovirulenti a quelli virulenti compatibili. Grazie all’interazione ecologica tra ceppi virulenti e ipovirulenti, l’esito della malattia può essere più o meno grave, con vari tipi di cancri. I cancri normali sono quelli con sintomi tipici, che non cicatrizzano e portano a disseccamento della chioma soprastante. I cancri anormali, invece, possono essere non cicatrizzanti, con sintomi ridotti, limitata produzione di picnidi e diffusione superficiale del micelio, o addirittura cicatrizzanti, quando la pianta ospite riesce ad isolare la diffusione del fungo e a cicatrizzare la lesione.


Fig. 2 Lesione di cancro della corteccia su ramo giovane (Fonte immagine, www.forestresearch.gov.uk)

Fersa o ruggine delle foglie 

Questa malattia è causata dal fungo Miycosphaerella maculiformis. I sintomi si manifestano sul lembo fogliare, con macchioline imbrunite ed irregolari, spesso accompagnate dall’ingiallimento e necrosi. Le foglie fortemente colpite cadono precocemente. Le infezioni si verificano in genere alla fine dell’estate e in presenza di andamenti stagionali particolarmente umidi e piovosi. Sulle piante adulte il danno è limitato, mentre possono risultare indeboliti i semenzali e le piante innestate più giovani. 


Fig. 3 Maculature e ingiallimento fogliare causati da fersa (Foto di Isacco Beritognolo, IRET-CNR)

Marciumi dei frutti

I marciumi dei frutti sono provocati da vari funghi, i due principali sono il Marciume nero o Muffa nera e il Marciume bruno. 

Il Marciume nero è causato da Ciboria batschiana. Questo fungo vive nei tessuti di germogli e gemme e alla fioritura può diffondersi nei ricci. Successivamente colonizza la polpa del frutto, che dapprima è grigiastra e poi diventa un ammasso nerastro di consistenza elastica. La buccia (pericarpo) non è colonizzata e appare normale. La malattia si sviluppa principalmente dopo la caduta del frutto e si può diffondere tra frutti durante la conservazione. 

Il Marciume bruno è invece causato da Gnomoniopsis castaneae (sinonimo Gnomoniopsis smithogilvyi) e sta assumendo un crescente importanza dopo il 2000. Solo recentemente è stata compresa l’origine della malattia, ma molti aspetti del ciclo biologico non sono ancora chiari. Il fungo può attaccare anche le parti vegetative del castagno, provocando cancri e necrosi di gemme e germogli e può sopravvivere come saprofita su vari organi che cadono a terra. Il fungo si sviluppa anche sulle galle del Cinipide. Come per il marciume nero, l’infezione inizia già in fioritura e si sviluppa poi nella polpa del frutto. Il fungo rende l’interno del frutto prima gessoso, poi spugnoso, infine bruno-marrone. Questo marciume può svilupparsi nei frutti sia prima che dopo la raccolta. In molte zone il Marciume bruno è in forte aumento e rappresenta la maggiore perdita di produzione. Per questo è considerato un patogeno emergente per il castagno da frutto. Secondo alcune ipotesi, i cambiamenti climatici potrebbero aver trasformato questo fungo da endofita ubiquitario a patogeno. Alcune ricerche hanno evidenziato relazioni tra l’infestazione di Cinipide e le infezioni di marciume bruno. Altre relazioni sono state ipotizzate tra il marciume bruno e il cancro corticale, ma tutte queste interazioni ecologiche sono ancora poco studiate. La crescente gravità del marciume bruno è anche legata al fatto che i tradizionali metodi di curatura post-raccolta non sono efficaci contro di esso. 


Fig. 4 Marciume bruno della castagne a vari gradi di sviluppo del micelio (Fonte immagini: Possamai et al. 2023 J. Fungi 2023, 9(4), 401; https://doi.org/10.3390/jof9040401)

Vespa cinese o Cinipide del castagno

La vespa cinese, chiamata anche Cinipide del castagno, è un imenottero originario della Cina e accidentalmente introdotto in Italia nel 2002 attraverso materiale di propagazione infestato. Da allora si è diffuso in tutta Italia ed è attualmente presente in quasi tutte le zone Europee di distribuzione del castagno. Il ciclo biologico comprende una generazione all’anno. Gli adulti si sviluppano in estate e depongono le uova sulle gemme in formazione. L’anno successivo le larve si sviluppano all’interno dei germogli, provocando la formazione di galle sui germogli, gemme, foglie e infiorescenze. Le galle forniscono nutrimento e protezione alle larve. Gli adulti fuoriescono dalle galle in estate e possono diffondere l’infestazione a distanza. Le numerose galle disturbano o interrompono la crescita vegetativa e la fruttificazione e possono far deperire piante intere, rendendole suscettibili agli stress e ad altri parassiti. Le perdite di produzione sono state stimate fino all’80% per livelli di infestazione elevati. Dal 2003 sono stati avviate in Italia sperimentazioni di lotta biologica fondata sul rilascio massivo di un nemico naturale parassitoide del cinipide, l’insetto imenottero Torymus sinensis, anch’esso originario della Cina. Dopo i primi anni di sperimentazione è stato avviato il rilascio massivo del parassitoide, una strategia che ha manifestato significativi effetti in un arco di tempo di circa 10 anni, conducendo ad un equilibrio ecologico tra il Cinipide e il suo parassitoide. Attualmente, l’infestazione di Cinipide si va assestando su livelli accettabili per la produzione. 


Fig. 5 Galle causate dall’infestazione di Cinipide del castagno (Foto di Isacco Beritognolo, IRET-CNR)

Tortrici del frutto

Le tortrici (Pammene fasciana, Cydia fagiglandana, Cydia splendana) sono lepidotteri le cui larve si sviluppano nel frutto e possono causare grandi perdite di produzione. Hanno caratteristiche simili, differenziandosi principalmente per la stagionalità.

Pammene fasciana è comunemente chiamata tortrice precoce. La diffusione investe tutte le regioni italiane. Gli adulti volano da giugno a settembre. La larva, di colore biancastro, penetra nei ricci e nei frutti in formazione che diventano bruni e cadono in anticipo. Sulle castagne mature, l’attacco delle larve più tardive determina danni meno gravi rispetto a quelli causati nella prima fase. Le larve mature fuoriescono dai frutti, e svernano nella corteccia o nel suolo.

Cydia fagiglandana è la tortrice intermedia. In Italia questa specie è più diffusa nelle regioni centro-meridionali. I voli degli adulti sono da luglio a ottobre. Le larve, di colore rossastro, penetrano nei frutti, si nutrono del seme e poi fuoriescono a maturità per svernare nel suolo. Danni rilevanti di questa specie sono stati osservati principalmente in Campania.

Cydia splendana è detta comunemente tortrice tardiva. Questa specie è diffusa in tutte le regioni italiane. I voli si svolgono da fine agosto a tutto settembre. L’attività biologica coincide con la fase di maturazione e di cascola naturale dei frutti. Le larve, di colore giallo paglierino, penetrano nei ricci e si nutrono dei semi. Raggiunta la maturità fuoriescono dal frutto per svernare nel suolo. I danni produttivi di questa specie possono essere molto ingenti.


Fig. 6 Tortrici del frutto di castagno (Fonte immagini: biodistrettoamerina.com)

Balanino 

Il balanino o punteruolo delle castagne (Curculio elephas) è un coleottero che si nutri sui frutti di castagno. Gli adulti sono presenti da agosto a ottobre. Per deporre le uova, le femmine forano il riccio e il pericarpo dei frutti con il lungo apparato boccale. Le larve, di colore biancastro, si alimentano del seme, raggiunta la maturità, fuoriescono attraverso un foro circolare e si spostano nel suolo, dove svernano, per trasformarsi in pupe solo nell’estate successiva. Alla raccolta, le castagne attaccate dal balanino sono più leggere di quelle sane. La dannosità del balanino è molto variabile. L’entità del danno dipende dalla precocità delle piante o varietà coltivate in funzione della spinosità del riccio. Il danno è maggiore sulle castagne che cadono precocemente e che hanno ricci con spinosità breve e rada.


Fig. 7 Adulto di punteruolo delle castagne (Fonte immagini: https://it.wikipedia.org/wiki/Curculionidae)

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