Forthcoming
Federico Vitella, “L’amore non è una cosa meravigliosa. L’uomo di paglia (1958) di Pietro Germi”, in Carlo Baghetti, Jim Carter, Lorenzo Marmo (a cura di), Italian Industrial Literature and Film. Perspectives on the Representation of Postwar Labor, Peter Lang, 2020 [in corso di pubblicazione].
Laura Busetta, “La scrittura femminile e il cinema del reale”, in A. Cervini (a cura di), La forma cinematografica del reale, Unipapress, Palermo 2020 [in corso di pubblicazione].
Tomaso Subini, Federico Vitella, Il processo al cinema italiano. La magistratura contro Michelangelo Antonioni, ETS, 2020 [in corso di pubblicazione].
Elisa Mandelli, Valentina Re, “Cinema nuovo”: cultura comunista e mascolinità negli anni Cinquanta (titolo provvisorio), Diabasis, Parma, 2020.
Elisa Mandelli, Valentina Re, «Le bellezze italiane sono tutte curve»: identità in conflitto sulle pagine di Cinema nuovo (1952-1958), Atti del convegno “Cinema e identità italiana. Cultura visuale e immaginario nazionale fra tradizione e contemporaneità” (Università degli Studi Roma Tre, 28-29 novembre 2017).
Elisa Mandelli, Valentina Re, “We love beautiful ladies, and how!”: Cinema nuovo, cinematic eroticism and masculinities in post-war Italy, Atti del convegno “Cinerotics. Eroticism in Films and Video Games” (University of Kassel, Alpen Adria Universitat Klagenfurt, 9-11 novembre 2017).
Elisa Mandelli, Valentina Re (a cura di), Ageing e sessualità nella cultura mediale italiana, 2020.
Relazioni a convegni
13 dicembre 2018, Università di Palermo
Laura Busetta, “Sguardi in conflitto: La scrittura femminile e il cinema del reale”, Convegno “La forma cinematografica del reale. Teorie, pratiche, linguaggi: da Bazin a Netflix” (13 dicembre 2018), Università di Palermo.
21 novembre 2018, Sapienza Università di Roma
Elisa Mandelli, Valentina Re, “Cinema nuovo: cultura comunista e mascolinità”, relazione presentata in occasione del Convegno “Cinema nuovo e la cultura dei media negli anni 50”, Sapienza Università di Roma, 21 novembre 2018.
14-17 giugno 2018, Sorrento, Sant’Anna Institute
Panel Comizi d’amore. Il cinema e la questione sessuale in Italia (1948-1978), in occasione del Convegno Annuale AAIS 2018 (American Association of Italian Studies)
Organizzazione: Dalila Missero (Università di Milano)
Chair: Federico Zecca (Università degli Studi di Bari Aldo Moro)
Tomaso Subini, Dalila Missero, Le sfumature ‘rosa’ del femminile cattolico: Così, il cinema e la moralizzazione della cultura popolare (1955- 1966)
Valentina Re, Elisa Mandelli, Cinema, identità di genere e cultura comunista nell’Italia del secondo dopoguerra. Il caso di Cinema nuovo
Federico Vitella, Laura Busetta, Divismo e sessualità nella stampa illustrata del dopoguerra. La questione della maternità
Francesco Di Chiara, Gabriele Rigola, La star come fenomeno della produzione: sessualità e strategie di rappresentazione del divismo ne Il giornale dello spettacolo tra gli anni Cinquanta e i Sessanta
4-6 giugno 2018, Parma
Elisa Mandelli, Valentina Re, «Le belle donne ci piacciono. E come!» Mascolinità e rapporti di genere in “Cinema nuovo” (1952-1958), relazione al convegno “Il pensiero critico italiano. Scrivere di cinema dal dopoguerra al web”, Università di Parma.
I modelli di mascolinità italiana nel campo della cultura comunista degli anni ‘50 costituiscono un campo di ricerca già oggetto di svariate indagini. Soprattutto alla luce del nuovo protagonismo della figura femminile e dei processi di emancipazione delle donne, sia nella famiglia che sulla scena pubblica, l’identità di genere maschile ha bisogno di continue conferme (più o meno pubbliche) della propria sessualità “normale”, che consiste essenzialmente in un “sano” e virile istinto eterosessuale. Inoltre, la cultura comunista sembra essere caratterizzata da un doppio approccio sessuofobico e moralista. Da un lato, viene stigmatizzato il messaggio sessista trasmesso da alcune rappresentazioni della donna nelle narrazioni popolari, e lo sfruttamento della sua immagine come semplice strumento di piacere sessuale. Dall’altro, emerge una sorta di puritanesimo censorio, non dissimile dall’approccio cattolico. Obiettivo principale del nostro intervento è analizzare il ruolo della critica cinematografica di area comunista in relazione alla conferma, alla ridefinizione e alla rinegoziazione delle identità di genere (in particolare la mascolinità) e delle loro relazioni con l’ambito della sessualità. Ci concentreremo sulla rivista cinematografica Cinema nuovo, punto di riferimento nel campo della cultura marxista, con particolare attenzione agli anni tra il 1952 e il 1958 (che corrispondono alla periodicità bimestrale della rivista). Oltre alle recensioni e ai contributi teorici, un’attenzione particolare sarà riservata alla selezione e all’utilizzo sulla rivista delle illustrazioni (che ritraggono per lo più dive femminili italiane e straniere in abiti succinti, pose sensuali o atteggiamenti erotici), così da discutere la relazione tra il discorso verbale e il discorso visivo sviluppato dalle immagini. In relazione alla moralità, alle questioni sessuali e alle identità di genere, miriamo a mostrare i diversi modi in cui i due discorsi possono convergere ma anche, e forse più significativamente, divergere, così come la tensione tra affermazioni esplicite e allusioni più implicite. Prenderemo inoltre in considerazione le sezioni dedicate agli scambi con i lettori, in cui emergono con particolare enfasi il modo in cui sono recepiti e intesi i rapporti tra cinema, identità di genere e sessualità. I lettori esercitano infatti nei confronti della rivista un ruolo attivo, non esitando a esprimere le proprie perplessità rispetto alle scelte editoriali, spingendo i redattori, se non a metterle in discussione, a sforzarsi di motivarle, con esiti a volte contraddittori.
15-16 marzo 2018, Pavia
Tomaso Subini, Pasolini e la “scalata al sesso” del cinema italiano ,relazione al convegno “Fra realtà e linguaggi nell’opera di Pasolini”presso il collegio Ghislieri di Pavia.
Nel corso degli anni ’60 il cinema italiano si sessualizza o, per dirla con Callisto Cosulich dà la scalata al sesso, preannunciando la caduta dei tabù dell’osceno e l’emersione della pornografia in un Paese fino a pochi anni prima sotto il controllo di un severo “regime clericale”. L’intervento si interroga sulle modalità con cui Pasolini si inserisce all’interno di questa dinamica.
28-29 novembre 2017, Roma
Tomaso Subini, Federico Vitella, Valentina Re, Francesco Di Chiara, interventi al panel Comizi d’amore. Il cinema e la questione sessuale in Italia (1948-1978), in occasione del convegno “Cinema e identità italiana. Cultura visuale e immaginario nazionale fra tradizione e contemporaneità”, Convegno Internazionale di Studi a cura di Stefania Parigi, Christian Uva, Vito Zagarrio, Università degli Studi Roma Tre.
Federico Vitella (Università di Messina), “Tra pochi giorni Rita sarà madre”: divismo e sessualità nei rotocalchi generalisti del dopoguerra
Valentina Re (Link Campus University), “Le bellezze italiane sono tutte curve”: identità in conflitto sulle pagine di “Cinema Nuovo” (1952-1958)
Tomaso Subini (Università di Milano), “Non c’è più nessuna ragione per una donna di sposarsi, a meno che non voglia avere dei bambini”: cinema e sessualità sulle pagine di “Così” (1956-1958)
Francesco Di Chiara (Università Telematica eCampus), “L’attrice-diva ha fatto veramente colpo e per il resto c’è poco spazio”: divismo e sessualità sulle pagine del “Giornale dello spettacolo” alla fine degli anni ‘50
Il panel ha presentato il progetto di ricerca PRIN 2015 “Comizi d’amore. Il cinema e la questione sessuale in Italia (1948-1978)”. Il progetto riconosce nell’interazione tra i discorsi sul cinema e il dibattito sulla sessualità interno alla cultura italiana del periodo considerato un carattere fortemente identitario. Pertanto il progetto si pone un duplice scopo. Da un lato intende studiare come la sessualità abbia trovato rappresentazione nel cinema italiano nel periodo compreso tra il 1948 (data delle prime elezioni della nuova Repubblica che consegnano alla DC il governo del Paese per oltre quarant’anni) e il 1978 (data che vede l’apertura in Italia delle prime sale destinate alla proiezione del film pornografico). Dall’altro si propone di indagare i discorsi prodotti contestualmente in Italia sulla sessualità per come è stata specificamente affrontata dal cinema, anzitutto italiano ma non solo. L’analisi delle modalità con cui il cinema italiano ha rappresentato la questione sessuale verrà dunque contestualizzata nel più ampio ambito dei discorsi sui rapporti tra il cinema e la sessualità, che il progetto intende ricostruire attraverso lo scavo d’archivio e lo spoglio di quotidiani e riviste.
I quattro interventi hanno inteso presentare il quadro di insieme della ricerca e offrire una prima ricognizione parziale, incentrata su alcune delle specifiche aree di indagine. Il primo contributo, a cura del P.I. Tomaso Subini, ha presentato le linee guida del progetto e la sua articolazione. Il secondo, a cura di Federico Vitella, ha inteso indagare alcuni aspetti relativi al rapporto tra sessualità e divismo nell’ambito dei rotocalchi generalisti. Il terzo, a cura di Valentina Re, ha preso invece in considerazione il tema del conflitto che negli anni ’50 si instaura, sulle pagine di “Cinema Nuovo”, tra la politica generale della rivista e l’utilizzo di immagini femminili dalla forte valenza erotica. Infine l’ultimo intervento, a cura di Francesco Di Chiara, ha inteso indagare alcuni aspetti relativi alla sfera della sessualità nell’ambito della trade press italiana, con particolare riferimento al “Giornale dello Spettacolo”.
9-11 novembre 2017, Klagenfurt
Valentina Re, “We love beautiful ladies, and how!” “Cinema nuovo” and the history of Italian cinematic eroticism, relazione in occasione di “Cinerotics. Eroticism in Films and Video Games”, International Conference in cooperation with the University of Kassel, Alpen Adria Universitat Klagenfurt.
In an essay dated 1979 and focused on the analysis of the cultural project of the film journal “Cinema nuovo”, the most influential actor in the Italian specialist debate about cinema in the 1950s and point of reference in the field of Marxist culture, film historian Giorgio De Vincenti underlined what he defined as a productive contradiction. He noticed that the ambitious political and theoretical project of the journal was combined with the graphics of popular illustrated magazines, with a huge use of images (both illustrations and covers) that – De Vincenti suggested – should be studied as a key contribution to the history of Italian cinematic eroticism. Most of the images, in fact, portray Italian and foreign female stars in revealing outfits, sensual poses or erotic attitudes.
The aim of my paper is to engage with this productive contradiction, firstly by discussing how Guido Aristarco, the journal initiator and editor-in-chief, and other film critics of “Cinema nuovo”, tried to deny or explain this contradiction, and then by putting this contradiction in the framework of wider contradictions regarding left-wing press in the Italian culture of the 1950s and the role of women during the Italian economic boom.
5-7 ottobre 2017, Sassari
Elisa Mandelli, Valentina Re, “Le donne in copertina ‘vanno'”: “Cinema nuovo” e le attrici italiane (1952-1958), relazione in occasione di FASCinA – Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivo, “Vaghe stelle. Attrici del/nel cinema italiano”, Università di Sassari.
È nota e ampiamente attestata, nell’ambito dei film studies, l’interpretazione estensiva del concetto di “paratesto”, che ha consentito di leggere la variegata produzione delle riviste di cinema (dal rotocalco popolare alla rivista specialistica di taglio critico e teorico) come “paratesti cinematografici”. Il nostro intervento intende collocarsi in questa tradizione di ricerca ma con il proposito di considerare la rivista come “testo” rispetto al quale le immagini, o illustrazioni, a partire dalla copertina, sarebbero destinate a svolgere una funzione paratestuale.
Sulla base dello spoglio delle prime sette annate di “Cinema nuovo” (fino al passaggio alla cadenza bimestrale) e della documentazione conservata presso il Fondo Aristarco (Cineteca di Bologna), intendiamo discutere come il “discorso delle immagini” (al di là delle evidenti finalità di posizionamento culturale e di mercato) stabilisca un rapporto non tanto di subordinazione e commento, quanto piuttosto di autonomia o anche divaricazione, rispetto al discorso verbale critico e teorico, e con quali effetti, soprattutto quando i temi in gioco sono, implicitamente o esplicitamente, le modalità di rappresentazione del corpo femminile e lo statuto delle attrici italiane dell’epoca.
Dalila Missero, I “Dieci anni in più” di Catherine Spaak: l’età di una diva italiana, tra post-femminismo e tradizione, relazione in occasione di FASCinA – Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivo, “Vaghe stelle. Attrici del/nel cinema italiano”, Università di Sassari.
L’intervento propone l’evoluzione della figura divistica di Catherine Spaak dagli esordi sino alla contemporaneità, attraverso lo spoglio di rotocalchi d’epoca e risorse on-line. A partire da questi materiali, la relazione ha tracciato l’arco delle “età” nella carriera di Spaak, ovvero come la giovinezza, tanto importante per il suo esordio, si proietti nella vecchiaia dell’attrice e vice versa. Quindi sono stati indagati alcuni aspetti di legittimazione culturale, quali la “canonizzazione” del cinema italiano e la storicizzazione del privato dell’attrice si leghino a una rappresentazione post-femminista della terza età.
Articoli su rivista
2019
Dalila Missero, Jacopetti’s Sexual Celebrity. Masculinity, Women of the World and the Forgotten Issue of Sexual Violence, “Film International”, Vol. 17, no. 2, 2019, pp. 24-33.
Tomaso Subini, Pasolini e la “scalata al sesso” del cinema italiano, in “Autografo”, numero 61, anno XXVII, 2019.
Laura Busetta, Sguardi in conflitto: scrittura femminile e memoria collettiva nel documentario italiano contemporaneo, “Schermi”, n. 4, 2019, pp. 87-102.
Laura Busetta, Lune di miele all’italiana: cinema, matrimonio e famiglia attraverso il boom economico, “Immagine. Note di storia del cinema”, 2019 [in corso di pubblicazione].
2018
Laura Busetta, “Più belle e più popolari le dive che hanno bambini”: maternità e divismo nel rotocalco generalista del secondo dopoguerra, “Mantichora”, n. 8, dicembre 2018, pp. pp. 160-174.
Federico Vitella, Giusti, Convertiti, Santi. Il discorso divistico cattolico al tempo di Pio XII, “Schermi”, n. 3, gennaio-giugno 2018, pp. 105-119.
2017
Federico Vitella, Una corrispondenza impossibile. Lettere “famigliari” a Katharine Hepburn, “Immagine. Note di storia del cinema”, n. 16, luglio-dicembre 2017, pp. 193-218.
Elisa Mandelli, Valentina Re, “Le donne in copertina ‘vanno'”: “Cinema nuovo” e le attrici italiane (1952-1958), “Arabeschi”, n. 9, 2017 [open access].
Dalila Missero, La voglia matta di esserci. Attrici, sessualità e ruoli femminili dalla commedia all’italiana al sexy,“Arabeschi”, n. 9, 2017 [open access]
Libri e capitoli di libri
Elisa Mandelli, Valentina Re, “Mascolinità e rapporti di genere nel discorso critico di «Cinema nuovo» (1952-1958)”, in M. Guerra, S. Martin (a cura di), Atti critici in luoghi pubblici. Scrivere di cinema, tv e media dal dopoguerra al web, Diabasis, Parma, 2019, pp. 187-204.
Elisa Mandelli, Valentina Re, “‘Le belle donne ci piacciono. E come!’ Cinema nuovo, erotismo cinematografico e mascolinità nell’Italia del secondo dopoguerra”, in AAVV, Link Campus University. I primi 20 anni: riflessioni sulla frontiera della conoscenza, vol. I, Roma, Eurilink University Press, 2018, pp. 201-224.
Altre iniziative
Bologna, 6 marzo
“Forme e spazi del lavoro femminile nella storia: il miracolo economico” a partire dalla discussione del volume La signorina Kores e le altre. Donne e lavoro a Milano (1950-1970), curato da Rossana di Fazio e Margherita Marcheselli.