Con zootecnia di precisione, o Precision Livestock Farming (PLF), si intende l’applicazione dei principi e delle tecniche di ingegneria all’allevamento del bestiame, così da monitorare, modellare e gestire la produzione animale in modo automatico. Una recente review (Tullo et al., 2019) riporta e analizza alcuni lavori riguardanti il ruolo della PLF nella mitigazione dell’impatto ambientale.
L’obiettivo della PLF è rendere le aziende zootecniche più sostenibili economicamente, e, come conseguenza, anche socialmente ed ambientalmente. Attraverso telecamere, microfoni e sensori, comunicazione rapida dei dati a computer e smartphone, e registrazione degli stessi su cloud, è possibile monitorare in modo continuo diverse condizioni aziendali. Tra queste, la salute e il benessere animale, i comportamenti e le performance produttive, la situazione ambientale e microclimatica. In questo modo, laddove necessario, si favorisce l’intervento tempestivo da parte dell’allevatore.
Si sa che il sistema zootecnico è responsabile dell’emissione di diverse sostanze inquinanti. Il rilascio di nutrienti (N, P, micronutrienti) e antibiotici favorisce l’inquinamento di acqua e suolo, causando fenomeni di eutrofizzazione e favorendo l’insorgenza di antibiotico-resistenze; l’emissione di gas serra e ammoniaca, da parte degli animali e dei reflui zootecnici, contribuisce all’inquinamento dell’aria. Queste emissioni sono maggiori nel caso di basse performance produttive degli animali e di inefficienze dal punto di vista gestionale (bassi tassi di conversione degli alimenti, intervalli riproduttivi molto lunghi, etc).
Come già anticipato, la PLF può aiutare nella riduzione di queste emissioni.
Oggi è possibile, per esempio, monitorare il tempo che l’animale dedica all’alimentazione e alla ruminazione; da queste informazioni si ricavano indicazioni riguardo lo stato di benessere e il livello di stress dell’animale, la qualità del foraggio, la presenza di dismetabolie o di zoppie, il manifestarsi dei calori. Un grande vantaggio della PLF è la possibilità per l’allevatore di ricevere un allarme riguardo le condizioni dell’animale in modo molto rapido, spesso prima che si presentino cali produttivi o gravi sintomi. Quindi, potrà prendere decisioni gestionali con maggior sicurezza e tempestività.
Nello studio di Tullo et al. (2019) si riportano studi nei quali si dichiara che, a seconda della gravità della zoppia, ci possano essere incrementi nell’impatto ambientale di oltre il 7-9% per quanto riguarda riscaldamento globale, acidificazione, eutrofizzazione ed esaurimento dei combustibili fossili. Altri studi citati da Tullo et al. (2019) riportano che la riduzione delle mastiti cliniche (passando da un’incidenza del 25% al 18%) e subcliniche (da un’incidenza del 33% al 15%), può comportare una diminuzione del 2,5% del potenziale di riscaldamento globale e del 5,8% dell’esaurimento di risorse abiotiche. Pertanto, risulta chiara l’importanza di azioni tempestive nella rilevazione e risoluzione di eventuali problemi.
Allo stesso modo, anche una buona gestione dello stato riproduttivo degli animali può contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale. Infatti, mantenendo la fertilità al massimo livello, si ritiene possibile ridurre l’emissione di gas serra aziendale per più del 20%. Anche in questo caso, esistono diversi strumenti e sensori che agevolano la rilevazione dei calori, aumentando il tasso di concepimento e migliorando le performance riproduttive aziendali.
Più in generale, migliorare la salute e il benessere animale e ridurre morbilità e mortalità della mandria potrebbe limitare le emissioni di metano e protossido di azoto derivanti dalle fermentazioni enteriche e dai reflui zootecnici; per di più, animali in salute necessitano di un minor consumo di farmaci, ed in particolare di antibiotici.
Pertanto, sottolinea Tullo et al. (2019), nonostante non sia l’obiettivo principale della PLF, applicare una zootecnia di precisione può aiutare nella mitigazione dell’impatto ambientale; per questo motivo, sarà interessante proseguire con lo studio del potenziale ruolo della Precision Livestock Farming nella riduzione delle emissioni.
Uno dei principali obiettivi del progetto CLEVERMILK è proprio quello di indagare questi aspetti in alcune realtà zootecniche lombarde.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
Tullo, E., Finzi, A., & Guarino, M. (2019). Environmental impact of livestock farming and Precision Livestock Farming as a mitigation strategy. Science of the total environment, 650, 2751-2760.
Link della review: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0048969718338919?via%3Dihub