Da pochi parametri produttivi, un grande supporto gestionale

Quando si parla di zootecnia di precisione relativa agli allevamenti da latte, si fa presto a pensare a tecnologie complesse, a sensori atti alla rilevazione di determinate biomolecole e a numerosi parametri in grado di fornire informazioni riguardo alle condizioni degli animali. In realtà, l’uso più comune delle tecnologie di precisione negli allevamenti riguarda il monitoraggio della produzione e dell’emissione lattea attraverso l’uso di strumenti automatizzati applicati direttamente nelle sale di mungitura (Borchers e Bewley, 2015; Abeni et al., 2019); e, si potrebbe aggiungere, questi due parametri produttivi risultano tra i più importanti per la corretta gestione della mandria.

La rilevazione costante della quantità di latte prodotto da ogni singolo animale, eseguita con strumenti chiamati lattometri, consente di individuare in modo immediato eventuali variazioni produttive. I cali produttivi, in particolare, sono un primo indicatore di anomalie nella salute delle bovine o possono agevolare l’individuazione del periodo di estro dell’animale. Inoltre, conoscere la produzione media della stalla, o dei singoli gruppi, consente una gestione precisa ed efficiente della razione da somministrare agli animali, assicurando un miglioramento della dairy efficiency, ovvero dell’efficienza di trasformazione dell’alimento in latte.

Un altro parametro molto utile e facilmente rilevabile durante l’emissione lattea, è il flusso di emissione, monitorato con appositi strumenti, chiamati flussometri. La misurazione del flusso di latte di una bovina consente di ottenere la curva di emissione lattea media dell’animale o del singolo quarto e la durata rispettiva di ogni fase della curva (fase ascendente, di plateau e discendente); inoltre, lo stesso strumento spesso è in grado di fornire informazioni relative alla conducibilità elettrica del latte, parametro utile per l’individuazione di infezioni mammarie.

Da pochi parametri sarà, quindi, possibile estrapolare numerose informazioni relative al singolo individuo: modalità di emissione del latte, sanità della mammella o dei quarti, e propensione di rischio di sviluppo di mastite. Inoltre, si avranno indicazioni più generiche sull’intero processo di mungitura: si potrà osservare il verificarsi, per esempio, di curve di emissione bimodali (IMMAGINE 1) o di eventi di sovramungitura, valutando positivamente o meno la routine di lavoro e l’impianto di mungitura. In questo modo, saranno individuati con rapidità eventuali elementi critici e si potrà intervenire in modo puntuale; sarà più semplice migliorare l’efficienza dell’intera azienda e ridurre, in modo indiretto, l’impatto ambientale della produzione di latte.

All’interno del progetto Clevermilk, uno dei quattro ambiti gestionali individuati per l’approfondimento dell’uso di tecnologie in allevamento è proprio quello relativo alla produzione di latte, comprendente sia il monitoraggio del livello produttivo, sia la misurazione dei flussi di emissione lattea.

IMMAGINE 1- A sinistra, una curva di emissione lattea ottimale, caratterizzata da un flusso massimo non eccessivo e da una elevata durata della fase di plateau. A destra, un esempio di curva bimodale, in cui la mungitura a vuoto può aumentare il rischio di infiammazione della mammella.

BIBLIOGRAFIA:

  • Abeni F., Petrera F., Galli A. 2019. A Survey of Italian Dairy Farmers’ Propensity for Precision Livestock Farming Tools, Animals, 9, 202
  • Borchers M.R., Bewley J.M. 2015. An assessment of producer precision dairy farming technology use, prepurchase considerations, and usefulness. J. Dairy Sci., 98, 4198–4205