Per la buona riuscita di uno scavo, è importante condividere sin dall’inizio informazioni e ricerche con tutto il gruppo di lavoro. Ecco perché, lo scorso venerdì 12 luglio si è svolta nelle aule della sede di via Santa Sofia dell’Università degli Studi di Milano una conferenza di presentazione delle indagini archeologiche e paleoambientali nel sito preistorico di Colombare di Negrar di Valpolicella (VR), dedicata agli studenti che parteciperanno al laboratorio di scavo per tutto il prossimo mese di settembre.
Contenuti archeologici del sito, metodologia di intervento e collaborazioni attivate – con la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e il Comune di Negrar di Valpolicella – sono stati i principali temi trattati da alcuni degli studiosi che dirigeranno e prenderanno parte alle operazioni.
Dopo una breve introduzione di Umberto Tecchiati, docente di Preistoria presso l’Università Statale di Milano, è intervenuta Paola Salzani, funzionaria della Soprintendenza di Verona, che ha sottolineato l’importanza archeologica del sito di Colombare di Negrar nel quadro del popolamento preistorico dei Monti Lessini, e ha ricordato il significato della collaborazione tra Soprintendenza ed Università ai fini di tutela e ricerca.
Chiara Reggio, collaboratrice dell’insegnamento di Preistoria Unimi, ha poi spiegato nel dettaglio le caratteristiche del sito e la sua cultura materiale, mentre Stefano Viola, altro collaboratore dell’insegnamento di Preistoria (frequentatore volontario), ha illustrato le tecniche e le metodologie degli scavi in grotta. Infine è intervenuto Luigi Magnini, assegnista dell’Università di Padova coinvolto nel team scientifico di Colombare, che ha presentato le tecniche di telerilevamento e di utilizzo del drone in ambito archeologico.