Qui al Laboratorio di Preistoria, Protostoria ed Ecologia Preistorica, un ruolo molto importante è giocato dall’archeozoologia che si occupa dello studio dei resti ossei animali provenienti da contesti archeologici. Il fine di questi studi è la comprensione delle relazioni intercorse tra l’uomo e gli animali, per cercare di capire, ad esempio, cosa mangiavano i nostri antenati, come e cosa cacciavano, quali animali erano maggiormente sfruttati per l’ottenimento dei prodotti secondari come il latte, la lana e la forza lavoro.

L’archeozoologia deve tener conto non solo dei dati ricavati dallo studio delle ossa, ma anche delle informazioni che provengono dalla documentazione di scavo. L’insieme di questi dati permette di comprendere meglio l’ambiente, l’economia e le pratiche adottate per la sussistenza dalla comunità oggetto di studio.

Il lavoro dell’archeozoologo si basa sulla determinazione dei resti ossei degli animali, e deve rispondere ad alcune semplici domande di base: di quale animale si tratta? di quale parte anatomica stiamo parlando? Quale l’età dell’animale al momento della morte? Quale il suo sesso?
Per poter far ciò si possono utilizzare atlanti anatomici, ma è indispensabile avvalersi di una collezione di confronto il più ampia possibile.

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Le prime cassette della collezione di confronto del PrEcLab © PrEcLab

Archeozoologia, la collezione del PrEcLab

La creazione di una buona collezione di confronto è uno degli obiettivi del laboratorio, e la sua realizzazione richiede tempo e pazienza. Grazie a Cristina Longhi, funzionaria della SABAP per le province di Bergamo e Brescia e a Raffaella Poggiani Keller, già Soprintendente archeologo della Lombardia, è stato possibile recuperare dai magazzini della Soprintendenza situati a Flero (BS) una piccola raccolta di resti scheletrici animali già appartenuta al professor Fusco. Questa costituisce il nucleo di base della nascente collezione del PrEclab.

Vincenzo Fusco, collaboratore della Cattedra di Preistoria del Professor Ferrante Rittatore Vonwiller (1919-1976) all’Università Statale di Milano fino agli anni Settanta del secolo scorso, al momento della pensione aveva lasciato la sua collezione a un collaboratore, Franco Magri, che a sua volta l’ha donato alla Soprintendenza Archeologica della Lombardia, allora diretta dalla dottoressa Raffaella Poggiani Keller.

Questa collezione è formata da 5 cassettine che contengono prevalentemente denti di diverse specie, come maiale, bue, marmotta, cervo e orso. Sono presenti anche dei crani (volpe, gatto, marmotta e lepre). Poche invece sono le ossa lunghe, come femore, tibia, omero e radio. Quasi assenti le vertebre e le coste.

Archeozoologia
Le 5 cassettine della collezione di confronto del PrEcLab contengono prevalentemente denti di diverse specie, pochi crani e pochissime ossa lunghe. © PrEcLab

Una volta arrivata in laboratorio, la collezione è stata sottoposta ad una pulizia e ad un controllo per verificarne la correttezza a livello di determinazioni. Il lavoro è stato svolto anche utilizzando la collezione osteologica del Museo di Storia Naturale di Milano, gentilmente messa a disposizione da Michela Antonella Podestani e da Giorgio Giuseppe Bardelli della sezione di Zoologia del Museo.

Stiamo già provvedendo a incrementare la collezione, vero e proprio indispensabile strumento di lavoro nello studio dell’archeozoologia.

Numerose ricerche, seguite dal professor Umberto Tecchiati e dalla dottoressa Amato, sono attualmente in corso presso il PrEcLab. Si tratta di studi legati alla relazione di Tesi di Laurea o di altre ricerche svolte in collaborazione con varie Soprintendenze dell’Italia settentrionale. Tra gli altri:

  • Studio dei resti faunistici di Fiavé 1 (TN), tardoneolitico. In collaborazione con la Soprintendenza ai Beni culturali di Trento (Direttore dell’Ufficio Beni archeologici Dr. Franco Nicolis, funzionario incaricato Dr. Paolo Bellintani);
  • Studio dei resti faunistici di Sergnano (CR), datato al Bronzo Antico e Medio. In collaborazione con SABAP per le province di Cremona, Lodi e Mantova (Funzionario incaricato Dr.ssa Cristina Longhi, SABAP per le province di Bergamo e Brescia);
  • Studio della fauna del sito etrusco del Forcello di Bagnolo San Vito (MN), in collaborazione con SABAP per le province di Cremona, Lodi e Mantova, scavo diretto dalla Prof.ssa Marta Rapi, Università degli Studi di Milano;
  • Studio della fauna della Palafitta del Lavagnone di Desenzano del Garda (BS), in collaborazione con SABAP per le province di Bergamo e Brescia, scavo diretto dalla Prof.ssa Marta Rapi, Università degli Studi di Milano;
  • Studio delle sepolture di animali rinvenuti a Treviglio (BG), in collaborazione con SABAP per le province di Bergamo e Brescia, funzionario incaricato Dr. Andrea Breda;
  • Studio della fauna dell’abitato della recente età del Ferro di Gargagnago-San Giorgio di Valpolicella (BS), in collaborazione con SABAP per le province di Verona, Vicenza e Rovigo (Soprintendente Dr. Vincenzo Tiné, funzionario incaricato Dr.ssa Brunella Bruno, in collaborazione con Luciano Salzani).
  • Studio dei resti faunistici provenienti da Jazzo Fornasiello.

Studio dei resti faunistici provenienti da Jazzo Fornasiello

Tra le ricerche archeozoologiche condotte al PrEcLab, è attualmente in corso lo studio dei resti faunistici provenienti da Jazzo Fornasiello, un sito archeologico indagato da un team di Unimi, sotto la direzione della professoressa Marina Castoldi.

Si tratta di un vasto insediamento della Puglia, abitato tra il VI e il III secolo a.C. dai Peuceti, un’antica popolazione indigena dell’area barese. Il termine “Jazzo”, che significa “ovile” e fa riferimento all’edificio settecentesco ancora oggi utilizzato per il ricovero di animali, permette di capire come il territorio sia stato e sia tuttora fortemente caratterizzato dall’allevamento di capre e pecore.

Ma solamente con l’analisi approfondita dei numerosi resti faunistici, recuperati durante gli scavi, sarà possibile dare una risposta ai molti interrogativi: quali animali erano realmente allevati a Jazzo? Era praticata la caccia? Qual era il rapporto tra uomini e fauna e come quest’ultima era impiegata? Quale è il valore culturale e rituale del consumo di carni nelle pratiche cerimoniali dei Peuceti, peraltro molto poco note per ora?

Prima di studiare da vicino i reperti ossei, è necessario lavarli accuratamente. Lo scopo è quello di rimuovere terra ed elementi estranei che possano ostacolare la meticolosa osservazione degli ossi. Per ciascuno di essi, perfino per il più piccolo frammento, si tenterà di determinare quindi la regione scheletrica e la specie di appartenenza, grazie all’utilizzo di collezioni di confronto.

Il nostro obiettivo sarà anche quello di comprendere l’età di morte degli animali e il genere. Cercheremo infine di individuare eventuali segni di taglio, macellazione e bruciature. L’insieme degli indizi ricavati ci permetterà di aggiungere un importante tassello per ricostruire la storia degli abitanti di Jazzo Fornasiello.

Aggiornamento

La collezione osteologica di confronto del PrEcLab si è da poco ampliata grazie al conferimento in Via Noto 6 di reperti scheletrici di equino, bovino, cane e suino appartenenti alla collezione del già “Museo Anatomico dell’Istituto di Anatomia degli Animali Domestici dell’Università di Milano”, conservati presso la facoltà di Medicina Veterinaria.

Un grazie sincero alla professoressa Silvia Modina e ai colleghi del Dipartimento di Medicina Veterinaria, per aver generosamente contribuito alla costruzione della nostra collezione, indispensabile per lo studio dei resti faunistici di estrazione archeologica.