Un nuovo studio sull’efficacia di mitigazione ambientale di un additivo alimentare per vacche da latte

Il mondo della ricerca sta focalizzando sempre più il proprio interesse verso strategie di riduzione dell’impatto ambientale. In particolare, grande attenzione è stata rivolta agli additivi alimentari in grado di ridurre le emissioni enteriche delle bovine da latte. Un recente studio (Ross et al., 2020), che ha visto la collaborazione di ricercatori americani e italiani, ha sperimentato l’efficacia di un prodotto, già in commercio da alcuni anni, impiegato come additivo nella razione delle vacche da latte per la riduzione delle emissioni enteriche bovine.

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Come si calcola l’impatto ambientale del latte?

Giovedì 27 maggio 2021, alle ore 14.00, Ruminantia terrà un webinar sull’impatto ambientale del latte. Si discuterà del tema con Maddalena Zucali e Giulia Gislon del Dipartimento Scienze agrarie e ambientali dell’Università degli Studi di Milano Statale, coinvolte nei progetti CLEVERMILK e Forage4Climate.

L’evento si terrà in diretta, sia su Zoom, sia sulla pagina Facebook di Ruminantia.

Clicca qui per iscriverti all’evento:  zoom.us/webinar/register/WN_limgz02tSfS0nlOt-d0gYg

Link alla news sulla pagina Ruminantia:

La diffusione delle tecnologie nelle aziende zootecniche | anno 2020 – REPORT ISTAT

È stato di recente pubblicato il Report ISTAT 2020 relativo alla diffusione delle tecnologie nelle aziende zootecniche italiane. Nel report si evidenzia un complessivo miglioramento nel processo di digitalizzazione rispetto al censimento generale dell’agricoltura fatto nel 2010. Se dieci anni fa, infatti, solo il 3,8% delle aziende agricole aveva avviato un processo di digitalizzazione e l’1,2% navigava in Internet, oggi, quasi una azienda su tre è dotata di personal computer, di una connessione e delle competenze digitali. Sempre nel 2010, solo il 6,6% delle aziende zootecniche dichiarava una gestione informatizzata degli allevamenti, contro il 38,5 % censito nel 2020.

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Consumi e costi per le nuove tecnologie: un caso studio sui sistemi di alimentazione

Alcuni studi hanno dimostrato che aumentare la frequenza di alimentazione di una vacca ha effetti positivi sulla sua salute e sulla produttività: infatti, le visite alla mangiatoia saranno meglio distribuite nel tempo, riducendo gli eventi di competitività fra animali; inoltre, effettuando pasti ridotti ma più frequenti, l’ingestione della sostanza secca sarà ottimizzata, ottenendo una maggior stabilità del pH ruminale.

Le scelte gestionali di una azienda, però, non possono considerare solo benessere e salute degli animali. Una azienda deve essere sostenibile da un punto di vita economico, oltre che ambientale e sociale.

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Quando il supporto tecnologico diventa quasi indispensabile: la rilevazione degli estri nelle stalle da latte

Nelle aziende di vacche da latte, la gestione della riproduzione riveste un ruolo fondamentale: sembra banale, ma, se l’animale non viene fecondato correttamente e nel momento opportuno, non resterà gravido e non produrrà latte. L’individuazione del momento idoneo per l’inseminazione, ovvero la rilevazione dell’estro, non è semplice, soprattutto nei sistemi di allevamento dove si pratica l’inseminazione artificiale, sempre più numerosi rispetto ai pochi che ancora utilizzano il toro aziendale. Oltre ad individuare correttamente il momento dell’inseminazione, in modo che questa vada a buon fine, è fondamentale rilevare ogni calore della bovina, senza perdere cicli riproduttivi, in modo da ridurre l’intervallo inter parto di ogni animale e aumentare, così, l’efficienza dell’allevamento.

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