Si è conclusa sabato 30 luglio la prima campagna di ricognizione nella Riserva Naturale delle Grotte di Aisone, nella Valle Stura di Demonte (CN), svolta da un gruppo di studenti del corso di Laurea magistrale in Archeologia, specializzandi della scuola di specializzazione in Beni archeologici e ricercatori dell’Università degli studi di Milano selezionati da Umberto Tecchiati.
A coordinarli, Stefano Viola, attualmente impegnato in un progetto di ricerca presso la New Castle University, e Stefania Padovan, collaboratrice delle Aree Protette Alpi Marittime.
Durata una settimana, l’operazione ha avuto l’obiettivo di valutare il potenziale archeologico della zona e le possibili azioni di tutela da mettere in atto.
Il gruppo è stato generosamente accolto dagli abitanti di Aisone e del Parco delle Alpi Marittime, ed è stato supportato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo che ha considerato l’Università un partner preparato per attuare strategie di tutela e valorizzazione efficaci.
Cosa abbiamo fatto
In questo breve lasso di tempo, abbiamo raccolto diversi campioni geologici e studiato la conformazione delle gotte. Abbiamo inoltre familiarizzato con i reperti degli scavi eseguiti da Ferrante Rittatore Vonwiller, che indagò per primo l’area negli anni Cinquanta del Novecento, e che sono conservati presso il Museo Civico di Cuneo. Le indagini svolte, per quanto preliminari, serviranno alla progettazione delle prossime fasi della ricerca e a facilitare l’individuazione di evidenze ancora sepolte.
Nel corso della campagna è stato fondamentale il contributo dei residenti della Valle Stura, che non si è limitato all’aspetto logistico, pure importantissimo ai fini della realizzazione del progetto. Attraverso le varie testimonianze raccolte è stato possibile avviare la ricostruzione dei vari cambiamenti che nel corso del tempo ha subito il paesaggio, che è stato il grande protagonista di questa campagna di ricognizione.
Cosa abbiamo in programma per il Progetto Aisone
La mappatura dei diversi reperti, dei campioni geologici e dei luoghi “interessanti” servirà a tenere traccia di quanto è stato fatto e per effettuare verifiche a partire dal 2023.
Non solo. Durante l’inverno 2023 ci faremo aiutare dal Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino che svolgerà una campagna di rilievi con lo scopo di fornire un’immagine precisa e dettagliata dell’area che abbiamo indagato nel periodo di ricognizione.
Ci siamo inoltre attivati, assieme al l’Ente Gestione Aree Protette Alpi Marittime e agli abitanti del luogo, per svolgere un lavoro di archivio, nel quale cercheremo da un lato di consultare e riesaminare i dati degli scavi precedenti e dall’altro di ricostruire la toponomastica delle grotte.
È infatti emerso che ciascuna di esse ha o aveva un nome proprio in occitano, la lingua parlata in un’area compresa tra le valli del Cuneese e l’Atlantico: la ricerca in questo senso non solo ha un valore culturale, ma è anche importante per la memoria storica associata ai luoghi e ai loro nomi.
Come abbiamo iniziato a condividerlo
La settimana di ricognizione si è conclusa sabato 30 luglio con un incontro tra gli archeologi e il pubblico. L’occasione è stata la visita guidata alla Riserva Naturale delle Grotte di Aisone, in cui i partecipanti hanno avuto modo di conoscere il team di ricerca e il lavoro dell’archeologo, di porre domande e di conoscere in anteprima i risultati della campagna. Un modo per restituire alle persone sotto un’altra luce questo luogo straordinario, chiamandole alla sua conoscenza e salvaguardia.