Università degli studi di Milano

Siamo nella Riserva naturale delle Grotte di Aisone, in Valle Stura di Demonte, provincia di Cuneo, dove sono documentate le prime tracce di presenza umana in zona. Qui, il prossimo 25 luglio inizierà la prima fase delle ricerche archeologiche e paleoambientali, svolte dal Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali Università degli Studi di Milano.

L’Università lavorerà in collaborazione e sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo. Inoltre, il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino si occuperà degli aspetti legati ai rilievi topografici e alla modellizzazione territoriale.

Fondamentale poi è il contributo delle Aree Protette Alpi Marittime, Ente gestore della Riserva naturale, dell’Unione montana Valle Stura e del Comune di Aisone, per la disponibilità, il supporto logistico e la conoscenza del territorio.

Incontro per l'organizzazione del Progetto Grotte di Aisone: presenti il professor Tecchiati, il professor Lingua del Politecnico di Torino, Stefania Padovan per la Soprintendenza e rappresentanti del Comune di Aisone, dell'Unione montana Valle Stura e delle Aree Protette Alpi Marittime.
Foto dell’incontro per l’organizzazione del Progetto Grotte di Aisone: presenti il professor Tecchiati, il professor Lingua del Politecnico di Torino, Stefania Padovan per la Soprintendenza e rappresentanti degli enti e delle associazioni del territorio coinvolti.

Cosa faremo ad Aisone

Per l’intera settimana, un gruppo di studenti del corso di laurea magistrale in archeologia e specializzandi della scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università degli Studi di Milano svolgerà un programma di rilievi e ricognizioni di superficie finalizzati alla raccolta di informazioni e dati scientifici utili alla pianificazione di future campagne di scavo. A guidarli sarà Stefano Viola, collaboratore del PrEcLab e al momento ricercatore presso la Newcastle University,

Gli studenti e i ricercatori si muoveranno in un’area molto promettente dal punto di vista archeologico, caratterizzata da numerosi ripari sotto roccia e grotte con ogni probabilità occupate e frequentate almeno a partire dal Neolitico Medio (4800-4200 a.C.) e sostanzialmente ancora intatto.

Un po’ di storia

Uno scavo fu condotto in una delle grotte poco più di 60 anni fa da Ferrante Rittatore Vonwiller, professore di paleoetnologia all’Università di Milano, che vi poté documentare appunto una occupazione da parte di genti neolitiche della Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata.

Alla metà degli anni ’90, a completamento delle ricerche di Rittatore, l’allora Soprintendenza Archeologica del Piemonte condusse ulteriori indagini.

I reperti sono in parte conservati ed esposti al Museo Civico di Cuneo, che contribuisce fattivamente alla ripresa delle ricerche nella Valle Stura di Demonte.

Gli obiettivi

Foto della Riserva Naturale delle Grotte di Aisone.

La ricerca è finalizzata al recupero di informazioni relative alla durata e alla natura dell’occupazione dell’area, attraverso lo studio dei reperti delle campagne precedenti, messi a disposizione del Museo.

Campionamenti utili alla raccolta di dati di tipo paleoambientale e paleoeconomico hanni invece orientati a precisare le caratteristiche dell’ambiente e del clima che fecero da sfondo alla presenza umana antica nell’area.

Le indagini si prefiggono una ricostruzione storica globale attraverso le varie epoche, estesa dalla preistoria ai giorni nostri.

Appuntamento per sabato 30 luglio

Sabato 30 luglio, ultima giornata della campagna, le Aree Protette Alpi Marittime invitano ad una passeggiata “archeo-naturalistica” sul sentiero delle Grotte di Aisone: un racconto tra paleoecologia, strategie di sussistenza, capacità di sfruttamento delle risorse naturali, conoscenze tecniche e manufatti delle comunità vissute nei ripari sotto roccia.

Sarà un’occasione per sviluppare questi temi con archeologi specializzati, a cui si aggiunge l’opportunità di vedere al lavoro sul campo i ricercatori dell’Università di Milano, di parlare con loro e di avere in “anteprima” alcuni dei risultati ottenuti.

Post Author: Matteo Orsi

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