Un sistema di valutazione multidimensionale per le aziende di vacche da latte

Nell’anno 2016 è stato pubblicato da parte di un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari di Milano e del Centro di Ricerca per le produzioni Foraggere e Lattiero-Casearie di Lodi, un lavoro sulla valutazione multidimensionale delle aziende da latte.

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La diffusione delle tecnologie nelle aziende zootecniche | anno 2020 – REPORT ISTAT

È stato di recente pubblicato il Report ISTAT 2020 relativo alla diffusione delle tecnologie nelle aziende zootecniche italiane. Nel report si evidenzia un complessivo miglioramento nel processo di digitalizzazione rispetto al censimento generale dell’agricoltura fatto nel 2010. Se dieci anni fa, infatti, solo il 3,8% delle aziende agricole aveva avviato un processo di digitalizzazione e l’1,2% navigava in Internet, oggi, quasi una azienda su tre è dotata di personal computer, di una connessione e delle competenze digitali. Sempre nel 2010, solo il 6,6% delle aziende zootecniche dichiarava una gestione informatizzata degli allevamenti, contro il 38,5 % censito nel 2020.

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Consumi e costi per le nuove tecnologie: un caso studio sui sistemi di alimentazione

Alcuni studi hanno dimostrato che aumentare la frequenza di alimentazione di una vacca ha effetti positivi sulla sua salute e sulla produttività: infatti, le visite alla mangiatoia saranno meglio distribuite nel tempo, riducendo gli eventi di competitività fra animali; inoltre, effettuando pasti ridotti ma più frequenti, l’ingestione della sostanza secca sarà ottimizzata, ottenendo una maggior stabilità del pH ruminale.

Le scelte gestionali di una azienda, però, non possono considerare solo benessere e salute degli animali. Una azienda deve essere sostenibile da un punto di vita economico, oltre che ambientale e sociale.

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Quando il supporto tecnologico diventa quasi indispensabile: la rilevazione degli estri nelle stalle da latte

Nelle aziende di vacche da latte, la gestione della riproduzione riveste un ruolo fondamentale: sembra banale, ma, se l’animale non viene fecondato correttamente e nel momento opportuno, non resterà gravido e non produrrà latte. L’individuazione del momento idoneo per l’inseminazione, ovvero la rilevazione dell’estro, non è semplice, soprattutto nei sistemi di allevamento dove si pratica l’inseminazione artificiale, sempre più numerosi rispetto ai pochi che ancora utilizzano il toro aziendale. Oltre ad individuare correttamente il momento dell’inseminazione, in modo che questa vada a buon fine, è fondamentale rilevare ogni calore della bovina, senza perdere cicli riproduttivi, in modo da ridurre l’intervallo inter parto di ogni animale e aumentare, così, l’efficienza dell’allevamento.

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“Tecnologia per un latte a basso impatto ambientale: il progetto CLEVERMILK”

Lo scorso venerdì, 19 marzo 2021, si è tenuto il primo seminario organizzato dal progetto CLEVERMILK.

Si è parlato dell’uso della tecnologia all’interno degli allevamenti da latte e di come questa, se integrata in modo intelligente, possa supportare la gestione aziendale e limitare le emissioni ambientali.

Sono intervenuti:

  • Maddalena Zucali (DISAA, Milano) la quale ha illustrato i dati relativi all’impatto ambientale della produzione di latte e la possibilità di mitigazione offerta dalla tecnologia. Nel corso dell’intervento sono stati presentati gli obiettivi e le fasi operative del progetto Clevermilk.
  • Fabio Abeni (CREA Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura di Lodi) che ha parlato del concetto di sostenibilità (ambientale, economica e sociale) e di come i dati offerti dalle tecnologie possano essere sfruttati per rendere più sostenibile il proprio allevamento. Questo è anche l’obiettivo portato avanti dal progetto LatteDigitale, di cui Abeni è referente scientifico.
  • Colomba Lina Sermoneta (ISTAT, Roma) che ha presentato i risultati preliminari ISTAT riguardanti la zootecnia di precisione e la sua diffusione sul territorio nazionale, con un focus particolare sulla Lombardia.
  • Virginia Inzaghi (Quality Control presso LAICA SPA, Novara), la quale ha condiviso la propria esperienza all’Università del Wisconsin-Madison, come collaboratrice nel Dairy Brain Project, progetto volto a rendere più agevole l’uso dei dati delle stalle americane nell’ottica di una zootecnia di precisione più intelligente.

Si ringraziano tutti i relatori e collaboratori e i numerosi partecipanti al seminario.