La citazione colta, tratta da una delle canzoni più note di Fabrizio De Andrè, è abbastanza eloquente: dai diamanti non nasce niente, mentre invece è proprio dal letame che “nascono i fior”, anche metaforicamente, se con “fiori” noi archeologi intendiamo anche risultati significativi relativi alla nostra ricerca.
È stato questo l’argomento dell’ultima puntata del nostro format di interviste in onda su Instagram ogni giovedì, Le Colombare in diretta. Il tema non è stato proprio il letame, bensì i biomarcatori fecali, ovvero molecole molto specifiche che rappresentano le tracce, ancora presenti nel terreno, degli escrementi degli animali che hanno frequentato il sito delle Colombare di Negrar di Valpolicella in epoca preistorica.
Per comprendere meglio l’argomento e per far luce su questo aspetto della ricerca, abbiamo intervistato la “nostra” Chiara Reggio, archeologa preistorica e parte attiva dello staff di scavo alle Colombare, ed Erika Palmisano, laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche e collaboratrice del Laboratorio di tossicologia forense UniMi.
Biomarcatori fecali: perché sono importanti
Reggio, che durante la campagna di scavo 2020 ha materialmente raccolto i campioni di terreno da far analizzare, durante la chiacchierata ha illustrato l’importanza di questi biomarcatori, che possono fornirci un’infinità di informazioni utili per comprendere meglio l’economia del sito. Queste molecole possono dirci infatti non solo quali specie animali frequentavano il (erano allevate sul?) sito, ma anche l‘età degli esemplari. Si tratta di un dato importantissimo, perché nel caso di specie allevate, per esempio, ci aiuta a capire se gli animali venivano sfruttati per i loro prodotti primari (la carne, generalmente ottenuta da esemplari giovani) o anche secondari (come latte, lana e concime, ottenuti da esemplari adulti).
Parliamo di metodo…
Poi abbiamo parlato di metodo: di campionamento e di analisi. Si tratta di aspetti tecnici e forse anche un po’ “noiosi” che però sono importanti per capire come si svolge il nostro mestiere. Quindi, sempre con la dottoressa Reggio, abbiamo parlato di raccolta dei campioni. Non basta infatti raccogliere un po’ di terra con una siringa e poi spedirla in laboratorio, per avere delle buone analisi. È necessario prestare attenzione alle contaminazioni e persino alla temperatura e soprattutto allegare al campione anche i dati relativi alla stratigrafia. Il perché lo spiega Chiara Reggio nel video.
Con Palmisano abbiamo invece parlato di analisi vere e proprie. Poiché il Laboratorio di tossicologia non ha mai trattato questo tipo di campioni, è stato necessario mettere a punto un nuovo procedimento! La dottoressa ha descritto quindi, nel dettaglio, il procedimento utilizzato e ci ha parlato a lungo della strumentazione necessaria per le analisi delle siringhe di terreno.
Insomma, questa puntata de Le Colombare in diretta è stata davvero molto ricca e interessante. Se l’avete persa, la potete riguardare a questo link!
Guarda la puntata “Dai diamanti non nasce niente…”
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