2-3 settembre
La campagna di scavo archeologico 2024 a Colombare di Villa, Negrar di Valpolicella (VR), è finalmente iniziata. A dirigerla, come sempre, il professor Tecchiati, affiancato dai suoi due condirettori Fiorenza Gulino, archeologa preistorica e dottoranda dell’Università di Pavia, e Cristiano Putzolu, docente di Archeologia digitale all’Università di Bologna. I primi due giorni sono stati molto produttivi: abbiamo riaperto alcuni saggi (i “vecchi” 9, 10 e 16) e ne abbiamo aperto uno nuovo, che abbiamo chiamato 18. Visto che 16, 9 e 18 sono molto vicini l’uno all’altro (e proprio in quest’ordine), dovremo verificare i rapporti stratigrafici tra i tre.
Per intenderci, 9 è il saggio in cui, un paio di anni fa, abbiamo trovato le buche di palo pertinenti alla casa neolitica, di cui abbiamo parlato anche su “La Statale news“. In queste immagini, vi mostriamo le operazioni di apertura dello scavo: l’immancabile lavagnetta con la sigla dell’anno in corso, per la documentazione fotografica; la pulizia degli strati e lo scavo dei saggi; la stazione totale, che utilizziamo per i rilevamenti topografici.
4 settembre
Mentre lo scavo procede spedito, iniziamo ad accogliere i primi ospiti: nel primo pomeriggio è venuta a trovarci sul sito la professoressa Amei Lang, della Ludwig-Maximilians Universitaet München. Lang, archeologa esperta dell’età del ferro, è una grande amica del nostro prof. Tecchiati.
Sono poi passati a trovarci anche Lucia Burlini, guida del CAI Verona con cui, lo scorso giugno, abbiamo organizzato la prima camminata culturale verso lo scavo, e Tomaso Bianchini, geologo e presidente dell’associazione culturale di Montecchio (Negrar, VR) che lo scorso dicembre ha ospitato una conferenza dedicata alla cittadinanza sulle novità emerse dalla campagna 2023.
5 settembre
Doveva capitare: oggi piove. E quando piove, tutto il gruppo si ritrova a Mazzano, nell’edificio del Gruppo Sportivo Culturale, e si porta avanti con la documentazione di scavo. C’è chi lava selci e cocci, chi compila il database dei materiali, chi scarica i dati topografici sul computer, chi digitalizza i diari di scavo. Lo abbiamo raccontato più volte: non si tratta di tempi morti, ma di momenti fondamentali per velocizzare la scrittura della relazione di scavo.
9 settembre
Iniziamo la seconda settimana di scavo di buona lena: la pioggia del weekend ci ha costretti a togliere l’acqua dai saggi, provvidenzialmente coperti da teloni di plastica. Durante una campagna capita di dover fare i conti con le piogge torrenziali, ormai sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, e bisogna essere previdenti.
Dopo aver liberato l’area di scavo, abbiamo ripreso il lavoro nei saggi.
10-11 settembre
Martedì e mercoledì abbiamo iniziato a scavare prima in previsione del maltempo della fine della settimana. Sono state due giornate molto produttive, in particolare nei saggi 16 e 18: l’obiettivo è raccogliere il maggior numero di informazioni utili sui rapporti stratigrafici tra i saggi aperti. In breve: vogliamo conoscere meglio le strutture neolitiche messe in evidenza nel 2022.
E finalmente, mercoledì lo scavo di saggio 16 è arrivato sulla stessa quota di 9: che emozione vedere i saggi “comunicanti”! Vi mostriamo alcune immagini della pulizia e della documentazione.
Continua anche la setacciatura dei materiali, resa quest’anno ancora più importante dal fatto che abbiamo deciso di setacciare quasi ogni secchio di smosso per non rischiare di perdere materiali piccoli ma preziosi. Uno di questi, per esempio, è una piccola conchiglia bivalve (Cerastoderma edule) forata, che doveva rappresentare un elemento di ornamento. Ma non è l’unico reperto significativo: tra i materiali che stiamo raccogliendo dagli strati scavati quest’anno, ne sono emersi alcuni davvero rilevanti, come la ceramica Lagozza.
12-13 settembre
Nonostante la pioggia di giovedì, che ha interferito con le attività di scavo solo nel pomeriggio, le ultime due giornate della settimana sono state davvero produttive. Abbiamo finalmente messo in luce e scavato le buche per palo presenti nel saggio 16, molto probabilmente “sorelle” di quelle già scavate nel vicino saggio 9. Insomma, le strutture della casa neolitica sono ogni giorno un po’ più chiare.
17 settembre
Questa mattina è venuta a trovarci sullo scavo Camilla Madinelli, giornalista del quotidiano L’Arena, per scrivere un articolo sulle nostre ricerche a Colombare di Villa, ma anche sulle nostre attività di archeologia pubblica.
Ci ha fatto molto piacere riceverla e mostrarle il nostro lavoro. Non vediamo l’ora di leggere il suo pezzo! Nell’immagine a lato, la condirettrice dello scavo, Fiorenza Gulino, illustra a Madinelli i saggi aperti durante la campagna 2024.
23-25 settembre
Nell’ultima settimana e mezzo abbiamo continuato a scavare, aprendo anche un piccolo saggio esplorativo più a nord, sulla cima della collina, dove in passato è stata identificata una dolina.
Nei saggi aperti sin dall’inizio della campagna sono emersi invece diversi reperti interessantissimi per il sito delle Colombare. Se avete letto la nostra pagina dedicata alla storia delle ricerche, saprete che tra le classi di reperti più importanti raccolte dal primo scavatore, Francesco Zorzi, c’è anche la ceramica cosiddetta “metopale”, tipica dell’età del Rame. Uno dei saggi di quest’anno ci ha regalato diverse soddisfazioni in questo senso.
27 settembre
Siamo in chiusura e – come al solito – non potremmo essere più tristi. Rispetto agli anni passati, però, abbiamo una piccola soddisfazione: possiamo continuare a scavare l’unico saggio ancora aperto e non esaurito, ovvero saggio 18, fino all’ultimo minuto della campagna. Il perché è presto detto: domani, in occasione delle GEP – Giornate Europee del Patrimonio, ci sarà un’apertura straordinaria del sito per i cittadini che si sono iscritti alla passeggiata organizzata in collaborazione con CAI Verona da Mazzano fino a qui.
Obiettivo di questa camminata, che risponde al tema delle GEP 2024, ovvero Patrimonio in cammino, è ricordare che il sito delle Colombare era al centro di una rete di scambi e commerci tra Neolitico ed età del Rame, ma anche far ripercorrere al pubblico gli ultimi 6.300 anni di storia della Valpolicella, per cogliere il momento esatto in cui le attività umane – l’agricoltura, l’allevamento degli animali domestici, la caccia e la raccolta di frutti spontanei e soprattutto lo sfruttamento di una materia prima fondamentale fino a buona parte dell’età del bronzo, ovvero la selce – hanno plasmato questo territorio e il suo paesaggio in senso “moderno”.
Oggi, poi, abbiamo avuto anche una visita graditissima, quella del nuovo sindaco di Negrar, Fausto Rossignoli, che si è fatto raccontare la storia delle ricerche dal professor Tecchiati e ha mostrato un vivo interesse per il nostro progetto di archeologia pubblica.
28 settembre – le nostre prime GEP
Le nostre prime Giornate Europee del Patrimonio sono andate benissimo! Abbiamo raccolto una quarantina di iscritti, anche grazie all’articolo pubblicato da Madinelli, e abbiamo avuto la fortuna di svolgere la camminata durante un magnifico pomeriggio di sole. Il cielo terso ha reso più facile ai partecipanti godere della magnifica vista che caratterizza le Colombare e che abbraccia l’orizzonte fino al lago di Garda. Per le responsabili del progetto di archeologia pubblica, Chiara Boracchi e Chiara Reggio, è stato più semplice spiegare per quale motivo questo sito d’altura, al centro di una rete di vie e di scambi, deve essere stato così appetibile sin dal Neolitico.
Al termine della passeggiata, Fondazione Masi e Masi Agricola SpA hanno offerto alcune bottiglie di vino per un piccolo aperitivo che si è svolto al centro sportivo di Mazzano.