Università degli studi di Milano

È estate, ma le attività del laboratorio continuano senza sosta. Nella nostra sede di via Noto 6 a Milano, infatti, sono stati trasferiti da poco i resti faunistici rinvenuti tra maggio e giugno 2018 presso il santuario della Vergine delle Lacrime di Treviglio (BG).

Le quattro fosse di sepoltura di resti animali sono emerse durante le attività di assistenza archeologica e grazie alla collaborazione attivata tra il PrEcLab e la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, noi del laboratorio stiamo ora svolgendo indagini più approfondite.

Stabilire una precisa cronologia dei resti non è semplice, perché mancavano elementi datanti all’interno delle quattro fosse, ma è comunque possibile affermare che siano antecedenti alla fondazione dell’impianto della chiesa Seicentesca.

I resti faunistici sono stati sottoposti al lavaggio ed è ora in corso il restauro e la determinazione. Una volta terminata questa fase, potremo raccogliere maggiori informazioni: le analisi sui campioni ci racconteranno il sesso, l’età, ed eventuali patologie degli animali. Questo lavoro ci servirà anche per integrare i dati raccolti sullo scavo archeologico.

Archeozoologia
Resti archeozoologici. © Margherita Malvaso

L’indagine delle quattro fosse del santuario della Vergine delle Lacrime di Treviglio

Da una prima analisi morfologica dei resti si è ipotizzato che le ossa delle prime due sepolture appartengano a bovini. La prima deposizione, rinvenuta in connessione, è attribuita ad un bovino adulto e lungo le epifisi distali degli arti inferiori e posteriori sono stati rilevati dei segni di taglio.

Le ossa rinvenute nella seconda fossa sembrano appartenere invece a un esemplare di bovino giovane, di cui si conserva una ridotta porzione dello scheletro, poiché la fossa è stata tagliata dalla costruzione dell’edificio.

Archeozoologia
Altri resti archeozoologici rinvenuti presso il santuario della Vergine delle Lacrime di Treviglio (BG). © Margherita Malvaso

Le altre due deposizioni sono invece prive di cranio; in un primo momento lo scheletro di una di queste è stato attribuito ad un terzo bovino, ma grazie all’indagine comparativa in laboratorio abbiamo potuto stabilire che le ossa fossero di un cavallo adulto.

L’ultima fossa, purtroppo, è stata compromessa dai lavori per la realizzazione dell’edificio ed il suo riempimento è risultato rimaneggiato: conteneva resti ossei di più individui e di diversa specie che ancora devono essere studiati.

Ma la nostra indagine non finisce qui. Quando avremo identificato tutti i resti ossei, l’ultimo passo sarà lo svolgimento di un’indagine bibliografica, per comparare le specie di bovino ed equino rinvenute nelle differenti epoche e nei luoghi limitrofi.

Post Author: Redazione

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