Università degli studi di Milano

Immaginate di potervi muovere sullo scavo come e quando volete, con tutti i dati raccolti a disposizione (dai rilievi, ai reperti, alle schede US): questo è MAPOD4D.

Potreste essere un ricercatore che vuole consultare la documentazione oppure un visitatore che vuole capire meglio quello che sta guardando o semplicemente il direttore di uno scavo che vuole recuperare alcune informazioni per decidere i prossimi passi.

Immaginate poi che per fare questo sia necessario semplicemente mettere a disposizione un poco del proprio tempo e, infine, immaginate che ci siano altri come voi che fanno lo stesso, per lo stesso scopo.

Come abbiamo incontrato MAPOD4D?

Lo scorso 22 marzo Roberto Taglioretti, sviluppatore hardware e software, e Alessandra Mazzucchi, antropologa, hanno presentato questo software al corso di Ecologia Preistorica tenuto dal professor Umberto Tecchiati.

Qui ci hanno raccontato com’è nato e come funziona e con quale approccio lo hanno creato questo software. Perché tutto ciò che viene sviluppato da loro e da ArcheOs Tec segue il modello FLOSS (Free Libre and Open Source Software): non si vende un prodotto, ma si crea qualcosa che viene messo a disposizione di tutti, a condizione che ciascuno metta a disposizione un poco del proprio tempo per contribuire allo sviluppo.

Cos’è e come funziona MAOPD4D?

MAPOD4D è un multiverso di metaversi, ovvero un ambiente virtuale costituito da diversi mondi (detti planets) ai quali si può accedere da un unico grande mondo, impersonando un piccolo drone, il MAPOD.

Con il MAPOD ci si può muovere in tutte le direzioni, anche attraverso il tempo, grazie a un apposito strumento di controllo da cui è possibile spostarsi attraverso le varie fasi di uno scavo, da cui il 4D.

Da ogni planet ci si può poi spostare anche negli altri mondi, che possono essere altri scavi, un laboratorio o qualunque altro ambiente che permetta di raccontare lo scavo e l’archeologia.

Non solo metaverso…

La realizzazione di un simile software richiede però una puntuale e precisa raccolta dei dati sul campo, la scrittura del codice, la sua costante revisione, il suo miglioramento e l’inserimento di tutto quanto all’interno del software.

Questo offre anche l’opportunità di sviluppare o rivisitare le metodologie esistenti per l’acquisizione dati, così da renderle più flessibili ed efficaci.

Tutto seguendo il modello FLOSS.

Per saperne di più

Il 14 aprile 2023 alle ore 15:00, a Sartirano Lomellina (Piazza Ludovico da Barme, 3, PV) si è tenuta l’inaugurazione il Progetto LabDig3A. Visti i posti limitati, la registrazione dell’evento sarà disponibile in differita qui.

Post Author: Matteo Orsi

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