Il vitello alla nascita risulta sprovvisto di difese immunitarie, proprio per questo motivo diventa di fondamentale importanza l’assorbimento di immunoglobuline, in particolare IgG, durante le prime ore di vita. Nella pratica, il raggiungimento di questo obbiettivo passa attraverso la somministrazione del colostro; diventa quindi cruciale conoscerne aspetti riguardanti la qualità e la gestione come, ad esempio, la concentrazione di IgG, la quantità di colostro ingerita dal vitello e la sua capacità di assorbimento delle immunoglobuline.
Nonostante l’importanza di tale aspetto, spesso alcuni parametri vengono trascurati; Quigley et al. (2013) riporta, infatti, che solo il 13% degli allevatori effettua una valutazione del colostro e che la maggior parte di queste analisi è di tipo esclusivamente visivo.
Lo scopo di questo lavoro di Quigley et al. (2013) è quindi quello di valutare l’utilizzo del rifrattometro per ottenere un’indicazione del contenuto di IgG all’interno del colostro bovino; l’obbiettivo è infatti quello di “rodare” uno strumento semplice e poco costoso che facilmente si adatti a quelle che sono le esigenze di allevamento.
Infatti, esistono già diversi metodi che permettono di valutare tale parametro, questi tuttavia hanno dei grossi difetti, per lo più legati alla complessità o al costo dell’analisi stessa o alla dipendenza che il risultato ottenuto ha con altri aspetti quali stagione, temperatura e razza allevata.
Nello studio preso in considerazione è stata effettuata una valutazione del colostro sia mediante rifrattometro Brix, il quale restituisce la percentuale dei solidi totali, che attraverso l’utilizzo di metodi di laboratorio (metodi RID e TIA) assai più complessi che determinano la concentrazione di IgG, in modo da poter valutare la correlazione tra questi due parametri.
I risultati ottenuti sono i seguenti (Tabella 1):
Tabella 1. Risultati studio “Evaluation of the Brix refractometer to estimate immunoglobulin G concentration in bovine colostrum”, Quigley et al. (2013).
n | Media | Dev. standard | Minimo | Massimo | |
Volume raccolto (L) | 99 | 9,5 | 3,2 | 3,8 | 15,1 |
tempo parto- prelievo (h) | 176 | 6,1 | 5,6 | 0,1 | 24 |
Brix (%) | 183 | 23,8 | 3,5 | 12 | 32 |
IgG metodo RID (g/L) | 183 | 73,4 | 26,2 | 7,1 | 159 |
IgG metodo TIA (g/L) | 183 | 67,5 | 25 | 6,9 | 139,9 |
A seguito dell’analisi statistica svolta da ricercatori, è emerso che vi è una buona correlazione tra i gradi Brix calcolati con il rifrattometro e i due metodi di laboratorio usati per determinare le IgG, anche se il metodo RID restituisce una migliore relazione; è stato inoltre individuato come valore soglia di gradi Brix, 21%, ciò significa che al di sotto di tale valore si ha una concentrazione di IgG nel colostro non sufficiente (< 50 g/L) a definirlo di buona qualità.
Un altro aspetto interessante riscontrato è la relazione che esiste tra tempestività del prelievo e concentrazione di IgG, infatti, maggiore è il tempo che intercorre tra il parto e il prelievo del colostro, minore risulta la concentrazione di immunoglobuline; non è invece stata rilevata una relazione tra l’intervallo di tempo parto-prelievo e il volume di colostro prodotto.
In conclusione, è quindi possibile affermare che dallo studio analizzato emerge una buona relazione tra i gradi Brix e la concentrazione di IgG nel latte, aspetto che rende quindi il rifrattometro un ottimo strumento da poter utilizzare quotidianamente all’interno dell’azienda zootecnica da latte. Questa evidenza è di notevole importanza in quanto si tratta di uno strumento economico, facilmente utilizzabile e poco influenzabile che permette quindi all’allevatore di ottenere dati importanti per la gestione di questa fase così delicata.
Riferimenti bibliografici:
- Quigley J. D., Lago A., Chapman C:, Erickson P. e Polo J. (2013), Evaluation of the Brix refractometer to estimate immunoglobulin G concentration in bovine colostrum, Journal of Dairy Science, 96: 1148-1155;